Chi pensa che il trucco sia solo un “vezzo” da donne farebbe bene a leggere il libro Make up terapia, scritto dalla make up artist e blogger Roberta Scagnolari, già autrice, nel 2013, di Make-up.Vi racconto i suoi segreti e la sua storia, dedicato proprio alle origini e ad alcune curiosità legate al trucco.

Make-up terapia

Lei, che si definisce “Smilemaker” (creatrice di sorrisi) proprio perché crede fortemente nella forza terapeutica del make-up, ha scritto quello che è non solo un libro per imparare a truccarsi bene, ma un vero e proprio viaggio all’interno di storie spesso dai contenuti dolorosi, intrise di sofferenza ma anche da un certo senso di riscatto e di rivincita personale.

In particolare, ha raccontato di otto donne che si sono trovate ad avere a che fare con vitiligine, patologie dermatologiche, cancro, anoressia e cicatrici, fisiche ma anche psicologiche, causate ad esempio da mobbing, divorzio e sconfitte della vita. Nel post Instagram in cui presentava il libro scriveva “Cosa c’entra il make-up con tutto questo? Rappresenta un valido mezzo per reagire e ricominciare a volersi bene“.

“Il make up è non solo uno strumento che ci dà la possibilità di superare alcuni ostacoli – ci racconta – ma diventa anche un mezzo di comunicazione, un modo per trasformare un punto di debolezza in punto di forza.
Riuscire a farlo da sole è quella marcia in più che ci fa vivere il nostro inestetismo in un modo totalmente diverso giorno dopo giorno”.

Roberta ci ha anche spiegato come è nata l’idea del libro, dopo la proposta del suo editore di scrivere un nuovo manuale, dopo il successo del primo, “qualcosa che potesse aiutare le persone a fare ordine in questa giungla cosmetica che ci circonda“.

Io volevo parlare di questo aspetto della cosmetica che mi accompagna da sempre nel mio lavoro: il valore sociale del make-up!
Il resto è nato tutto strada facendo, totalmente in modo spontaneo.
La storia di Sofia, raccontata nel primo capitolo, è quella che sicuramente mi ha dato più forza, soprattutto nei primi anni in cui ho cominciato a occuparmi di bellezza.

Sofia è una ragazza che ha sofferto di anoressia, ma che attraverso i video che condividevo su Youtube ha sviluppato una curiosità nei confronti di un prodotto come il rossetto. Da li si è trovata ‘costretta’ a doversi riguardare allo specchio per poterlo indossare.
Il suo percorso è stato lungo e in salita, ma dopo più di un anno è riuscita a reagire decidendo di curare quel corpo che aveva per anni maltrattato. Con Sofia ho stretto un rapporto, prima tramite numerose mail, ma successivamente anche di persona.
Oggi lei ha vinto la sua battaglia, ha due bimbi, un marito e un lavoro che ama“.

Tutto grazie a un rossetto? Anche, perché è stato il mezzo per reagire!

Ma siamo sinceri, il make up non è terapeutico solo per chi ha un vissuto di sofferenza alle spalle. Il make up è terapeutico per tutte le donne! O è una “costrizione” maschilista? Tu come la vedi, anche da professionista del settore?

“Basta guardare i tempi che siamo vivendo. Un virus nuovo ci ha costretti a rinchiuderci nelle nostre case, condividendo le nostre giornate e svolgendo il nostro lavoro in smart working. Alzi la mano chi non indossa il pigiama mentre parla con il suo capo.
Proprio in questo periodo così particolare non smetto mai di comunicare che è importante prendersi cura di se stesse, in primis per un amor proprio, ma anche per gli altri. Essere in ordine tira su il morale a tutti!
Anche questa è make-up terapia!

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