Nel 1930, a Buenos Aires, lo scrittore Antoine de Saint-Exupéry conobbe la donna che avrebbe sconvolto la sua vita per sempre. Salvadoregna, già vedova, era come un piccolo fiore prezioso di cui prendersi cura, come la rosa di cui avrebbe scritto nel suo capolavoro Il piccolo principe. Si innamorò subito di lei e da quel momento nacque una storia passionale e disperata, consacrata dal matrimonio in Francia un anno dopo.

Il Piccolo Principe

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Una relazione fuori dai canoni, raccontata proprio da Consuelo de Saint-Exupéry nel libro autobiografico Memorie della rosa. Il manoscritto, ritrovato solo nel 1993 e pubblicato in Francia nel 2000, si addentra nell’intimità della coppia, tra le più chiacchierate del mondo della letteratura.

Memorie della rosa. La mia vita con Antoine de Saint-Exupéry

Memorie della rosa. La mia vita con Antoine de Saint-Exupéry

Il manoscritto di Consuelo de Saint Exupéry. moglie del grande scrittore aviatore, ritrovato nel 1993 e pubblicato in Francia nel 2000, entra nell'intimità della giovane coppia e ci racconta una tra le più affascinanti storie d'amore di tutti i tempi.
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Consuelo Suncín de Sandova nacque il 10 aprile 1901 ad Armenia, una piccola città di El Salvador, da una famiglia benestante di coltivatori di caffè. Malata d’asma, venne mandata a studiare arte prima a San Francisco e poi in Messico, dove conobbe il primo marito, il militare Ricardo Cárdenas. Il divorzio giunse molto presto, ma Consuelo mentì a tutti, dicendo che l’uomo era morto in combattimento durante la rivoluzione messicana: a quei tempi una donna divorziata non era vista di buon occhio.

Negli Anni Venti si trasferì a Parigi, proprio nel momento più culturalmente stimolante per la città, e lì divenne amica di artisti e scrittori come Gabriele D’Annunzio, Oscar Wilde, Pablo Picasso e Salvador Dalì. Dopo aver perso in giovane età anche il secondo marito, lo scrittore, giornalista e console argentino Enrique Gomez Carrillo, nel 1929 fu invitata nella patria d’origine del marito dal Presidente della Repubblica Argentina.

Due anni dopo, conobbe Antoine de Saint-Exupéry: lui era già uno scrittore affermato, era un conte e persino un coraggioso pioniere dell’aviazione, mentre lei era sola, bellissima, esotica e fragile.

Fu subito amore, sebbene funestato da capricci, litigi e tradimenti. Si lasciarono diverse volte, ma non potevano fare a meno uno dell’altra. La loro burrascosa relazione emerge anche dal contenuto di diverse lettere e biglietti che lo scrittore inviò alla musa e moglie tra il 1931 e il 1943, battuti all’asta da Christie’s qualche anno fa. Così le scrisse in una lettera del 1931, la prima di questo lungo carteggio:

Non posso più vivere senza di te. Io verrò a cercarti. Piuma d’oro, sei la donna più adorabile del mondo. Bisogna essere un quetzal [uccello sacro dei Maya e nomignolo di Consuelo, ndR] per poterti comprendere appieno. Per farmi meravigliare di questa piccola anima selvaggia… Vieni a casa mia, piuma d’oro, e colmala del tuo meraviglioso disordine. Scrivi su tutti i tavoli, sono tuoi. E sconvolgi il mio cuore. Le tue pene sono le mie.

Tutte le altre missive ritrovate, tuttavia, riflettevano le difficoltà sentimentali della coppia, come questo biglietto scritto tra il 1942 e il 1943, quando la coppia si era trasferita a New York. Pur assicurandola di provare ancora per lei gli stessi sentimenti, Saint-Exupéry le rimproverava di comportarsi in maniera incosciente, uscendo tutte le sere e lasciandolo in preda all’angoscia ad aspettarla.

Le 2. Ho avuto una crisi cardiaca, grazie Consuelo. Le 2:30 Consuelo… Non hai il diritto di farmi preoccupare tanto. Io ti so lontana, sola al cinema, ma alle 2:30 non c’è nessuno! Sono spaventato… Ti immagino ferita, in difficoltà… È a causa del mio amore che mi fai del male – ed è così sbagliato!… Nulla al mondo mi può fare capire perché -nonostante tu sappia quanto soffro- non fai nulla per rassicurarmi tornando all’orario stabilito… Il silenzio è per me talmente incomprensibile… 3:10, se potessi immaginarti il supplizio della mia angoscia non mi faresti mai questo!…

Mi hai lasciato infinitamente stanco e disperato e non te ne preoccupi più e non mi mostri più la spalla caritatevole. Se conto su di te può essere che non trovi nient’altro che un futuro di ghiaccio e di neve. Ah queste notti in bianco ad aspettarti!

E, ancora:

Consuelo, stasera ti scriverò una lettera d’amore – perché nonostante le molteplici ferite, le parole che non hai compreso, i richiami che muoiono contro il vetro della tua mente chiusa sono arrivato a un punto in cui non ne posso più di un amore che non ha mai trovato la sua strada. In te si trova una persona che amo e la cui gioia è fresca come l’erba medica ad aprile.

Nei rari momenti di serenità, Consuelo Saint-Exupéry raccontava storie e leggende di El Salvador al marito, descrivendo radure e vulcani che assomigliavano a quelli che lui in seguito tratteggiò nelle illustrazioni per il suo libro più famoso. “Raccontami la storia delle pecore… disegnami”, le chiedeva, “quando sono tra le stelle e vedo una luce in lontananza che non so se è una stella o una lampada che mi manda segnali dalla terra, mi dico che è la mia piccola Consuelo che mi chiama per raccontarmi storie, e allora mi dirigo subito verso quel punto di luce”.

Poi, però, tornavano i malumori e con essi il conforto di altri amanti.

Scopro con malinconia che il mio egoismo non è poi così grande, visto che ho dato ad altri il potere di farmi soffrire. “Petite fille”, dare questo potere è dolce. Vederlo usare è malinconico. Le favole sono fatte così. Una mattina ti svegli e dici: “Era solo una favola…” Sorridi di te. Ma nel profondo non sorridi affatto. Sai bene che le favole sono l’unica verità della vita.

Nel 1943, poco prima della sua morte, in una delle lettere le confidava il suo entusiasmo all’idea di pilotare l’aereo più veloce del mondo, il Lockheed P-38 Lightning. Non temeva la morte, anzi, cercava la pace in essa. Gli vennero affidate cinque missioni di ricognizione fra la Sardegna e la Corsica, durante la Seconda Guerra Mondiale e l’ultima gli fu fatale. Il velivolo precipitò misteriosamente in mare e di lui non si seppe più nulla: era il 31 luglio 1944 e aveva solo 44 anni. Consuelo scrisse subito le sue memorie, ma le tenne segrete fino alla morte, nel 1979.

Non apro mai senza tremare i dossier e i cofanetti dove sono raccolte le lettere di mio marito, i suoi disegni, i suoi telegrammi. Questi messaggi carichi di tenerezza vivente e di segreti portano l’odore tragico e meraviglioso del mio passato. Questi fogli ingialliti, stellati di alti fiori e di piccoli principi sono i testimoni fedeli di questa fortuna perduta, della quale misuro ogni anno di più la grazia ed i privilegi. Questi segni, queste lettere tra le carte blu dei telegrammi, parlano con la sua voce.

Ne ritrovo ancora oggi le carezze, lo splendore e le inflessioni. Questa voce che sapeva mescolare come nessun’altra il segreto magico dell’infanzia con il grande sogno alato degli uomini. Ed è perché ancora oggi, ai quattro angoli del mondo, i bambini e gli uomini si meravigliano dei sogni e delle musiche di Saint Exupéry che io mi rassegno a rivelare delle briciole di questo tesoro.

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