L'incredibile storia di Luciana Frassati Gawronska, "un'italiana in armi per la libertà"
Le mille avventure di una donna italiana protagonista del Novecento europeo. Il racconto della sua vita da temeraria nel romanzo di Marina Valensise.
Le mille avventure di una donna italiana protagonista del Novecento europeo. Il racconto della sua vita da temeraria nel romanzo di Marina Valensise.
La Temeraria, così Marina Valensise definisce Luciana Frassati Gawronska nel suo romanzo edito Marsilio, racconto della storia incredibile di una donna italiana che si è battuta per la libertà.
Un romanzo che è un po’ anche un’autobiografia. Valensise, infatti, decide di dedicarsi alla stesura di quest’opera una volta ritornata dal suo periodo come direttrice dell’Istituto italiano di cultura di Parigi. A spingerla nell’impresa è anche il legame personale con la donna, madre di un suo caro amico. La casa d’infanzia di Luciana Frassati Gawronska, Villa Ametis a Pollone nel biellese, diventa la principale fonte per il lavoro di Valensise che ritrova numerosissimi documenti sulla vita piena di eventi della donna. Molti dei quali redatti di proprio pugno dalla stessa Luciana e mai prima di allora visionati da nessuno. L’autrice in suo articolo per Il Foglio scrive:
Ordinato in venticinque faldoni, l’archivio raccolto da Luciana e religiosamente conservato dai figli contiene centinaia di lettere, testimonianze, varie versioni del dattiloscritto dell’autobiografia da lei iniziata in tarda età e sottoposta a revisione continua. E poi gli scritti e la corrispondenza relativa a “Il destino passa per Varsavia”, il suo libro di memorie sugli anni della guerra. Quel libro, pubblicato dall’editore Cappelli nel 1949, e ristampato nel 1985 dal Mulino con una prefazione di Renzo De Felice, Luciana lo scrisse a Roma nel Dopoguerra, assistita dall’amico Stanislaw Starczewski, con cui aveva condiviso tante avventure.
È Luciana Frassati Gawronska stessa, quindi, a offrire un quadro dettagliato e preciso della sua vita. Ciò ha facilitato il lavoro di indagine di Valensise e allo stesso tempo ha complicato la ricerca della verità, nel tentativo di comprendere quanto nei documenti fosse reale e quanto fosse il frutto della precisa intenzione di consegnare un’immagine di se stessa ai posteri.
Scrivere di Luciana Frassati Gawronska significa scrivere di una donna che col suo coraggio e la sua energia entra di diritto tra i personaggi più emblematici del Novecento del nostro paese. Questo perché lei il Novecento lo la vissuto a pieno. Per questo la sua storia si intreccia con tutta la storia mondiale e la sua biografia diventa un resoconto della storia del secolo scorso.
Figlia di Alfredo Frassati, fondatore de La Stampa e ambasciatore a Berlino durante il governo Giolitti, nasce nella villa della famiglia materna e divide i primi anni della sua vita tra Torino, dove si dedicava allo studio della giurisprudenza con profitto, e la Germania, dove suo padre viveva per lavoro.
Conosce e sposa il diplomatico polacco Jan Gawronska, con il quale viaggia per tutto il mondo. Insieme a lui, durante la guerra, si batte per la libertà della Polonia. Autorizzata da Mussolini in persona, viaggia tra Italia e Polonia contribuendo a liberare 187 professori deportati dall’Università di Cracovia. Fervente cattolica e antinazista, aiutò un gran numero di ebrei del paese e salvò la vita della moglie del capo del governo polacco spacciandola per la sua governante.
Il sospetto che fosse una spia la fa finire nella ‘lista nera’ della Gestapo. Nel febbraio del 1944 un agente tedesco si reca a Roma per arrestarla. Lei finge di essere malata e in cura da un medico che in realtà era il suo massaggiatore. Usa questa menzogna per scappare e rifugiarsi in Vaticano.
Finita la guerra, inizia la sua campagna per la beatificazione del fratello Pier Giorgio, morto prematuramente a 24 anni. Si dedica alla scrittura, redigendo anche una biografia del padre. Vive una vita lunghissima e muore nel 2007 all’età di 107 anni.
Instancabile viaggiatrice, diplomatica sempre schierata in campo, Luciana Frassati Gawronska ha vissuto intensamente i più grandi avvenimenti del Secolo Breve. Dagli anni della rivoluzione a Istanbul, alla guerra in Libia; dalla Varsavia della guerra, alla caduta del Muro di Berlino. Molte vite in una all’insegna di battaglie sociali e politiche.
A sua figlia Nella scrisse:
Io voglio morire possibilmente almeno 10 anni prima di morire veramente, per non dover lasciare nulla di speciale che il proprio ricordo.
Femminista un po' filosofo. Cresciuto in riva al mare. Scrivo per ampliare il mio sguardo sul mondo e provare a interpretare la realtà.
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