L’8 settembre 1907, proprio durante il suo primo giorno da americana a Parigi, Alice Toklas incontrò Gertrude Stein. Si innamorarono subito, restando insieme per 39 anni e dando vita a una delle storie d’amore più belle del mondo letterario. Quando iniziarono a vivere sotto lo stesso tetto, nel 1909, erano in anticipo di circa un secolo rispetto alla società dell’epoca. Abituata a scrivere fino a notte fonda, Gertrude era solita lasciare dei bigliettini scritti a mano sul cuscino della compagna, firmati affettuosamente Y.D., abbreviazione di Your Darling.

Si consideravano sposate e in un mondo civilizzato sarebbero state l’esempio di un perfetto e felice matrimonio (anche se non scevro di qualche sbandata). Nella sua autobiografia What is remembered, purtroppo fuori catalogo, Alice descrisse meravigliosamente il momento in cui capì di avere trovato la donna della sua vita.

Fu Gertrude Stein a catalizzare completamente la mia attenzione, come ha fatto per tutti gli anni in cui l’ho conosciuta. […] Era una presenza dorata, bruciata dal sole della Toscana e nei suoi capelli castani brillava un tocco d’oro. Indossava un completo in velluto a coste marrone. Aveva una grande spilla rotonda in corallo e quando parlava, decisamente poco, o rideva, molto di più, era come se la sua voce uscisse dalla spilla. La sua voce era diversa da tutte le altre: profonda, piena, vellutata, come quella di un grande contralto, come due voci insieme.

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Nata il 3 febbraio 1874 in Pennsylvania da una famiglia tedesca di origine ebraica, Gertrude Stein aveva studiato biologia, filosofia, psicologia e medicina, laureandosi nelle prime due materie. Poi, la decisione di trasferirsi nella capitale francese: era il momento di massima vitalità per la Ville Lumière, che brulicava di fermenti artistici. Lei aveva sfruttato l’occasione per diventare collezionista d’arte e conquistare l’amicizia e la fiducia di artisti come Picasso, Cézanne e Matisse. Allo stesso tempo, però, si circondava di scrittori come Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald e Ezra Pound, che invitava alle celebri serate nel suo sempre affollato salon. Fu in quel momento che iniziò a dedicarsi completamente alla scrittura, mostrando subito di poter produrre una prosa originale e distintiva.

Alice Toklas, anche lei di origine ebrea e americana, si inserì subito nel suo movimentato stile di vita. Originaria di San Francisco, aveva studiato pianoforte all’università di Washington ed era appassionata di letteratura. Nel 1906, dopo il devastante terremoto che aveva distrutto la sua città, si era decisa a partire per Parigi, senza sapere che lì avrebbe conosciuto la donna che avrebbe cambiato per sempre la sua vita. Una storia bellissima, praticamente un matrimonio, funestato dai tradimenti della Stein. Non doveva essere semplice stare accanto a una delle donne più famose del Novecento, ma Alice rimase sempre al suo fianco, in maniera discreta, prestandosi anche come sua dattilografa personale.

Ci furono tanti viaggi, soprattutto in Italia, e tanti incontri. Poi, nel 1946, Gertrude Stein morì per un cancro allo stomaco ed Alice rimase sola. Già anziana e ammalata, dovette assistere impotente allo squallido spettacolo messo in scena dai familiari della compagna. Le portarono via tutti i quadri di valore che, per volontà della Stein, sarebbero dovuti restare a lei: ma, come abbiamo già detto, erano altri tempi e il loro legame decennale non aveva alcun valore legale. Ricominciò dunque a scrivere, passione a cui aveva rinunciato per assistere l’amata, e si convertì al cattolicesimo, convinta di poter incontrare la sua Gertrude in paradiso. Morì in assoluta povertà a 89 anni, nel 1967, e fu sepolta accanto alla compagna.

1. Gertrude Stein, "Autobiografia di Alice Toklas"

 

Autobiografia di Alice Toklas

Autobiografia di Alice Toklas

Autobiografia di Alice Toklas è stata scritta da Gertrude Stein proprio perché Alice non si è mai decisa a scriverla.
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Autobiografia di Alice Toklas è stata scritta da Gertrude Stein proprio perché Alice non si è mai decisa a scriverla. Utilizzando lo stesso linguaggio semplice con cui “Defoe ha scritto l’autobiografia di Robinson Crusoe”, racconta la vita di una donna speciale, vissuta in un momento storico particolare e ricco di stimoli, come quello parigino.

2. Gertrude Stein, "Parigi, Francia"

 

Parigi, Francia

Parigi, Francia

n Parigi, Francia, pubblicato nel 1940, Gertrude Stein racconta la città con la meraviglia e lo stupore del primo approccio, il tutto nel caratteristico stile monologante e fluviale dell’autrice.
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Dal momento in cui si stabilì in Francia, nel 1903, Gertrude Stein fu una figura di spicco nel mondo dell’arte parigino e non solo. La sua casa al 27 di rue de Fleurus divenne il centro delle frementi “arti moderne” d’inizio secolo, luogo d’incontro di alcuni tra gli artisti più importanti del Novecento, come Henri Matisse, Pablo Picasso, Ernest Hemingway ed Ezra Pound. In Parigi, Francia, pubblicato nel 1940, Stein racconta la città con la meraviglia e lo stupore del primo approccio, il tutto nel caratteristico stile monologante e fluviale dell’autrice.

3. Gertrude Stein, "Picasso"

 

Picasso

Picasso

Pubblicato per la prima volta nel 1938, Picasso è a tutt’oggi la più vivace presentazione, insieme narrativa e critica, del personaggio dominante dell’arte del nostro secolo.
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Pubblicato per la prima volta nel 1938, Picasso è a tutt’oggi la più vivace presentazione, insieme narrativa e critica, del personaggio dominante dell’arte del nostro secolo. Per la scrittrice, Picasso fu fin dall’inizio ciò che oggi tutti riconoscono, attraverso tutte le sue fasi stilistiche.

4. Gertrude Stein, "Autobiografia di tutti"

 

Autobiografia di tutti

Autobiografia di tutti

Scritto a 63 anni nel 1937, Autobiografia di tutti racconta un’epoca irripetibile all’incrocio tra due mondi: l’Europa delle avanguardie moderniste, patria d’adozione in cui l’autrice visse la maggior parte della sua vita, e gli Stati Uniti in cui era nata, con il loro immaginario smisurato e il loro lascito di sogni frantumati.
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Scritto a 63 anni nel 1937, Autobiografia di tutti racconta un’epoca irripetibile all’incrocio tra due mondi: l’Europa delle avanguardie moderniste, patria d’adozione in cui l’autrice visse la maggior parte della sua vita, e gli Stati Uniti in cui era nata, con il loro immaginario smisurato e il loro lascito di sogni frantumati. Una smagliante intelligenza si combina a un’ironia spavalda e, soprattutto, a una lingua irriverente, in cui racconto, discorso mentale e flusso del parlato scorrono a un ritmo inarrestabile.

5. Alice Toklas, "I biscotti di Baudelaire"

 

I biscotti di Baudelaire. Il libro di cucina di Alice B. Toklas

I biscotti di Baudelaire. Il libro di cucina di Alice B. Toklas

Uscito per la prima volta nel 1954 in America, I biscotti di Baudelaire è una ricchissima raccolta di ricette e di ricordi non solo culinari, di aneddoti divertenti, di convinte opinioni su questioni gastronomiche ma anche artistiche, di viaggi tra Francia e America, di pranzi e cene a casa di artisti bohémien ma anche di ricchi e famosi.
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Quando, dopo la morte di Gertrude, un editore chiese ad Alice di scrivere le sue memorie, lei si schermì dicendo che al massimo sarebbe stata in grado di scrivere un libro di cucina. L’editore promise di accontentarsi, ma Toklas fece molto di più. Uscito per la prima volta nel 1954 in America, I biscotti di Baudelaire è una ricchissima raccolta di ricette e di ricordi non solo culinari, di aneddoti divertenti, di convinte opinioni su questioni gastronomiche ma anche artistiche, di viaggi tra Francia e America, di pranzi e cene a casa di artisti bohémien ma anche di ricchi e famosi.

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