Che la forza e la tenacia siano delle armi potentissime contro le disabilità fisiche ce lo dimostra la storia di Gabriela Brimmer. Scrittrice e attivista per i diritti dei disabili, affetta da una paralisi celebrale congenita e autrice di poesie scritte con un dito del piede sinistro, unico di cui controllava la mobilità.

Qualcosa che mi è servito molto in tutta la mia esistenza è essere consapevole delle cose che posso fare e di quelle che non posso, ad esempio so che non posso correre, ma con i miei pensieri posso volare in una frazione di secondo nei luoghi più distanti; che mi è difficile parlare, ma i miei libri, le mie lettere e la mia poesia parlano molto per me; le mie mani forse non sapranno accarezzare e tuttavia ho saputo amare come donna, come madre e come amica.

Gaby Brimmer: An Autobiography in Three Voices

Gaby Brimmer: An Autobiography in Three Voices

65 € su Amazon

Gabriela Brimmer, per tutti Gaby, nacque a Città del Messico il 12 settembre 1947. Figlia di immigrati austriaci ebrei in fuga dai nazisti, ebbe le prime convulsioni appena rientrata in casa dall’ospedale e i genitori intuirono la presenza di problematiche fisiche.

All’età di cinque anni i genitori decisero di affiancarle come tata Florencia Sànchez Morales, una donna indigena messicana che non sapeva leggere e scrivere. Fu propria l’estrema sensibilità di Florencia ad aiutare Gabriela più di tutto. Tra le due si venne a creare un rapporto profondamente confidenziale e intimo, fatto di reciproco sostengo. Florencia aiutò Gabriela a trovare una via per esprimere se stessa, facendole capire di poter comunicare con il mondo attraverso il piede sinistro e nel frattempo imparò lei stessa a leggere e scrivere. Il legame tra le due restò indissolubile per tutta la vita.

A causa della sua disabilità Gabriela si iscrisse alla scuola elementare del centro di riabilitazione Múscolo Esquelético, dove il suo insegnante riconobbe le sue doti e la sua passione per la letteratura e la incoraggiò a cimentarsi nella scrittura di poesie.

Gabriela Brimmer, però, non si accontentò di ricevere l’educazione ‘speciale’ che le era destinata. Lottò per iscriversi in un istituto superiore convenzionale prima, e alla facoltà di sociologia poi. Fu la prima persona messicana con disabilità a farlo, anche se non terminerà mai gli studi.

A causa delle barriere architettoniche e umane dell’UNAM, studiai solo per due o tre semestri.

In breve tempo la sua carriera di scrittrice decolla e, sempre accompagnata dalla sua fedele Florencia, diventa una delle più rinomate poetesse messicane. Nello stesso periodo inizia a tenere conferenze e decide di dedicarsi all’attivismo. Negli anni Ottanta fonda un’organizzazione per la tutela delle persone con disabilità motorie, la ADEPAM.

Gaby Brimmer

Gaby Brimmer

Compra su Amazon

In concomitanza con l’intensificarsi del suo attivismo, sul finire degli anni Ottanta, perde la mobilità del piede sinistro. Tuttavia, continua a dedicarsi alla scrittura grazie all’ausilio dell’inseparabile Florencia e dei primi computer.

Nel 1987 l’affascinante storia di questa poetessa messicana viene rappresentata nel film ‘Gaby, una storia vera‘, diretto da Luis Mandoki, nominato a molteplici Oscar. La pellicola racconta le lotte e la tenacia di Gabriela Brimmer, dedicando molto spazio alla vita sentimentale della poetessa. I suoi primi amori, le delusioni e gli abbandoni sono al centro della narrazione. Così come anche il rapporto con Florencia e la decisione di adottare una bambina, Alma Florencia, che le due donne cresceranno insieme.

Gabriela Brimmer muore il 2 gennaio 2000, a Città del Messico, dove aveva vissuto per tutta la sua vita. In suo onore e per celebrare la tenacia e la forza con cui ha lottato per tutta la sua vita è stato istituito il Premio Nazionale Riabilitazione.

Sono una donna felice, socievole, molto credente nelle nobili cause dell’umanità. Sono apolitica e non sto con nessun partito politico in particolare, anche se mi piace sapere un po’ di tutto, amo stare a contatto con la natura, amo la musica e il cinema. Mi rattrista molto vedere come l’uomo sia il peggior nemico dell’uomo stesso.

 

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!
  • Storie di Donne