La società cambia e si evolve costantemente, con nuove scoperte, tantissime invenzioni e soprattutto diversi livelli di conoscenza e di coscienza. Tutto questo è frutto di una costante evoluzione che porta il mondo intorno a noi a cambiare e, al contempo, la nostra mente ad adeguarsi a ciò che conosce, che vive quotidianamente. Negli ultimi decenni sicuramente l’avvento dell’epoca digitale e l’ingresso in modo prepotente della tecnologia nelle nostre vite non solo hanno cambiato il nostro approccio, sia alla vita privata che all’ambito lavorativo, ma hanno soprattutto favorito una impressionante velocizzazione degli scambi culturali, della capacità di interfacciarci con diverse realtà. E infatti, ora più che in passato, viviamo un cambiamento che non è esclusivamente tecnologico, ma è soprattutto culturale, con un approccio molto più consapevole a tantissimi aspetti della vita che in passato venivano sottovalutati o trattati con in modo non sempre corretto.

Il tema dell’uguaglianza uomo-donna

Fra questi aspetti, uno di cui fortunatamente si parla sempre più spesso è quello dell’uguaglianza e della parità di genere fra uomo e donna. Certo, si tratta di un concetto che già dalla metà del secolo scorso era salito agli onori della cronaca, ma è purtroppo rimasta una battaglia ancora da combattere. Oggi, con ancora tantissimi passi da fare, almeno sta aumentando la quantità di persone che stanno prendendo coscienza del fatto che questa disuguaglianza non sia stata ancora superata: l’occupazione femminile, infatti, in Italia è ancora molto lontana da quella maschile, con il 50,1% di donne che hanno un’occupazione rispetto al 68% di occupati di sesso maschile.

Inoltre, anche a parità di mansioni, le donne guadagnano tra l’8,7% e il 9,5% in meno rispetto ai pari grado di sesso maschile, ed è ancora
statisticamente molto meno frequente la possibilità di trovare donne che abbiano raggiunto posizioni di vertice: nel nostro Paese solo il 27% dei manager sono di sesso femminile, una percentuale che risulta essere notevolmente al di sotto della media degli altri Paesi europei.

Leadership femminile e personal branding

La disuguaglianza si combatte con la politica, ma soprattutto con la cultura, con la conoscenza e la coscienza: la piattaforma Feltrinelli Education mette a disposizione una serie di interessanti corsi e laboratori su diverse tematiche e su tantissimi argomenti, e fra questi anche quelli legati alla leadership femminile e al personal branding, come ad esempio un corso live per favorire la presa di coscienza che un modello di leadership alternativo a quello dominante è possibile.

Il Gender Diversity Index 2020 presentato a gennaio 2021 dall’European Women on Boards (EWoB) evidenzia sì un lento progresso, seppur costante, della leadership femminile a livello europeo, ma ci sono anche notevoli differenze tra i Paesi: se Norvegia, Francia, Regno Unito, Finlandia e Svezia stanno ormai raggiungendo l’equilibrio di genere ai vertici aziendali, altri Paesi sono ancora molto lontani dal considerare la leadership femminile come un realtà.

Appena il 6% sono le società dell’indice di borsa STOXX Europe 600 con a capo una donna e solamente in 130 (19%) è presente una donna CEO oppure COO (direttore operativo).

Quando la donna ha cominciato a essere considerata “inferiore”?

Si può indicare il momento preciso in cui la donna ha cominciato a essere considerata come una figura minore nella società? Dobbiamo ovviamente partire dall’antica Grecia, da personaggi “scomodi” come Ipazia, donne che hanno provato ad alzare la testa e sono diventate vere e proprie martiri di una società maschiocentrica, passando per i più disparati temi, dal ruolo biblico delle donne (pensiamo ad Eva, simbolo del peccato e della cacciata dall’Eden) per arrivare poi a quel mito della maternità a tutti i costi da cui ancora oggi fatichiamo a liberarci. C’è sempre stato qualcosa, storicamente, che ha impedito alle donne di fare il passo per eliminare disuguaglianze di genere, fosse esso la religione, la scienza o persino la superstizione. Imparare dagli errori del passato è importante per decostruire finalmente quegli archetipi ormai stantii e permettere alle donne di occupare quel ruolo primario, azzerando le differenze con gli uomini. L’insegnante e saggista Eva Cantarella ripercorre, per Feltrinelli Education, tutta la storia legata all’inferiorità femminile, in un tentativo di superare cliché e falsi miti.

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