In Europa, l’Italia si distingue per avere salari medi tra i più bassi, con una situazione particolarmente critica per i laureati. Secondo i dati Eurostat, le retribuzioni dei laureati italiani si collocano ben al di sotto della media europea, con gli uomini che guadagnano in media 3.653 euro al mese rispetto ai 3.981 euro dei colleghi europei, mentre le donne percepiscono 2.593 euro contro una media UE di 2.888 euro.

Questa disparità non è solo una questione di numeri, ma riflette anche una stagnazione dei salari in relazione al costo della vita, come sottolinea l’economista Azzurra Rinaldi, docente di economia politica presso l’Università Unitelma Sapienza che ha da poco pubblicato il libro Come chiedere un aumento di stipendio, edito da Fabbri Editori.

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Come chiedere l'aumento. Strategie e pratiche per darti il giusto valore

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“Negli ultimi 20 anni, a fronte di una crescita media del 20%, le retribuzioni si sono ridotte in rapporto al costo della vita. Per le donne va ancora peggio, perché il gender gap salariale è molto marcato: gli ultimi dati Inps ci dimostrano che in Italia gli uomini guadagnano in media 8.000 euro in più rispetto alle colleghe”, spiega Rinaldi.

Ma quanti lavoratori, pur consapevoli di essere sottopagati, trovano il coraggio di chiedere un aumento? E, più importante, quanti sanno come farlo efficacemente? Azzurra Rinaldi nel suo libro affronta proprio questo tema, offrendo consigli pratici su come prepararsi per una negoziazione salariale, partendo dalla consapevolezza del proprio valore.

I 3 consigli di Azzurra Rinaldi

Prima di tutto, è cruciale riconoscere il proprio valore e superare quel senso di inadeguatezza che spesso accompagna le richieste di un aumento. Questo è particolarmente rilevante per le donne, che, secondo un report di KPMG, sperimentano frequentemente la Sindrome dell’impostore: un fenomeno psicologico che porta a dubitare delle proprie competenze e a sottovalutare i propri successi. Rinaldi insiste sull’importanza di estirpare questa convinzione errata, che può sabotare qualsiasi tentativo di negoziazione.

Un altro prezioso consiglio è quello di documentare i propri successi. Prendere nota dei risultati ottenuti nel lavoro quotidiano può forse sembrare banale, ma è un esercizio potente per rafforzare la propria autostima e prepararsi al meglio per un colloquio o una trattativa.

Che si tratti di un cliente acquisito, un progetto ben riuscito, o un riconoscimento pubblico, tutto dovrebbe essere registrato in un documento personale. Questo archivio di successi non solo serve a ricordare il proprio valore, ma diventa anche uno strumento concreto durante la negoziazione: quando si è chiamati a giustificare una richiesta di aumento, avere dei dati concreti a supporto delle proprie affermazioni può fare la differenza.

“Per accrescere la nostra consapevolezza ed essere pronte al momento del colloquio, è sufficiente prendere nota di volta in volta dei nostri progressi. Ci riesce molto facile archiviare i risultati raggiunti, mentre tendiamo a ricordare soprattutto gli insuccessi. Per evitarlo, è sufficiente prendere un foglio excel, un diario, un documento word e appuntare, “registrare” ciò che di buono realizziamo giorno dopo giorno. Bastano 30 secondi”, dice Rinaldi.

Tuttavia, prepararsi per una negoziazione salariale non significa solo concentrarsi su se stessi. È altrettanto importante, dice Rinaldi, avere una visione chiara del contesto in cui ci si muove. Conoscere il livello retributivo di colleghi con simili competenze e responsabilità, capire quali percorsi di carriera hanno seguito i propri superiori e quali tipologie di dipendenti sono generalmente premiate dall’azienda, sono tutte informazioni cruciali.

Analizzare anche i dati di mercato e lo stato dell’azienda permette di comprendere meglio quale sia la posizione negoziale, evitando di avanzare richieste che potrebbero essere considerate irrealistiche o mal contestualizzate.

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