Shantaram

Recensione e trama

Shantaram è un romanzo scritto Gregory David Robert, un libro da una mole non indifferente, sono più di mille pagine, che parla della vita e delle esperienze dello stesso autore.

Nel 1978, Roberts, un giovane studente di filosofia e un attivista politico, diventato eroinomane dopo la separazione della moglie e la morte di loro figlia, è condannato a 19 anni di carcere per aver commesso alcune rapine a mano armata.

Due anni dopo, Roberts riesce ad evadere: è l’inizio di una fuga che lo porterà a vivere in nove paesi diversi in quanto ricercato, ma è sopratutto l’inizio di un viaggio in primo luogo umano che nemmeno lui si aspettava di affrontare.

Durante la sua fuga, Roberts passa un lungo periodo a Bombay: qui conosce un uomo che diventa il suo migliore amico, grazie al quale impara a conoscere la cultura indiana, e incontra le realtà delle baraccopoli, della mafia, di Bollywood e della guerriglia.

Ma per cosa vale la pena combattere?

Un libro che mette tanta, forse troppa, carne al fuoco, che ti risucchia e ti fa entrare nella testa di Roberts, che ti fa conoscere, romanzandolo, il passato di questo uomo e al tempo stesso ci porta a riflettere sulla nostra esistenza.

Chi non ha mai anelato a una libertà che, per motivi diversi da quelli di Roberts, pare non essere raggiungibile?

Un’opera che indaga nell’animo umano, anche attraverso pensieri filosofici che lo scrittore inserisce nelle sue righe, che ci fa affezionare ai suoi personaggi e che ci trasporta in India, nelle sue atmosfere misere ma felici, ricche di contraddizioni, come lo è la vita di Roberts.

Forse un limite dell’opera lo si può riscontrare nel fatto che Roberts sembri quasi un predestinato, per cui tutte le cose più straordinarie capitano a lui, per cui ogni incontro fatto si rivela cruciale per il suo futuro e così via; in ogni caso resta un buon romanzo, ricco e coinvolgente.