I poeti maledetti
I poeti maledetti è un saggio scritto da Paul Verlaine, poeta egli stesso, a cui si deve il merito di aver individuato la carica rivoluzionaria autori come Corbière, Rimbaud, Mallarmé, Desbord...
Consigliato a
Chi piace la poesia e i discorsi intorno a essa.
Il nostro voto
Recensione e trama
I poeti maledetti è un saggio scritto da Paul Verlaine, poeta egli stesso, a cui si deve il merito di aver individuato la carica rivoluzionaria autori come Corbière, Rimbaud, Mallarmé, Desbordes-Valmore e Villiers de l’Isle-Ada.
Per loro Verlaine conia il termine di “poetes maudits”, poeti maledetti, con il quale vuole inquadrare il loro essere “assoluti per l’immaginazione, assoluti nell’espressione” e con il quale li inserisce in una dimensione mitica, per cui la loro tendenza a profanare le convezioni e i valori della società borghese, in favore del male e di ciò che è basso e degenere, diviene un rifiuto supremo.
Il poeta maledetto è colui che preferisce annientarsi piuttosto che vivere in una società che non lo comprende e i cui valori giudica falsi e artefatti: meglio per lui una vita all’insegna dei piaceri della carne, degli effluvi dell’alcol, dell’abuso di droghe.
Una vita fatta di sregolatezza e autodistruttiva, cifra comune di questi poeti intelligentemente analizzati da Verlaine.
Un saggio davvero interessante per chi desidera comprendere meglio il fenomeno dei poeti maledetti e come il disagio nei confronti del mondo dove si vive abbia effetti deleteri.
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Biografia non disponibile
- Paul Verlaine
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