Le prime luci del mattino

Recensione e trama

Le prime luci del mattino parla di Elena, una donna che solo all’apparenza non ha nulla di cui lamentarsi: infatti porta dentro di sé un grande disagio, una grande insofferenza, dovuti al fatto di essere intrappolata in un matrimonio con un uomo, Paolo, privo di passione, che sente più come suo fratello.

Elena si sente come se la sua identità le stesse sfuggendo dalle mani e le pare che non ci sia via di uscita dalla situazione in cui si trova, finché non incontra un uomo, che suscita in lei il desiderio da tempo dimenticato.

Queste sensazioni la porteranno a riflettere su come il suo matrimonio sia nato “mutilato”, in quanto non aveva alla base il vero amore, e questo la porterà a intrecciare con quell’uomo una relazione puramente fisica che la fa sentire bene.

Ma questa relazione ha vita breve: infatti presto si accorgerà che lui non è disposto a fare il passo successivo.

Eppure quest’esperienza aiuterà Elena a prendere in mano la propria vita, a farle comprendere davvero quali sono i suoi sogni, e la renderà più forte e in grado di affrontare la propria situazione matrimoniale, alla ricerca della felicità.

Fabio Volo si immedesima abbastanza bene nella protagonista, una donna che forse però non entrerà nelle simpatie di qualsiasi lettore, bloccata come è all’inizio della storia nella sua staticità, incapace di cambiare la propria vita.

Tuttavia è innegabile che la sua psicologia sia ben descritta e ben resa.

È questo un libro che racconta una storia non troppo originale, quella di una moglie che si sente imprigionata nel proprio matrimonio e che rivoluziona la propria esistenza quando incontra uno sconosciuto, ma che colpisce comunque perché affronta i sentimenti senza tanti giri di parole.

E che può anche suscitare una domanda: occorre davvero tutto questo per prendere in mano la propria vita?