Gli artisti giapponesi sanno raccontarci delle storie ricche di poesia – anche quando parliamo di qualcosa particolarmente drammatico o di genere horror. E Voglio mangiare il tuo pancreas non fa differenza. Si tratta di un film d’animazione che arriverà in Italia il 21, 22 e 23 gennaio, pronto a replicare il successo del romanzo di Yoru Sumino da cui è tratto – che ha venduto 2,6 milioni di copie, come riporta Repubblica – e dell’omonimo manga. Il film è diretto da Shinichiro Uscijima e fa parte della rassegna Stagione degli Anime al Cinema di Nexo Digital in collaborazione con Dynit.
Voglio mangiare il tuo pancreas è una delle espressioni più intense di quella poesia giapponese, che è tale anche quando racconta la malattia e la morte. È un’espressione che avviene per immagini vivide – non a caso, dal romanzo è stato tratto un manga e quindi un anime – e che riesce a farci commuovere, ma senza quel paternalismo e quel pietismo cui le moderne tragedie occidentali ci hanno abituato.
Ma di cosa parla Voglio mangiare il tuo pancreas? Il titolo – molto suggestivo – fa riferimento al fatto che in alcune culture cibarsi delle interiora di un animale è creduto essere un toccasana per guarire da una malattia che ha intaccato gravemente un proprio organo. Ma il libro – e quindi il film – non è la storia di una malattia, o almeno non solo. È la storia di un’amicizia, una grande amicizia tra un ragazzo – il cui nome non viene mai rivelato – e la protagonista Sakura Yamauchi, che soffre per una brutta malattia appunto, ma non lo dà a vedere. È proprio Sakura a pronunciare la frase che dà il titolo all’opera. È amicizia quella tra i due protagonisti, non amore, o almeno non proprio. Non ci sono baci, ma il loro rapporto è così profondo e indispensabile.
La nascita di un'amicizia
Voglio mangiare il tuo pancreas parla innanzi tutto di un’amicizia, tra una ragazza affetta da un brutto male e un ragazzo. Il ragazzo è completamente fuori dalle solite amicizie della ragazza, che è fermamente intenzionata a non rivelare ai suoi conoscenti che la malattia la sta lentamente uccidendo.
Tenerezza
La storia suscita grande tenerezza in particolare perché esplora il tema della malattia. A Sakura è stato dato un anno di vita, ma lei resta comunque la ragazza allegra che è sempre stata.
Una storia a effetto
Per qualcuno la storia è a tratti un po’ scontata, ma in realtà ha una grande presa perché è commovente nella sua semplicità. Non parliamo di una storia d’amore – ma di qualcosa di più intenso: i due protagonisti sono amici e sono complici. Non hanno bisogno di un bacio per essere iconici già così.
Il dramma
Il dramma è rappresentato dalla malattia e acuito dal nascente affetto dei due protagonisti. Il lettore, mentre sfoglia le pagine, desidera ardentemente un lieto fine.
Amicizia o amore?
Dicevamo: no, non si tratta di amore tra i due protagonisti, anche perché sarebbe una trama anche troppo scontata altrimenti. L’arte nipponica ci ha però dato da sempre grandi lezioni di sospensione, il lettore/spettatore è con il fiato sospeso non tanto perché il rapporto tra i due risulta ambiguo, ma perché non ha necessità di risolversi in un sentimento d’amore.
Una storia agrodolce
Nella trama c’è la dolcezza di un rapporto che nasce ma anche l’amarezza del fatto che quel rapporto potrebbe morire insieme a una dei due protagonisti. È anche qui la poesia giapponese del raccontare la raccontare la malattia e la morte.
Bestseller
Il bestseller da cui è tratto il film ha venduto 2,6 milioni di copie. Dal romanzo è stato tratto anche un manga, disegnato da Idumi Kirihara. Nel 2017 ne è stato realizzato anche un film live action.
Rivedersi
Le persone si immedesimano nella storia: molti hanno una persona speciale nella loro vita che ha sofferto per una malattia pericolosa.
Il simbolo
Il pancreas del titolo viene da una frase della protagonista che fa riferimento alla simbologia che in alcune culture ha nutrirsi degli organi di un animale.
Due personaggi molto diversi
Mentre la protagonista femminile è solare – nonostante sia affetta da una malattia terribile – il protagonista maschile, senza nome, è cupo e introverso, come sottolinea EveryEye. È proprio in questa dicotomia che la vicenda assume dei contorni davvero interessanti e solleva delle domande sulla nostra esistenza, sulla vita e sulla morte.
Una coppia che fa scintille
I due protagonisti sono molto teneri insieme ed è questo che colpisce il lettore/spettatore. Per tutto il tempo speriamo che quella brutta malattia non uccida Sakura.
Un successo conclamato
Inscenare la morte non è qualcosa di nuovo nei manga e negli anime giapponesi – da Lady Oscar a Dragon Ball – tuttavia qui c’è qualcosa di più, c’è come un patto tacito con il lettore/spettatore per cui ci si perde in quegli scenari di ciliegi in fiore e ci si gode una storia piena di lirismo.
Il diario
La storia parte dal ritrovamento del diario della protagonista – che in effetti nasconde un grande segreto, la sua malattia appunto. Sakura ha tenuto nascosto tutto a tutti, perché non ha voglia di finire la propria vita tra le lacrime e il dolore degli amici, ma vuole andarsene nel modo più naturale possibile, vivendo la propria vita fino in fondo
Vivere fino in fondo
La lezione è: vivere fino in fondo. Per questo la protagonista sfida la paura della malattia e si lancia senza paracadute in una grande amicizia.
Il finale
Naturalmente il libro va letto e il film va visto. Perché ci teniamo a non svelare il finale. Anche perché non mancano i colpi di scena.
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