In ricordo di Luis Sepúlveda, che con Carmen scrisse "la più bella storia d'amore"
In ricordo di Luis Sepúlveda, morto a causa del Covid, che con la sua amata Carmen, persa e poi ritrovata, scrisse "la più bella storia d'amore".
In ricordo di Luis Sepúlveda, morto a causa del Covid, che con la sua amata Carmen, persa e poi ritrovata, scrisse "la più bella storia d'amore".
Luis Sepúlveda ha perso la sua battaglia contro il Covid nell’aprile del 2020; lo scrittore è morto in un ospedale di Oviedo, in quella Spagna che lo ha accolto ed è diventata la sua seconda terra, dopo quasi due mesi di ricovero a causa dell’infezione contratta a febbraio.
Nella sua vita, e nella sua carriera quasi quarantennale, lo scrittore cileno di lotte ne ha fatte tante. Contro il regime di Pinochet che l’ha allontanato dall’amata Carmen e sbattuto in galera prima, contro l’esilio poi, infine al fianco di Greenpeace, dove ha lavorato come membro di equipaggio su una delle loro navi dal 1982 al 1987.
È una storia, quella di Sepúlveda, che potrebbe essere stata scritta dal suo stesso genio visionario, romantica, a tratti densa di tensione, di risvolti inaspettati. Ma, soprattutto, di amore. Quello che l’ha legato per 52 anni alla sua Carmen Yáñez, conosciuta nel ’68 quando lei era appena quindicenne, a cui ha dedicato alcuni dei più bei versi mai scritti in poesia in quella che, molto significativamente, ha chiamato La más bella historia de amor, la più bella storia d’amore.
Di amore, però, Sepúlveda ha parlato spesso e volentieri nei suoi romanzi: a partire dal primo libro, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, dedicato a Chico Mendes, in cui ha regalato ai lettori una cronaca dei sette mesi trascorsi nella foresta amazzonica con gli indios Shuar, per proseguire poi con le sue storie di “amicizie” differenti, quelle che hanno legato e sono state il fulcro di alcune delle sue “favole” più famose. Una su tutte, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, diventata un best seller, un film animato, e il suo titolo iconico.
Di romanzi, però, Sepúlveda ne ha lasciati più di 30, l’ultimo, Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa, nel 2018.
Avevano sperato, Luis e Carmen, di ritrovarsi a casa, nella ormai “loro” Gijón, diventata residenza fissa della coppia dal 1996, dopo anni passati in pellegrinaggio, forzato e volontario, prima a causa dell’esilio e poi per la naturale curiosità che spingeva Sepúlveda a voler conoscere altri luoghi, altre culture, comunità diverse.
Lei, risultata positiva come lui al COVID-19 di rientro a casa dopo aver partecipato con il marito al festival letterario Correntes d’Escritas che si è tenuto dal 18 al 23 febbraio a Póvoa de Varzim, nel nord del Portogallo, è stata due settimane prima della morte del suo amato, con la speranza, vana, di riabbracciare l’uomo che per più di mezzo secolo le è stato al fianco, e che neppure l’allontanamento forzato e un divorzio era riuscito a far sparire dalla sua vita.
Ci è riuscito il Covid a chiudere, nel peggiore dei modi, quello che resta un bellissimo romanzo d’amore.
Questi i libri più famosi pubblicati nella sua carriera dallo scrittore cileno:
Tratta dalla raccolta “Poesie senza patria”, edita da Guanda (2003), questa è la poesia che lo scrittore dedicò alla moglie.
L’ultima nota del tuo addio
mi disse che non sapevo nulla
e che arrivavo
al tempo necessario
di imparare i perché della materia.
Così, fra pietra e pietra
seppi che sommare è unire
e che sottrarre ci lascia
soli e vuoti.
Che i colori riflettono
l’ingenua volontà dell’occhio.
Che i solfeggi e i sol
raddoppiano la fame dell’orecchio
Che è la strada e la polvere
la ragione dei passi.Che la via più breve
fra due punti
è il giro che li unisce
in un abbraccio sorpreso.Che due più due
può essere un pezzo di Vivaldi.
Che i geni gentili
stanno nelle bottiglie di buon vino.Una volta imparato tutto questo
tornai a disfare l’eco del tuo addio
e al suo posto palpitante scrissi
la Più Bella Storia d’Amore
ma, come dice l’adagio,
non si finisce mai
d’imparare e aver dubbi.Così, ancora una volta
facilmente come nasce una rosa
o si morde la coda un a stella cadente,
seppi che la mia opera era scritta
perché La Più Bella Storia d’Amore
è possibile solo
nella serena e inquietante
calligrafia dei tuoi occhi
Luis conosce Carmen nel 1968, quando lei ha solo quindici anni. Tre anni più tardi, nel 1971, sotto il governo di Salvador Allende, i due si uniscono in matrimonio, e hanno un figlio, Carlos. Nel 1973 il regime di Augusto Pinochet, subentrato con un golpe in Cile, spezza l’incantesimo: Sepúlveda, che fa parte della scorta presidenziale, quell’11 Settembre si trova nel Palazzo dove Allende viene ucciso, viene arrestato e torturato. Passa sette mesi in carcere, venendo scarcerato solo grazie alle pressioni di Amnesty International.
Mentre Carmen teme che Lucho (così lo chiamava, mentre lei era la Pelusa) sia morto, una mattina una macchina della polizia si ferma davanti casa, stavolta per lei. Carmen subisce torture indicibili a Villa Grimaldi, uno dei principali centri di detenzione e di tortura utilizzati dalla DINA, la polizia segreta cilena, parlandone in alcuni versi delle sue poesie. Uno su tutti
le molte bende insanguinate e l’odore inconfondibile della paura.
Fuori dal carcere Sepúlveda minaccia di farsi esplodere davanti alla Vicaria de la Solidaridad, unico rifugio per i parenti delle vittime, pur di riuscire a salvarla, ma poi viene esiliato, e comincia così la sua lunga latitanza.
Dopo dieci anni circa si ritrovano in Europa, entrambi impegnati in altre storie. Luis è sposato con Margarita, una ragazza di Amburgo da cui ha tre bambini, mentre Carmen ha un figlio da un altro uomo. La loro unione, anche artistica, però, è troppo forte: cominciano lunghe telefonate tra i due per valutare le bozze del Vecchio che leggeva romanzi d’amore.
L’amore è troppo forte, tanto che è la stessa Margarita a organizzare, nella loro casa nella Foresta Nera, una “festa del divorzio”, invitando al party persino la sua rivale.
Nel 1982 venne in contatto con l’organizzazione ecologista Greenpeace, per cui lavorò fino al 1987. Dal 1989 poté tornare in Cile, ma sette anni più tardi preferì mettere la sua residenza con Carmen in Spagna.
Nella sua carriera di autore, iniziata nel 1989, Luis Sepúlveda ha scritto trentadue romanzi e vinto numerosi premi. Ha diretto come regista il film Nowhere, nel 2002, e il documentario Corazonverde, nello stesso anno.
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