Il segno dell'aquila

Recensione e trama

Il segno dell’aquila di Marco Buticchi è un’avventura intricata, una storia sospesa tra realtà e fantasia, due storie separate che si uniscono creando un emozionante finale.

Oswald Breil deve affrontare la scomparsa di una ricercatrice, una cosa non semplice, visto che al tempo stesso si trova coinvolto in una lotta contro la temibile minaccia di una triplice e anomala alleanza tra una confraternita cattolica, il capo del Mossad israeliano e l’Isis, che rischia di avere il sopravvento se verrà rinvenuto un antico sepolcro romano, la cui ubicazione è avvolta nel mistero.

Vel è un adolescente etrusco che vive a Tarquinia, che, dopo essere stato diseredato dal figlio del re di Roma Tarquinio il Superbo, è costretto a vagare alla ricerca dei propri cari, affrontando pericoli e avventure, conoscendo l’amore e diventando l’architetto preferito da re e imperatori.

In questo romanzo la storia antica e quella contemporanea si mescolano tra loro creando un amalgama perfetto fatto di personaggi reali e altri di fantasia, di fatti storici e di suggestioni, anche scottanti, che si riferiscono al nostro presente.

La ricostruzione storica è estremamente accurata, in grado di far sentire chi legge parte di un mondo antico.

In conclusione, un romanzo capace di regalare emozioni e avventure.