Ormai anziano, superata la soglia dei settant’anni, Alessandro Manzoni si trovò tra le mani una delle tante copie del suo più grande successo, I Promessi Sposi. Apparteneva a una sua nipote, che desiderava da lui una dedica personale. La giovane si chiamava proprio come la prima moglie dello scrittore, Enrichetta Blondel, morta poco più che quarantenne, sfiancata dalle dieci gravidanze e ormai cieca.

Le parole, riportate nel volume Scritti sul Manzoni di Giovanni Colombo, manifestano il grande amore di Manzoni per la sua compagna di vita, scomparsa prematuramente.

Enrichetta! Nome soave, sacro, benedetto per chi ha potuto conoscer quella, in nome di cui ti fu dato; nome che significa fede, purità, senno, amor de’suoi, benevolenza per tutti, sacrifizio, umiltà, tutto ciò che è santo, tutto ciò che è amabile. Possa questo nome, con la grazia del Signore, essere per te un consigliere perpetuo, e come un esempio vivente.

Enrichetta Blondel fu la sua prima musa, la donna che decise di sposare nonostante gli impedimenti dirimenti. Se nei Promessi Sposi si trattava di un nemico in carne e ossa, che voleva portar via a Renzo la sua Lucia, nel caso di Manzoni si trattò di una fede religiosa contrastante.

E, come i protagonisti del suo libro, Alessandro ed Enrichetta si trovarono di fronte un nemico che non sembrava alla loro portata. “I preti non vogliono benedire il mio matrimonio per la differenza di culto”, scriveva lui all’amico Claude Fauriel, in una delle sue tante lettere. Lui, italiano e nobile, voleva sposare una svizzera di fede calvinista: quel matrimonio non s’aveva da fare, ma venne celebrato comunque e con rito protestante, nel 1808, senza banchetto e senza feste.

Gli impedimenti tornarono a farsi sentire un anno dopo, alla nascita della primogenita Giulia Claudia, che Alessandro Manzoni decise di battezzare con rito cattolico. Enrichetta, mite, dolce e virtuosa proprio come l’eroina dei Promessi Sposi, decise quindi di rinunciare alla sua fede.

Proprio come l’addio ai monti di Lucia, abbandonò per sempre qualcosa che aveva fatto parte della sua vita fin dalla nascita e si convertì al cattolicesimo. Il suo atto di abiura venne accolto negativamente dalla sua famiglia d’origine, ma allo stesso tempo spinse il marito a riavvicinarsi alla sua stessa fede.

Enrichetta fu il cuore della famiglia Manzoni e la sua morte, il giorno di Natale del 1833, devastò lo scrittore. Nei suoi anni insieme al marito, aveva fatto tutto il possibile per creare uno spazio propizio intorno a lui, per favorire il suo lavoro. I Promessi Sposi erano nati nella quiete della villa di Brusuglio, dove la famiglia viveva da tempo e dove, qualche tempo dopo, arrivò anche la seconda musa di Manzoni.

Quando conobbe Teresa Borri, già vedova e madre, ne fu subito conquistato: così, nel 1836, le chiese la mano. Lei accettò, non senza qualche titubanza, ma poi gli dedicò il resto della sua vita, accettando anche la malinconia che velava i suoi ricordi, per sempre legati a Enrichetta.

Dotata di un carattere forte, di grande personalità e di una buona cultura, Teresa non instaurò mai un rapporto affettuoso con i figli nati dal primo matrimonio di Manzoni. Si adoperò invece per supportare la carriera del marito, aiutandolo anche economicamente in un momento difficile per lui e consigliandogli di far uscire il romanzo a fascicoli e con illustrazioni.

Poi, a 45 anni, sembrò ammalarsi gravemente: tumore, le dissero, ma in realtà si trattava di una gravidanza gemellare. Le due bambine morirono subito dopo il parto e Teresa non si riprese mai più: morì nel 1861, dopo molti anni di malattia, lasciando nuovamente vedovo Alessandro Manzoni.

Era forse il suo momento di massima fama, costellato da infiniti riconoscimenti, ma la sua vita personale era ormai precipitata. Oltre alla seconda moglie, nel giro di pochi anni se ne andarono anche l’amata madre, quattro figlie e molti cari amici. Morì nel 1873, per le conseguenze di una banale caduta, dopo una lunga vita passata all’ombra delle robinie del suo giardino e dell’affetto della sua famiglia.

Sfogliate la gallery per ripercorrere la storia dell’autore de I Promessi Sposi e delle sue due muse…

Enrichetta e Teresa, due donne senza le quali forse non avremmo i Promessi Sposi
Fonte: Wikimedia
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