Oggi faccio azzurro

Recensione e trama

Daria Bignardi ci porta in una storia intensa, che parla di dolore e di umanità, attraverso gli occhi di Gabriele, “come l’arcangelo”, che però “in Germania è un nome da donna”, e di Galla, che si chiama così in onore dell’imperatrice Galla Placidia e che in quel nome originale vede uno dei pochi gesti coraggiosi della madre.

Lei, da quando è stata lasciata dal marito, senza una ragione, passa le giornate a fissare dal suo divano la grande magnolia nel cortile, fantasticando, di tanto in tanto, di porre fine a quel dolore insopportabile e di cui si dà ogni colpa lanciandosi dal balcone. Se esce di casa è solo per incontrare la psicanalista Anna Del Fante o per andare in carcere, dove canta con altre dieci volontarie in un coro di detenuti tossicodipendenti, per disintossicarsi lei stessa.

Oggi faccio azzurro

Daria Bignardi si cimenta come autrice in un romanzo che parla del rapporto di tutti noi con il dolore, in maniera autentica, ma con grazia e leggerezza, facendoci scoprire quanto sia connaturato al nostro essere umani.

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Proprio durante il primo viaggio da sola, a Monaco di Baviera, entra per caso in un museo dove è allestita la mostra della pittrice tedesca Gabriele Münter, che lei, da ex studiosa di arte, ricorda solo per essere nel gruppo del Cavaliere Azzurro con Vasilij Kandinskij. Eppure, di fronte alle sue opere, quel giorno, Galla si sente come ipnotizzata, e da quel momento la voce di Gabriele entra nella sua vita, tormentandola, prendendola in giro, raccontandole la sua lunga storia d’amore con Kandinskij, così simile a quella di Galla con Doug. il suo ex.

Proprio mentre il dialogo fra le due si anima, Galla incrocia sulla sua strada altri due pazienti della psicoanalistia, Bianca, un’adolescente che non riesce più ad andare a scuola, e Nicola, un seduttore compulsivo e vittima di attacchi di panico, in un incontro a sorpresa che potrebbe, inaspettatamente, stravolgere le esistenze di tutti e tre.