Elizabeth Taylor, Audrey Hepburn, Virna Lisi e tutte le donne "svestite" da Marisa Padovan

Paola Jacobbi ripercorre, nel volume edito da Sperling & Kupfer, il successo imprenditoriale di Marisa Padovan, regina indiscussa del beachwear mondiale con le sue creazioni originali, avanguardiste e di haute couture. Che, ancora oggi, non smettono di stupire.

Spesso la vena creativa si nasconde nelle pieghe più nascoste della nostra quotidianità. E, spesso, risiede nelle piccole cose, come una carta da regalo comprata durante un viaggio negli Stati Uniti, capace di tramutarsi nel disegno esclusivo del costume indossato da una delle attrici italiane più in voga del momento.

Nel 1976, infatti, Stefania Sandrelli viene ritratta in uno scatto con un costume maculato, uno dei primi in circolazione in quegli anni. Ad averlo creato è stata una delle innovatrici della moda italiana e internazionale, la stilista Marisa Padovan. È stato il suo sguardo sempre attento e posato sugli stimoli che la circondavano ad averle offerto l’idea: trasformare, appunto, un foglio di carta da regalo comprato in viaggio in un motivo da beachwear.

Naturalmente, è solo una delle innumerevoli suggestioni e peculiarità partorite dall’estro geniale di Marisa Padovan, raccolte e narrate con curiosità e dovizia di particolari in Scostumate. Marisa Padovan – Storie di amori e di bikini, scritto da Paola Jacobbi (con la curatela di Ildo Damiano) ed edito recentemente da Sperling & Kupfer.

Non un semplice omaggio, bensì un vero e proprio viaggio nel mondo visionario ed eclettico di un’imprenditrice senza pari, capace di captare le esigenze delle sue clienti e di valorizzarle al meglio, mediante costumi interi, bikini, négligé, abiti e camicie da notte setose e irresistibili.

Scostumate

Scostumate

Paola Jacobbi ripercorre, nel volume pubblicato da Sperling & Kupfer e curato da Ildo Damiano, il percorso imprenditoriale di Marisa Padovan: stilista di successo che ha applicato le leggi del lusso e dell'alta moda al beachwear, creando costumi originali e tuttora simbolo di emancipazione e libertà.
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Marisa Padovan: la storia di un successo intramontabile

Il luogo dei desideri porta il nome della sua mente creativa. Il negozio Marisa Padovan inaugura, infatti, il 27 maggio 1967 in via delle Carrozze, nel centro di Roma. Un indirizzo quasi “fiabesco”, come sottolinea in apertura Jacobbi, ricolmo di capi di abbigliamento meravigliosi, emblemi di libertà e spensieratezza in un periodo storico dominato dalla voglia di cambiamento e rinascita.

Nelle sue vetrine, un tripudio di tessuti, colori e combinazioni, tra peculiari kimono, pizzi macramé, baby doll ricercati, abiti lunghi con drappeggi, liseuse e vestaglie di stoffe esclusive, cui si affiancheranno, poco dopo, anche le sue punte di diamante: i costumi da bagno, creati su misura per le clienti più facoltose e, spesso, particolarmente celebri.

Ad apprezzare il brand ante litteram di Marisa Padovan vi sono, appunto, non solo le signore dell’alta società, ma anche le attrici più famose dell’epoca, tra cui Virna Lisi, Catherine Spaak, Monica Vitti, Claudia Cardinale e, in particolare, Elizabeth Taylor, conosciuta quando Padovan lavorava nella boutique di lingerie Nylon Style.

Marisa è competente, spigliata e simpatica, e non si dedica solo alla “concettualizzazione” di tagli, ricami e accostamenti, ma si dimostra anche attenta e sensibile nei confronti delle clienti, seguite con cura e occhio vigile.

Tra queste, vi è anche l’attrice hollywoodiana, affezionata a quella ragazza così appassionata e curiosa e sua fedele cliente anche in seguito all’apertura del suo negozio in via delle Carrozze.

Come ricorda Marisa Padovan,

[Elizabeth Taylor] era una donna gentilissima e molto, molto freddolosa. Per lei realizzai soprattutto lussuosi abiti da casa, fatti in esclusiva. Ma poi anche diversi costumi e bikini. Era piccola, con un grande seno che faceva di tutto per nascondere.

Completamente diversa, a livello fisico, ma altrettanto affezionata a Marisa fu anche Audrey Hepburn, per la quale

bisognava costruire tutto per creare un po’ di curve: prediligeva l’intero in tinte brillanti, spesso arricchito da nervure e applicazioni discrete. Aveva una bellissima figura, che andava aiutata in alcuni punti. Era una donna molto dolce, ma anche molto provata.

Ciò che rese – e rende tuttora – Marisa Padovan una professionista e imprenditrice di successo è, infatti, la cura quasi maniacale del dettaglio. La stilista di Belluno – ma naturalizzata romana – ha applicato le regole del lusso e della haute couture all’intimo e al beachwear, lavorando incessantemente su rifiniture, ricami, drappeggi e tessuti funzionali a rendere sempre più comodi e originali i suoi costumi da bagno, come tulle con pois in rilievo, sangallo, trame a nido d’ape e molto altro.

Pezzi unici, creati a mano e su misura, per offrire a ciascuna cliente quell’attenzione e quella consulenza che solo i grandi artigiani sono in grado di garantire, sintomo di infaticabile dedizione ed elevato professionismo. Come ricorda, a tal proposito, Gian Domenico, a lungo compagno di Padovan e padre della loro unica figlia, Flavia:

Marisa non smetteva mai di lavorare, nemmeno su una spiaggia deserta. Aveva sempre in valigia un mucchio di campioni di tessuto. Li immergeva nell’acqua, ci strofinava sopra la sabbia, li faceva asciugare al sole per testarne la resistenza, l’elasticità, la capacità di assorbire l’acqua. Una scienziata.

Nel segno dell’indipendenza

Marisa e Flavia Padovan
Fonte: Il Messaggero

Forse è anche per questo che, nonostante il successo mondiale e la stima profonda dimostrata da parte dei colleghi, Marisa Padovan ha sempre scelto di centellinare le sue collaborazioni con l’alta moda in quanto consulente sul beachwear. Un esempio: ha collaborato con Valentino, ma ha rifiutato l’offerta di grandi magazzini americani e, soprattutto, di Dior:

Non mi andava – precisa –, mi sarei sentita usata e poco libera.

Marisa Padovan, infatti, è cresciuta in un contesto totalmente al femminile e ha impresso alla sua azienda la fisionomia di un’impresa familiare, coadiuvata, fin da quando erano piccole, dalle sorelle Alessandra e Maria e proseguita ora, se pur in modi diversi, dalla figlia Flavia e dal suo marchio.

La sua caparbietà, la sua inventiva, il suo modo di approcciarsi alle creazioni e alle clienti sono doti così rare da non poter essere imbrigliate nelle dinamiche del lavoro industriale: Padovan è sempre stata “troppo” libera e indipendente per lavorare per altre persone, ed è proprio questa la forza che, da sempre, caratterizza il suo lavoro. Controllato passo dopo passo.

Io non so cucire neanche un bottone – confessa, appunto, Marisa –, ma so dirigere molto bene il lavoro altrui e lo controllo dal diritto al rovescio.

E tutto deve essere perfetto e, soprattutto, deve rispondere alle esigenze delle clienti. Anche se

alcune pretendevano l’impossibile. Forse mi scambiavano per un chirurgo plastico. Non si possono fare miracoli per quelle che vorrebbero, da un giorno all’altro, sembrare delle top model. A volte, durante le prove che si facevano in vista dell’estate, ad alcune con cui ero più in confidenza raccomandavo che si mettessero a dieta. In genere mi davano retta, perché sapevano che il mio impegno stava nel far di tutto per valorizzare le parti belle del corpo e nascondere i difetti. Ovviamente solo con i costumi. Anche se, a un certo punto, hanno davvero cominciato a definirmi la Pitanguy (il chirurgo plastico più famoso al mondo, N.d.R.) dei costumi da bagno.

Una “chirurga con l’ago”, si potrebbe dire, dal momento che le creazioni di Padovan apparivano realmente come delle piccole opere di ingegneria, ricche di trucchi con cui intervenire per rispondere alle necessità più disparate delle clienti: dalle imbottiture per il seno alle asimmetrie per slanciare le gambe, fino alle fodere speciali per appiattire il ventre e le lavorazioni per risaltare i glutei.

Un lavoro delicato, che si innesta in un momento – la cosiddetta (e senza senso) prova costume – in cui purtroppo le persone, nella maggior parte dei casi, si sentono ancora insicure delle proprie forme, a prescindere dai soldi deposti in banca e dal successo ottenuto. Come precisa, infatti, Marisa Padovan:

Nemmeno le donne più belle sono a loro agio quando si provano un costume. Quasi tutte si sentono brutte, è roba da non credere, ma è così. Per questo il rapporto personale è decisivo, per questo le mie clienti le ho conquistate anno dopo anno, stagione dopo stagione.

E continuerà a farlo, anche grazie alle rivoluzioni sempre più avanguardiste e tecnologiche messe in atto dalla sua mente creativa, dalle stampe in 3D ai costumi dipinti a mano, fino al pizzo stretch e waterproof. Una vera e propria fucina di idee e determinazione, che, fin da quando era piccola, ha segnato la via di un’esistenza votata all’indipendenza, alla libertà e alla genialità.

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