Storia di una ladra di libri
Un romanzo che vive di un'atmosfera tra i "Ragazzi della Via Pal" - ma nella Germania nazista - e "Ogni cosa illuminta".
D di Repubblica
Il tipo di libro che ti cambia la vita.
The New York Times
Oltre al potere della parola, quel che rende davvero toccante questa storia è scoprire che la gentilezza si può nascondere anche nella realtà più orrenda e crudele.
Booklist
Originale, vitale, tragico e potente. "Storia di una ladra di libri" è un romanzo magnifico che si fa leggere tutto d'un fiato.
The Guardian
Consigliato a
Chi ama la narrativa e le storie toccanti.
Il nostro voto
Recensione e trama
La toccante storia di una bambina che, grazie al potere delle parole e all’amore per i libri, sopravvive all’angosciante esperienza del periodo nazista durante la seconda guerra mondiale, quando seguire l’ideologia del Fuhrer e l’antisemitismo erano un imperativo per tutti.
Liesel ha nove anni quando, insieme al fratellino più piccolo, fugge dalle rovine della sua casa per dirigersi vicino a Monaco dove li attende la loro nuova famiglia adottiva; ma la neve e il gelido inverno non lasciano scampo al fratellino, che purtroppo muore nel tragitto.
Sarà proprio durante il funerale del piccolo che Liesel troverà e ruberà il suo primo libro, iniziando così la sua carriera di ladra.
Inizialmente ciò che la spingerà a rubare sarà solo la necessità e la fame: il suo bottino infatti consiste in qualche semplice mela, ma poi il vero, prezioso oggetto dei suoi furti saranno i libri.
Perché rubarli significa salvarli (salvarli per esempio dai roghi dei nazisti), e soprattutto salvare se stessa.
Viene così data in affidamento alla famiglia degli Hubermann che abitano al numero 33 di Himmelstrasse.
Nonostante la giovane età, la piccola protagonista di Storia di una ladra di libri non ha certo vita facile: i soldi e il cibo scarseggiano, la scuola è difficile, viene derisa dai compagni per via del suo bassissimo livello di istruzione, inoltre la notte ha incubi terribili in cui rivede il suo fratellino morto.
Ben presto Liesel si renderà conto che il suo nuovo papà, Hans Hubermann, è il suo miglior complice.
L’uomo infatti, le sarà a fianco durante le terribili notti insonni, insegnandole ad arrotolare sigarette e a leggere.
Leggere: sarà questa la salvezza della piccola.
Troverà riparo, gioia e certezze fra le pagine dei libri.
Libri che ruberà durante i momenti più salienti del racconto.
Liesel poi, stringerà amicizia con Rudy, il bambino “dai capelli del colore dei limoni”, che vive accanto a lei.
Insieme vivranno molte avventure, alcune vi faranno sorridere, altre vi faranno stringere il cuore.
Il piccolo Rudy è un abile ladro che sogna di essere Jesse Owens e di baciare la sua Liesel.
Ma il legame più intenso del romanzo è quello che si instaurerà fra la piccola ladra di libri e l’ebreo Max Vanderburg, ex pugile, che trova rifugio nella cantina degli Hubermann.
L’amicizia tra i due è qualcosa di intenso e di appassionante, infatti sarà proprio Max ad insegnare alla piccola protagonista nuove parole e nuove storie.
La voce narrante di questo piccolo capolavoro è assai particolare, si tratta infatti della Morte e questo, oltre a spiazzare inizialmente il lettore, regala uno stile narrativo diverso dal solito a questo emozionante capolavoro di narrativa.
Storia di una ladra di libri, che forse qualcuno conosce come La bambina che salvava i libri (titolo della prima edizione italiana del testo), è una storia dolce e crudele, realistica ma anche sognatrice, che regala uno scorcio di una famiglia qualunque in una cittadina tedesca in cui non mancano quei personaggi stravaganti che renderanno il soggiorno della piccola Liesel per nulla noioso.
Un libro emozionante, a tratti divertente a tratti struggente, che saprà regalare forti sensazioni a chiunque decida di leggerlo.
Consigliatissimo a chi cerca un’opera di narrativa che, oltre a raccontare dettagliatamente un periodo storico non facile, regali una storia dal fortissimo impatto emotivo.
Dettagli
Informazioni sull'autore
Biografia non disponibile
- Markus Zusak
Cosa ne pensi?