Alcuni libri non solo fanno parte della cultura di tutta l’umanità, ma sono anche vere e proprie testimonianze di un pezzo della nostra storia, capaci di raccontare alcuni degli avvenimenti più importanti, talvolta drammatici, vissuti nel tempo. Fra questi, Se questo è un uomo è in assoluto la testimonianza più vivida, reale e tragica dell’orrore dei campi di concentramento, in grado, assieme al Diario di Anna Frank, di rappresentare un pezzo di memoria che nessuno potrà mai dimenticare. Per questo, il Centro internazionale di studi Primo Levi di Torino ha lanciato un appello, in occasione del centenario proprio dell’autore del capolavoro scritto tra il 1945 e il 1947: rintracciare tutte le copie esistenti del testo edito da Francesco De Silva appunto nel ’47. 

Il 2019, come detto, sarà una ricorrenza importante per il mondo letterario. Cadrà infatti il centenario della nascita di Primo Levi e, per celebrare degnamente l’occasione, il Centro internazionale di studi dedicati allo scrittore ha organizzato un evento molto speciale. Il 14 novembre, presso la Biblioteca nazionale di Torino, sarà inaugurata una mostra interamente dedicata alla prima edizione di Se questo è un uomodal titolo  Se questo è un uomo, il libro “primogenito” .

Se questo è un uomo

Si tratta, del resto, di un’edizione più unica che rara, essendone state stampate solo 2500 copie, e lo scopo del Centro è quello di rintracciarle per documentare la diffusione del capolavoro di Levi non solo in Italia ma anche all’estero, tanto nelle università quanto e soprattutto nelle case delle famiglie che lo hanno trasmesso alle nuove generazioni.

Attualmente sono già state rintracciate alcune copie nelle biblioteche italiane e nei fondi di alcuni scrittori e intellettuali come Umberto Saba, Giorgio Bassani, Franco Basaglia e la moglie Franca Ongaro, ma il Centro ha diffuso l’appello a tutti i privati di segnalare l’eventuale presenza del testo nella propria biblioteca personale, garantendo la privacy e l’anonimato. Chiunque si trovi in possesso del libro è dunque invitato a segnalarlo all’indirizzo mail libroprimogenito@primolevi.it, certo che le informazioni saranno utilizzate per scopi puramente accademici.

Se questo è un uomo è un testo senza eguali nella rappresentazione della buia parentesi della Shoa. L’edizione ristampata da Einaudi nel 1958 ha visto un’incredibile diffusione soprattutto nelle scuole, dove il testo è stato letto e analizzato da generazioni di studenti e resta tutt’oggi una preziosa testimonianza che rende concreto e palpabile un capitolo della nostra storia. Senza questa e altre testimonianze altrettanto importanti, non sarebbe stato facile immedesimarsi nelle nozioni riportate sui sussidiario di migliaia di ragazzi.

Proprio per esaltare la forza di questo testo e rappresentare la sua diffusione, Repubblica ha proposto un’interessante iniziativa: scattare una foto della propria copia, magari usurata dal tempo e dall’utilizzo, o un selfie con la stessa e inviarlo all’indirizzo fotolettori@repubblica.it. Un modo divertente per sentirsi uniti nell’abbraccio della letteratura, esaltando un testo che ha fatto la storia.

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