Se solo fosse vero

Recensione e trama

Se solo fosse vero di Marc Levy è il racconto di una storia d’amore speciale, unica e diversa da ogni altra.

Arthur è un giovane architetto che da poco si è trasferito in un nuovo appartamento a San Francisco; dopo una giornata pesante, decide di rilassarsi con un bagno caldo, quando si accorge che in casa c’è una donna, Laureen, che gli racconta una storia paradossale: lei è il fantasma di una dottoressa di trent’anni, che si trova in coma in un letto d’ospedale.

Tra i due, nonostante la situazione, nasce prima un’amicizia e poi l’amore; ma i medici sono convinti che non si possa fare più nulla per salvare Laureen, per cui convincono sua madre a decidere di staccare il respiratore; inizia così per Arthur una corsa contro il tempo, per salvare la donna che ama.

Questo romanzo ha il pregio di trattare un tema delicato come quello dell’eutanasia con delicatezza, creando una fiaba moderna che trasmette i valori dell’amore e della speranza: il rapporto che nasce tra Arthur e Laureen, per quanto in circostanze inverosimili, perché di fatto lui comunica con l’anima di lei, insegna che lottare per coloro che si ama vale sempre la pena e che le circostanze della vita sanno sempre sorprenderti.

E ancora questa storia ricorda come sia importante apprezzare ogni attimo delle nostre giornate, perché unico, perché speciale, perché potrebbe non tornare più: bisogna re-imparare a guardare il mondo con sguardo curioso e stupito.

Ma il libro non parla solo d’amore, ma anche di amicizia, come quella che c’è tra Arthur e il suo socio, disposto a rischiare per lui anche se non riesce a credere che la storia di Laureen sia vera e non un’allucinazione.

Il libro risulta scorrevole, nonostante qualche momento che può essere un po’ lento, con uno stile semplice che però non banalizza il contenuto.