Carmen Maria Machado e il racconto della violenza subita da un'altra donna
Con una scrittura che ricorda quella di Shirley Jackson e Angela Carter, l'americana Carmen Maria Machado unisce horror, pop e vita privata
Con una scrittura che ricorda quella di Shirley Jackson e Angela Carter, l'americana Carmen Maria Machado unisce horror, pop e vita privata
Bionda, minuta, laureata ad Harvard: può essere questo l’identikit di un carnefice? Lo è stato per Carmen Maria Machado, classe 1986, tra le voci più interessanti della letteratura americana contemporanea. Si incontrarono quando lei era poco più che ventenne e frequentava la scuola per scrittori dell’Iowa.
“L’abuso domestico tra partner che condividono un’identità di genere è possibile e non insolito”, scrive nel prologo del suo memoir Nella casa dei tuoi sogni. “Io parlo dentro il silenzio. Getto la pietra della mia storia dentro un immenso crepaccio. E il rumore esiguo che mi rimanda mi dà la misura del vuoto”.
La bionda fatale appare nella sua vita come una visione. Parla francese, ha una vita mondana intensa e tutto quello che lei aveva solo sognato. Carmen, cresciuta nella periferia della Pennsylvania e con un passato di storie solo con uomini, sente di aver trovato la persona che stava aspettando. Le due partono per un viaggio in Indiana e la ragazza le mostra una capanna che chiama “la casa dei sogni”, diventata poi il simbolo di qualcosa che non esiste davvero.
L’architettura di quello che sembrava un amore comincia a franare. La carismatica compagna accusa Carmen Maria Machado di tradirla con chiunque, persino con suo padre, si infuria persino quando lei non risponde al telefono. Un giorno l’afferra per il braccio e affonda le dita nella carne: l’abuso inizia così, e non è nemmeno facile da riconoscere, tanto che la scrittrice inizia a dubitare della sua percezione della realtà.
Questo non è normale. Questo non è normale. Questo non è normale. Il tuo cervello sta cercando una spiegazione.
La scelta di scrivere un memoir parte proprio dalla necessità di costruire un archivio. La parola non è scelta a caso; viene dal greco antico ἀρχεῖον, che significa “palazzo dell’arconte”, ovvero la casa di chi ha il potere. Carmen Maria Machado scrive il suo libro nel tentativo di plasmare un catalogo di abusi sullo stesso sesso e sottrarlo all’oblio della storia. E anche per sentirsi meno sola.
Americana di origine cubana, oggi Carmen Maria Machado vive a Philadelphia con la moglie e lavora alla University of Pennsylvania. Intervistata qualche tempo fa da Vice per l’uscita della sua sorprendente raccolta di racconti Il suo corpo e altre feste, ha parlato di come la sua sessualità opera sulla scrittura.
Penso che sia sempre il modo in cui immagino le storie, non credo che siano ottimiste in un modo innaturale, solo non ho nessun interesse nelle storie legate ai coming out e nelle storie dove l’omosessualità è legata e drammi e perdite. Voglio solo che i miei siano dei personaggi queer che vivono la loro vita. Una volta un lettore mi ha detto: “A volte sei gay, e poi appare un fantasma. Le due cose non sono collegate.”
Il corpo delle donne è centrale nelle sue storie, come da lei stessa spiegato in un’altra intervista per il Guardian.
Era qualcosa di molto importante per me, a cui penso molto. È strano perché le persone continuano a dire che è così rilevante in questo momento, ma in realtà i nostri corpi sono stati oppressi per tutta la storia umana. […] Per me, era importante parlare molto di sesso queer, perché non lo vedo mai: dico sempre ai miei studenti che devi scrivere le storie che vuoi vedere nel mondo. Mi sento come se le persone che scrivono la maggior parte delle scene di sesso siano ragazzi bianchi etero, il che non vuol dire che sia sbagliato o brutto, ma se continui a fare sesso attraverso la stessa prospettiva, ovviamente sarà noioso.
Web content writer e traduttrice. Parlo poco, scrivo tanto e cito spesso Yeats.
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