Di cosa parla “Ricordatemi come vi pare”, il secondo libro postumo di Michela Murgia che Mondadori definisce il suo "testamento definitivo".
Il 30 aprile Mondadori presenterà il secondo libro postumo di Michela Murgia, Ricordatemi come vi pare. In memoria di me. L’opera, curata con dedizione dal suo editor e amico Beppe Cottafavi – a cui si è raccontata nel corso della sua ultima estate – ci offre un’ultima incursione nell’universo di Murgia. Dalle sue riflessioni sulla vita fino all’idea di potere e femminismo, ma anche di fede.
Si tratta di un’autobiografia organica di una donna che ha vissuto intensamente ogni momento, senza paura di affrontare le sfide più grandi. Michela Murgia ci porta attraverso i meandri della sua esistenza con una sincerità disarmante. Lo fa condividendo con noi le gioie, i dolori e le conquiste di una vita vissuta esplorata in ogni sua parte.
Nel corso di quattro, potenti racconti, Murgia ci parla di amori, parentele queer, ricordi di gioventù, uomini violenti e matriarche sarde con i loro rosari. La lingua sarda intreccia i suoi nodi con le trame della cultura coreana (sua grande passione), mentre l’analisi esaustiva della bibbia si fonde con la magia evocativa della scrittura. Per Mondadori, è il “testamento definitivo” di una donna “che ha attraversato il mondo correndo scalza, bruciando luminosamente ogni tappa”.
Un percorso letterario che si rivela non solo affascinante ma anche estremamente coinvolgente. Ci trascina in un viaggio attraverso le profondità dell’esperienza umana. È un racconto che ci spinge a riflettere su tematiche cruciali quali l’uguaglianza di genere, la diversità culturale e la lotta instancabile contro ogni forma di oppressione. Ci invita a esplorare nuove prospettive e ad abbracciare la complessità del mondo che ci circonda.
Nel suo libro – di circa 300 pagine – che è già disponibile al preordine online, “Murgia ci rivela com’è che una ragazza di provincia, addestrata a leggere il Vangelo e ad accontentarsi di sopravvivere, si sia messa in testa di cambiare il mondo invece, affidandosi a un’irriducibile aspirazione alla felicità”.
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