In alcune biblioteche, in passato, c’era scritto qualcosa all’ingresso: “silentium”. Questa parola latina serviva a ricordare ai presenti, che in biblioteca bisogna stare zitti e non far rumore. Ma non tutte le biblioteche sono uguali o lo sono state: alcune di esse sono diventate dei luoghi in cui le persone si incontravano e si confrontavano su tematiche inerenti la cultura e in particolare i libri.

Durante la pandemia di coronavirus, frequentare le biblioteche non sempre è stato facile. Molte sono state chiuse e per lungo tempo. Ma esiste un tipo di circolo, in giro per il mondo, che è riuscito a far trionfare la lettura sul virus: parliamo dei silent book club.

Silent book club: cosa sono?

Si tratta di una sorta di circolo letterario dedicato genericamente ad amanti della lettura. Funziona in questo modo: ci si dà appuntamento e ci si incontra, si beve qualcosa e si parla brevemente del libro che si sta leggendo in quel periodo, poi si legge per circa un’ora (ognuno il proprio libro), e infine si ritorna a parlare con un breve dibattito.

Non esiste necessariamente un luogo specifico in cui avvengono queste riunioni (anche se al 99% si svolgono fuori dalle case dei membri del club), ma ci sono alcuni gruppi che si organizzano anche in base a un luogo a disposizione, come una biblioteca particolarmente informale o un caffè letterario.

Naturalmente, in tempo di pandemia, gli “incontri” sono virtuali e avvengono quindi attraverso lo schermo del computer. Il che ha reso il fenomeno ancor più internazionale, perché ci si può riunire con persone che si trovano in nazioni molto lontane tra loro.

Storia e origini dei silent book club

Come spiega Inews, tutto è cominciato nel 2012 a San Francisco. Guinevere de la Mare aveva appena avuto un bambino e stava sperimentando quanto fosse difficile per lei leggere indisturbata in quel momento. Così, mentre il marito faceva il bagnetto al bebè, si recava in un bar o in una libreria per un’oretta e dedicarsi alla lettura.

Guinevere ha così fondato il primo silent book club insieme all’amica Laura Gluhanich. Ma l’arrivo del neonato non è stata l’unica molla.

Avrei voluto avere un club del libro – ha spiegato Guinevere a Npr – in cui fondamentalmente non c’erano letture assegnate, ma potevi semplicemente presentarti, uscire con i tuoi amici, parlare di quello che stavi leggendo e poi leggere il tuo libro, senza la pressione di preparare spuntini o passare l’aspirapolvere in casa o fare una qualsiasi delle cose che comporta l’ospitare normalmente un club del libro.

Silent book club: vantaggi e benefici

Silent book club
Fonte: Pixabay

In una società che appare sempre più individualista, i silent book club costituiscono uno strumento e un’occasione di socialità. Questo tipo di circoli permette alle persone di incontrarne altre con una passione affine: quella per la lettura, che a sua volta porta con sé benefici innegabili come tenere il cervello in allenamento e permettere il relax.

In più non c’è la corsa al titolo, lo stress di dover finire un libro come capita nei normali gruppi di lettura in cui si legge tutti la stessa opera: i silent book club permettono infatti a ognuno di leggere con i propri tempi e di assaporare la lettura ognuno a modo proprio ma stando insieme, con tutti i vantaggi di leggere come si fosse da soli.

Infine potrebbe essere un’attività gradevole per le persone caratterizzate da introversione: nei momenti di conversazione, si può infatti scegliere se parlare del libro, se parlare della propria esperienza con la lettura o con lo stesso club, o se restare in silenzio e ascoltare (che è un vantaggio da non sottovalutare assolutamente).

I silent book club in Italia

Ben presto questi club sono giunti in tutto il mondo a partire dal 2012. Dall’India al Pakistan, dal Belgio alla Francia, fino al Giappone, all’Australia e ovviamente all’Italia.

È difficile dure quanti siano al momento i gruppi italiani: il coronavirus ha cambiato moltissime delle nostre abitudini, ed è accaduto che quindi i silent book abbiano avuto un’attività a singhiozzo a causa delle aperture e delle chiusure temporanee. Sicuramente ne esistono quattro: uno a Padova, uno ad Arona, uno a Corbetta che si riunisce nella biblioteca comunale, e uno a Mergozzo che si chiama La collina delle farfalle.

Noi lettori siamo gente strana – dice la fondatrice de La collina delle farfalle Roberta Costi nel video di presentazione del circolo – ci piace parlare dei libri che leggiamo, e poi leggere, in silenzio. Ci regaliamo un’ora di silenzio. Lo spazio si riempie della presenza silenziosa ma forte dei lettori. È una bellissima emozione da vivere insieme.

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