Oggi come allora
Ma la cosa peggiore era che cominciai a comprendere l’inquietante concetto di confronto. Quando mi paragonavo a Audrey Hepburn, c’era qualcosa che proprio non andava. I miei lineamenti non erano simmetrici. Non ero carina. Nella migliore delle ipotesi avevo un aspetto simpatico. Ahi.
Oggi come allora
Consigliato a
chi non si sente mai abbastanza (bella, brava, all’altezza delle aspettative altrui) per comprendere che nessuno è immune da queste insicurezze… nemmeno le icone
Il nostro voto
Recensione e trama
Diane Keaton è una di noi. Con le stesse insicurezze, dubbi, fragilità di una donna “normale”.
E ce le racconta in Oggi come allora, un’autobiografica onesta e molto intima in cui alterna alle memorie di famiglia gli aneddoti e le confessioni di una ragazzina che non voleva altro che “essere adorata”.
I suoi ricordi si intrecciano a quelli che la madre Dorothy annotava nei diari per preservarli dalle conseguenze di una malattia che presto l’avrebbe privata del passato, l’Alzheimer.
In queste pagine Diane ci parla, con un affetto rimasto immutato, delle sue storie d’amore con uomini irraggiungibili (tra i più famosi Woody Allen, Al Pacino e Warren Beatty), della lotta contro la bulimia, del suo desiderio di diventare madre all’età di 50 anni “dopo aver evitato la vera intimità per tutta la vita”.
Ma quello che più traspare in questo intensissimo memoir è la trasformazione di Diane Keaton da una giovane e insicura ragazza che non si sentiva mai all’altezza (“il problema era la mia fissazione di dover essere carina”) a una donna consapevole di se stessa.
Una donna che ha imparato a fregarsene del giudizio degli altri, delle convenzioni imposte dalla società, delle mode.
Una donna che ha fatto pace con se stessa, con lo specchio, con il tempo che passa.
Una donna che, nonostante un Oscar come migliore attrice protagonista, “gli uomini irraggiungibili” e le serate in casa di personaggi celebri, ha un solo desiderio. Quello di correre fra le braccia della sua famiglia.
tutto si riduce alla famiglia. Un bel giorno ti rendi conto di aver trascorso tutta la tua vita insieme a una manciata di persone. Per me è così. Io ho una famiglia. Anzi, due. Bé, tre, a pensarci bene. Ci sono le mie sorelle e mio fratello, e ci sono i miei figli, ma ho anche una famiglia allargata, le persone che sono rimaste. Le persone che sono diventate qualcosa di più che amici, le persone che aprono la porta quando busso. A questo si riduce la faccenda. Le persone che devono aprire la porta non perché ne abbiano sempre voglia, ma perché lo fanno e basta.
Dettagli
Informazioni sull'autore
È un’attrice, produttrice cinematografica e regista statunitense. Vincitrice nel 1978 dell’Oscar come miglior attrice protagonista con...
- Chi ha paura di Virginia Woolf?
- Diane Keaton
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