I misteri e le cose da scoprire affascinano sempre il pubblico, e da anni la figura di Elena Ferrante, scrittrice da best seller amata sia in Italia che all’estero, è avvolta da un alone di segretezza, la sua identità un arcano che probabilmente non verrà mai svelato.

Per sua stessa volontà, dato che lei stessa, in una lettera indirizzata ai coniugi Ferri, responsabili della casa editrice Europa – con cui per prima pubblicò, nel 1991- spiegò chiaramente:

Non parteciperò a dibattiti e convegni, se mi inviteranno. Non andrò a ritirare premi, se me ne vorranno dare. Non promuoverò il libro mai, soprattutto in televisione, né in Italia né eventualmente all’estero. Interverrò solo attraverso la scrittura.

Insomma, una donna (sempre ammesso che poi lo sia veramente) piena di enigmi e misteri, ma di certo non si può dire che il suo immenso successo editoriale dipenda dal grande punto interrogativo che riguarda la sua identità, che, se da un lato può rappresentare un’affascinante curiosità, dall’altro non ha contribuito a far emergere una scrittrice che, con un talento tanto lampante e cristallino, sarebbe comunque diventata amatissima.

Non è un caso se la serie tratta dalla sua saga letteraria, L’amica geniale, è la più attesa del palinsesto televisivo dell’autunno/inverno 2018: i dieci minuti di applausi al Festival di Venezia, dove i primi due episodi sono stati presentati nella sezione Fuori Concorso, lasciano presagire un successo di pubblico clamoroso, e, in attesa del debutto, il 27 novembre, il trailer distribuito (disponibile a questo link) fa pensare a pieno diritto a un vero e proprio capolavoro per il piccolo schermo.

Tutto questo, quindi, ci porta a una doverosa considerazione: ma è davvero importante conoscere il volto di una scrittrice del genere, sapere se poi sia davvero una donna, o se magari dietro questo nome femminile non si nasconda invece un uomo, oppure dovremmo pensarla come Erri De Luca – uno che di talento per la scrittura se ne intende – che ad Adnkronos ha detto:

Questa sorta di indagini patrimoniali farebbero bene a svolgerle per stanare gli evasori invece degli autori. Credo che se si vuole scrivere mantenendo l’anonimato di fronte al pubblico se ne ha tutto il diritto.

Certo di ipotesi, nel tempo, se ne sono fatte tante; perché il gusto per ciò che è insondabile, sconosciuto, ignoto, e per venire a capo dei misteri è insito nell’animo umano, per questo, attorno alla figura enigmatica di Elena Ferrante, sono state costruite teorie, congetture, più o meno valide, che comunque nulla tolgono all’enorme bravura di chi dietro tale nome si cela.

Le ipotesi sull’identità di Elena Ferrante

Di Elena Ferrante si sa solo che è classe 1943 e che è napoletana, che ha studiato i classici e che è una mamma; per il resto, la sua vita è sempre stata vissuta lontano dai riflettori, e solo gli editori la conoscono personalmente. Negli anni, come detto, sono state avanzate diverse teorie sull’identità della scrittrice, e molti sono i nomi proposti dai vari “teorici”: da quello della professoressa di Storia contemporanea all’università di Napoli Federico II, Marcella Marmo, al critico Goffredo Fofi, a riprova del fatto che, pur avendo un nome femminile, niente o nessuno garantisca che si tratti effettivamente di una donna, fino ai fondatori di E/O Sandro Ferri e Sandra Ozzola.

L'amica geniale

L’ipotesi più suggestiva è però quella lanciata nel 2016 dal giornalista de Il Sole 24 ore Claudio Gatti, che attraverso un’inchiesta particolareggiata è giunto alla conclusione che, dietro l’identità misteriosa, si celi Anita Raja, traduttrice sessantatreenne, moglie dello scrittore Domenico Starnone, che lavora, peraltro, proprio per la E/O, casa editrice con cui la Ferrante ha pubblicato la saga de L’amica geniale.

Gli indizi che portano ad Anita Raja

A far “dubitare” di Raja, mamma ebrea polacca, arrivata a Napoli dopo essere sfuggita all’Olocausto, sono stati i compensi versati nelle sue casse dalla casa editrice, eccessivi per gli incarichi svolti “in via ufficiale” per E/O. Anita, infatti, sarebbe stata la principale beneficiaria del successo commerciale della saga della Ferrante, con un reddito aumentato, nel 2014, di quasi il 50%, addirittura del 150%. nel 2015.  Nessun altro dipendente o collaboratore avrebbe avuto un aumento simile in busta paga, neppure Domenico Starnone, che in molti hanno sostenuto essere la Ferrante (talvolta in coppia, appunto, con la moglie).

Un altro indizio? Le visure catastali fatte sulle proprietà immobiliari dei due coniugi: nel 2000, dopo il successo  de L’amore molesto, tratto dal primo libro della Ferrante, Anita Raja avrebbe acquistato una casa molto lussuosa nel centro di Roma, l’anno successivo una casa di campagna in Toscana. Contemporaneamente, Starnone avrebbe comprato un altro appartamento di pregio, a pochi passi da quello della moglie, con un valore di mercato – sostiene Il sole – fra l’1,2 e i 2 milioni di euro.

Ad ogni modo, nessuno dei protagonisti coinvolti ha voluto, naturalmente, commentare; solo gli editori, Ozzola e Ferri, come riporta Repubblica, hanno pubblicato un comunicato stampa poco dopo l’uscita dell’articolo:

Molto inchiostro è stato versato facendo illazioni sull’identità di Elena Ferrante – si leggeva nella nota – invece di approfondire la sua opera, e purtroppo molto ancora se ne verserà. Almeno fintanto che certi giornalisti riterranno che il gossip e il pettegolezzo siano più importanti dell’opera dell’autrice. Questo almeno è quello che si evince dal silenzio con cui il Domenicale del Sole 24 ore accoglie da almeno un lustro l’opera di Elena Ferrante, silenzio rotto solo poche settimane fa con un taglio basso di Goffredo Fofi. Un’opera, quella dell’autrice, che, giova ricordarlo, viene letta e amata da milioni di persone nel mondo, che proprio mentre scriviamo queste righe, sui social, esprimono tutta la loro solidarietà nei confronti di Elena Ferrante. A questi lettori, alla nostra autrice, e a tutti coloro che le hanno espresso solidarietà, va tutto il nostro impegno quotidiano e la nostra gratitudine.

Insomma il mistero non sembra destinato a risoluzione ma, in fondo, la cosa non ci interessa, perché alla fine, chiunque essa sia, Elena Ferrante è diventata quell’amica geniale che tutti noi, complice il mistero attorno a lei, idealizziamo ma sentiamo vicina. Ciascuno di noi ha la libertà e il diritto di darle fattezze, età e una storia, come che la sua stessa identità fosse un altro romanzo, e, dopo tutto, ci piace ancora di più proprio il fatto che sia così sfuggente, impalpabile, una presenza assenza davvero magnetica.

Chi la ama si augura solo che lei (o lui, o loro) scelga ancora e sempre di essere sempre e solo Elena Ferrante nel pubblicare i suoi libri, e chiunque voglia nella sua vita privata.

1. L'amore molesto

 

Il rapporto tormentato tra una donna e sua madre si trasforma in un thriller domestico. Da questo romanzo è stato tratto il film con Mario Morone, Anna Bonaiuto e Angela Luce.

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2. I giorni dell'abbandono

Olga, una donna ancora giovane, serena e appagata viene abbandonata all’improvviso dal marito, precipitando in un gorgo di dolore. Rimasta sola, con due figli e il cane, segnata dall’umiliazione per l’abbandono, la donna, da Torino, torna con la mente ai fantasmi della sua infanzia napoletana, che la trascinano in una caduta rovinosa. Dal libro è tratto il film omonimo con Luca Zingaretti e Margherita Buy, diretto da Roberto Faenza.

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3. La figlia oscura

Fonte: amazon

Leda, insegnante di letteratura inglese, divorziata da tempo, viene lasciata dalle due ragazze, che partono per raggiungere il padre in Canada. La donna, con sua stessa sorpresa, si sente come liberata e la vita le diventa più leggera, tanto che decide di partire per una vacanza al mare in un paesino del sud. Ma, dopo i primi giorni quieti e concentrati, la donna si imbatte in una famiglia poco rassicurante, in eventi minacciosi.

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4. L'amica geniale

 

Fonte: amazon

Il primo volume della saga scritta da Elena Ferrante è diviso in due parti, “Infanzia” e “Adolescenza”, ed è dedicato alla storia di due bambine, Elena (Lenù) e Raffaella (Lila), di un quartiere di Napoli, entrambe molto intelligenti, insofferenti alle regole, che stringono una forte amicizia.

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5. L'amica geniale 2. Storia del nuovo cognome

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Anche nel secondo capitolo si ritrovano Lila ed Elena, con il loro rapporto di amore e odio, l’intreccio inestricabile di dipendenza e la volontà di autoaffermazione.

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6. L'amica geniale 3. Storia di chi fugge e di chi resta

 

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Elena e Lila sono diventate donne, molto presto: Lila si è sposata a sedici anni, ha un figlio piccolo, ha lasciato il marito e l’agiatezza, e lavora come operaia in condizioni durissime, mentre Elena è andata via dal rione, ha studiato alla Normale di Pisa e ha pubblicato un romanzo di successo che le ha aperto le porte di un mondo benestante.

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7. L'amica geniale 4. Storia della bambina perduta

 

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Lina (o Lila) ed Elena (o Lenù) sono ormai adulte, e hanno alle spalle delle vite piene di avvenimenti, scoperte, cadute e rinascite. Ambedue hanno lottato per uscire dal rione natale, Elena è diventata una scrittrice affermata, ha lasciato Napoli, si è sposata e poi separata, ha avuto due figlie e ora torna a Napoli per inseguire un amore giovanile che si è di nuovo materializzato nella sua nuova vita. Lila è invece rimasta a Napoli, invischiata nei rapporti familiari e camorristici, ma si è inventata una sorprendente carriera di imprenditrice informatica.

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