La letteratura ha sempre avuto un “problema” con le donne. Nel tempo, molte scrittrici si sono dovute fingere uomini per essere accettate e lette (George Eliot, George Sand, Vernon Lee, solo per citarne alcune), sono state bistrattate da editori e critici, considerate “vacue” per le velleità letterarie e, in generale, improvvidamente trascurate dal mondo letterario, nonostante la grande quantità di capolavori scritti dalle penne femminili.

Andando avanti con i tempi le cose non sono purtroppo migliorate, almeno esaminando il numero di donne che hanno vinto premi importanti a livello mondiale, come il Nobel per la letteratura, o, anche solo a livello nazionale, lo Strega (che quest’anno però vede, finalmente, un’eccezione, con una maggioranza femminile nella dozzina dei semifinalisti).

Dovendo lottare di più per potersi affermare nel mondo della letteratura, le donne hanno bisogno di strumenti che le aiutino a prendere consapevolezza delle proprie doti, ma anche a conoscersi come lettrici e come autrici; per questo, è ambizioso ma assolutamente focalizzato sull’obiettivo Women Plot, progetto che ha preso vita tra la fine del 2020 e i primi mesi del 2021 per provare a lottare proprio contro le disuguaglianze di genere nel mondo dell’editoria.

L’idea è stata di Erica Isotta, impiegata come commerciale in aziende della tech ma con una passione innata, e mai lasciata, per la scrittura, che negli anni ha pubblicato tre libri, Portami con te e Quando torni, che raccontano i suoi viaggi e le sue esperienze all’estero, e 25%, Una donna su quattro, che esplora invece l’esperienza di aborto spontaneo che ha avuto nel 2020.

Il suo percorso personale l’ha resa sempre più consapevole dei problemi e delle difficoltà che le donne possono spesso incontrare nel mondo dell’editoria e l’ha spinta a porsi molte domande sul loro ruolo.

Perché a scuola spesso non si studiano autrici donne? Come ridurre il gender gap all’interno dell’editoria?

Ma per approfondire meglio cosa sia Women Plot abbiamo ascoltato le parole di Erica Beccarello, che del progetto è responsabile delle pubbliche relazioni.

Women Plot nasce come casa editrice per promuovere le donne e dare loro uno spazio nuovo e più inclusivo – ci racconta – L’obiettivo è quello di raggiungere un pubblico ampio che possa riscoprire grandi autrici e scrittrici esordienti, attraverso un confronto e un’informazione approfondita e critica.

Dietro a questo progetto c’è un team di donne giovani e preparate che arrivano da ambienti e da esperienze molto diverse ma che, in questa diversità, cercano di cooperare e dare punti di vista nuovi alla passione comune per i libri e alla convinzione che sia necessario ancora lavorare con impegno per far sentire la propria voce. Quello che ci unisce principalmente, oltre all’amore per la letteratura e alla volontà di combattere le disuguaglianze di genere è un entusiasmo genuino, una determinazione nel voler lavorare ogni giorno per fare dei passi verso il cambiamento, essere quindi spinta e ispirazione per altre donne ma anche per chiunque voglia unirsi alla causa.

Con un lavoro che spazia dalla pubblicazione di libri alla creazione di book club virtuali e di podcast di approfondimento, Women Plot vuole dare un contributo a quello che ritiene essere un diritto essenziale per ogni donna: quello di essere vista e ascoltata, di poter scrivere la propria storia e far sentire la propria voce“.

Visto così Women Plot sembra una cosa “elitaria”, pensata solo per donne. Ma quanto è importante far capire che non esistono “libri da donna” e che anche gli uomini possono leggere libri scritti da donne?

“Nel tempo sono stati fatti molti passi in avanti per l’uguaglianza di genere, ma credo ce ne siano tantissimi ancora da fare. Definire questo progetto ‘elitario’ perché dedicato in modo specifico alle donne è non solo sbagliato, ma anche dimostrazione di quanto quei retaggi di una cultura fortemente patriarcale siano ancora oggi presenti, impedendo alle donne di avere gli stessi diritti degli uomini.

Vorrei che gli uomini riuscissero ad avere più consapevolezza del sistema patriarcale in cui viviamo e del privilegio che ne traggono da sempre. Vorrei prendessero coscienza e fossero umili, comprendendo quanto sia importante per noi brillare da sole, creare qualcosa senza dover essere definite elitarie se pensiamo in modo particolare alle donne. Mi chiedo a quante persone verrebbe in mente di considerare ‘elitari’ un’azienda o un progetto guidati da soli uomini.

Women Plot è uno spazio dedicato alle donne ma, allo stesso tempo, è aperto a tutte le persone disposte al confronto e all’ascolto. Il nostro progetto vuole creare una comunità che dia spazio alle scrittrici che non ne hanno avuto abbastanza, vuole spingere le persone a scoprire qualcosa di nuovo, a vedere altri aspetti della scrittura e della letteratura a prescindere dalla loro identità di genere. Penso sia importante ritornare alla domanda ‘Perché non si studiano scrittrici donne a scuola?’ Ecco, questa comunità è aperta a chi vuole colmare un pezzo di letteratura mancante, comprendendolo appieno per riuscire finalmente a vedere la storia nella sua totalità e poter in questo modo costruire un futuro migliore e più equo.

Non esistono ‘libri da donna’ perché i libri sono per tutti, perché la scrittura e le emozioni che essa può far emergere sono un linguaggio universale nel quale tutti ci possiamo in qualche modo riconoscere. Non è qualcosa che si può categorizzare o limitare. Non esistono ‘libri da donne’ come non esistono ‘libri da uomini’, esistono libri, parole e voci diverse che raccontano qualcosa e che possono avvicinarsi alla vita e all’esperienza dei lettori, a prescindere dalla loro identità.

È importante essere disposti ad ascoltare, ad andare a fondo e capire il messaggio che ci vogliono trasmettere. Proprio per questo motivo anche gli uomini possono leggere libri scritti da donne. Così come io ho spesso ho ritrovato le mie emozioni e pezzi del mio vissuto nei libri di Calvino, Kundera, Buzzati e tantissimi altri scrittori, allo stesso modo non vedo perché un uomo non possa ritrovare qualcosa di sé e delle proprie emozioni in un libro di Virginia Woolf, di Grazia Deledda o di qualsiasi altra scrittrice.

Ad oggi abbiamo bisogno di progetti inclusivi come Women Plot, a ricordarci quanta strada ci sia ancora da fare per scardinare queste categorizzazioni e per fare in modo che le scrittrici donne ottengano finalmente il loro spazio nelle librerie di tutti”.

Leggo alcuni dati: nella storia del Nobel, solo 55 donne premiate per la letteratura, 11 le vincitrici del Premio Strega dalla sua fondazione. Quest’anno la dozzina dei semifinalisti fa ben sperare, visto che ci sono 7 donne. Ma perché la letteratura ha un problema con le donne?

“Nell’ultima puntata del podcast di Women Plot abbiamo parlato proprio del Premio Strega e della mancanza di una rappresentanza di donne in premi importanti come questo. Quello del Premio Strega è un segnale molto buono, noi speriamo nella vittoria di una donna, poi si vedrà, che vinca il migliore! È necessario ricordare che dal 2003 al 2018 i vincitori del Premio Strega sono stati solamente uomini, la vittoria di quest’anno sarebbe quindi non solo simbolica ma anche necessaria per una maggiore equità e per “spezzare” la tradizione. Il problema che ha la letteratura con le donne è lo stesso che hanno moltissimi altri campi della nostra quotidianità, ossia quello di non dare la possibilità alle donne di avere un maggiore accesso, che sia a premi o posizioni lavorative.

Come si è parlato nel podcast, il Premio Strega e, più in generale, i premi letterari hanno un grande valore dal punto di vista reputazionale ma anche da quello del ritorno economico e lavorativo che viene offerto ai vincitori. La mancanza di una garanzia per un accesso equo delle donne è il primo anello di una catena che, se non viene spezzata, non permetterà di trovare una soluzione alla disparità tra donne e uomini nel mondo dell’editoria. Serve non solo più responsabilità da parte di chi, pur avendo il potere di cambiare le cose, continua a considerare la presenza delle donne nell’editoria come un tabù ma anche più impegno da parte di tutti nel voler fare passi concreti verso il cambiamento“.

Women Plot ha anche una sua community, Virtual Book Club, una piattaforma interattiva dove le persone possono partecipare a diversi gruppi di lettura ma è anche uno spazio di ritrovo dove si possono scoprire strumenti per conoscere nuove scrittrici e opere. All’interno della community si trova uno spazio esclusivo per prendere parte ai book club, ma anche un forum per scambiare opinioni e consigli e una sezione dedicata a opere che sono state catalogate a seconda della location e di alcune parole chiave. Il team sta inoltre lavorando alla creazione di contenuti che offrano tips su come utilizzare la lingua e la scrittura in modo più inclusivo, ma che al tempo stesso diano consigli su come intraprende un percorso di pubblicazione nel mondo dell’editoria.

Perché e come un progetto come il vostro potrebbe dare spazio alle autrici e alla letteratura femminile, togliendole quei cliché di cui sopra?

Come già detto sopra, Women Plot è uno spazio dedicato alle donne ma aperto a tutti coloro che vogliono conoscere e sviluppare il loro sapere. Sarà possibile togliere quei cliché solamente portando avanti un percorso che è già stato iniziato ma che richiede ancora impegno costante e solidarietà tra donne (che non dovrebbe mai mancare).
Women Plot può contribuire a raggiungere nuovi traguardi, dando alle donne la possibilità di trovare e far sentire la loro voce, supportandole e impegnandosi a educare la community a temi di parità di genere e a colmare quel tassello mancante nella letteratura e nella storia“.

Essendo un progetto ad ampio respiro, Erica ci spiega che sono molte le idee a cui sta lavorando il team, comprese alcune novità nel catalogo, i podcast ma anche collaborazioni con realtà simili. È forse un primo, piccolo passo, ma potrebbe essere importante soprattutto per le lettrici e le autrici del domani.

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