Chiara Sfregola: "Matrimonio, un'istituzione patriarcale che diventa femminista"

"Il matrimonio lo fanno le persone che lo abitano e due femministe fanno un matrimonio femminista".

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Il matrimonio è un’istituzione patriarcale, nata storicamente per normare un patto sociale tra famiglie, in cui a fare da perno è la sottomissione della donna e la valorizzazione del potere maschile.

A dirlo non è solo Chiara Sfregola, in questa intervista per la recente uscita di Signorina. Memorie di una ragazza sposata, edito da Fandango Libri, ma è un dato di fatto.

Signorina. Memorie di una ragazza sposata

Signorina. Memorie di una ragazza sposata

Chiara Sfregola, da lesbica, femminista e moglie, racconta con un passo a metà tra saggistica e memoir cosa significa, oggi, il matrimonio.
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Qualcuno può storcere il naso, sentirsi offeso in prima persona o pensare a una visione estremista del tema, ma si tratta di prendere consapevolezza di un retaggio antropologico e culturale che, sebbene edulcorato, ci siamo portati dietro fino ai giorni nostri.

Il discorso sarebbe lungo e prenderebbe le mosse dai matrimoni di potere che nel corso dei secoli non hanno fatto l’amore tra due persone, ma la Storia e l’annessione di terre o al contrario guerre di secessione.
Nel libro della Sfregola, sono elencate le principali tappe italiane ed Europee che mostrano, con i fatti e le leggi, come questa cultura patrilineare non faccia parte solo di un passato lontano, ma sia presente e tuttora si fatichi a trovare una reale parità tra l’uomo e la donna uniti in matrimonio (basti pensare alla questione della cura dei figli, della casa e alla situazione del lavoro femminile in Italia)… Se si parla esclusivamente di nozze eterosessuale.
Cosa che, per fortuna, oggi non ha più senso fare in relazione all’istituzione matrimoniale, visto che dall’11 maggio 2016 le unioni civili sono legge.

Ed è uno sguardo parziale cui non cede Chiara Sfregola, che da lesbica, femminista e moglie, non si limita a una sorta di memoir del suo matrimonio, ma si spinge anche nel territorio della saggistica, consegnandoci pagine di estrema attualità su cosa è stato storicamente e cosa sta diventando, oggi, il matrimonio. 

“Perché una femminista dovrebbe sposarsi?”.
Da donna etero, è una domanda che mi sono sentita porre spesso dal momento in cui ho scelto di convolare a nozze, seppur civilmente.

“Perché due femministe come voi dovrebbero sposarsi?”.

È una delle domande – insieme a “Signora o signorina?” – che hanno spinto Sfregola a scrivere questo libro.
Il sottinteso è sempre lo stesso: perché una donna che voglia dirsi libera e combattere contro il maschilismo ancora radicato nella nostra società accetta di aderire alla più patriarcale delle istituzioni.

Chiara Sfregola offre non solo una risposta a un quesito legittimo, ma fa di un apparente atto di sottomissione allo status quo un gesto rivoluzionario e di grande attivismo.
Ci si sposa per appropriarsi di un’istituzione patriarcale e renderla femminista: il matrimonio come atto politico.

“Il matrimonio lo fanno le persone che lo abitano e due femministe fanno un matrimonio femminista”.
Dichiara Sfregola, cui prendo in prestito le parole per dire che lo stesso avviene quando la coppia è costituita da due femminist* eterosessuali.

Quello che Chiara Sfregola ha da offrire a chi voglia oggi interrogarsi sul senso del matrimonio è però anche un’altra visione: perché una coppia omosessuale può mostrare con maggiore naturalezza alla società come costruire un matrimonio davvero paritario, proprio perché non soggetto a una subordinazione atavica tra i sessi, di cui restano tracce in microatteggiamente inconsci persino in chi è lontano da qualsiasi logica maschilista.

Lo spiega bene in questa intervista Sfregola, quando parla di sesso lesbico, di donne e lavoro e della cura della casa e dei figli.
Chi crede che la parità sia una lotta ancora tutta da combattere, troverà in questo libro interessanti spunti di riflessioni, a prescindere dal proprio orientamento sessuale.
Chi invece ha storto il naso a sentir parlare di matrimonio patriarcale e di come le coppie omosessuali possano mostrarci la strada per un matrimonio davvero paritario, beh, dovrebbe correre il rischio di mettere in gioco le proprie convinzione e provare ad ascoltare.

Perché ampliare i diritti – fino anche alla proposta che Chiara Sfregola fa in conclusione di questa video intervista – non significa toglierne a nessuno. E che i diritti siano per tutti e non solo per alcuni non può mai essere un male: è il principio di ogni società equa e giusta.

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