Una serie di sfortunati eventi

Recensione e trama

Per tutta la vita Klaus aveva creduto che se si leggevano libri a sufficienza si poteva risolvere qualunque problema, ma ora non ne era più tanto sicuro.

Non è stato solo un film con Jim Carrey, adesso la saga di Una serie di sfortunati eventi (A Series of Unfortunate Events), il ciclo di romanzi per ragazzi scritto da Lemony Snicket (pseudonimo di Daniel Handler) e illustrato da Brett Helquist è diventato anche una serie televisiva, prodotta da Netflix, andata in onda a partire dal gennaio del 2017.

Il ciclo che ha per protagonisti Violet, Klaus e Sunny Baudelaire ha venduto complessivamente 55 milioni di copie, diventando un vero e proprio best seller nella letteratura dedicata ai più giovani-
Come si intuisce dal titolo, la trama segue le sfortunate vicende dei tre orfani che, persi i genitori in un incendio, vengono affidati alle cure del tutore Conte Olaf, il quale però si rivela un personaggio tutt’altro che affabile, ma un vero e proprio criminale che tenta in tutti i modi di impossessarsi del loro vasto patrimonio economico; proprio dalla fuga da quell’antagonista malvagio hanno inizio le peripezie affrontate dai tre fratelli, che nel percorso non solo dovranno difendersi, ma anche scoprire i misteri collegati alla morte dei genitori. Ad aiutarli, oltre al loro impegno, alla forza di volontà e all’impegno reciproco, anche i trigemini Pantano, un altro gruppo di orfani che condivide una storia simile alla loro.

Il primo libro della serie, Un infausto inizio, è uscito nel 1999, l’ultimo nel 2006; dalla serie sono stati tratti anche 9 spin off, mentre la versione Netflix è stata ideata da Mark Hudis.