Le intermittenze della morte
A parte la grandiosità del titolo, così musicale, evocativo, perfetto, il contenuto stupisce per l'estrema perizia con cui Saramago aderisce a una singola idea
debaser.it
Consigliato a
Chi ama i romanzi che celano una forte denuncia e critica alla società dietro un apparente velo ironico e che pare talvolta rasentare l’assurdo.
Il nostro voto
Recensione e trama
31 Dicembre, in una non meglio precisata città.
L’anno nuovo porta con sé una incredibile, inaspettata sorpresa: la Morte ha smesso di fare il suo lavoro.
In città non muore più nessuno, e la presa di coscienza di questa inattesa ed inspiegabile eternità raggiunta scatena un immediato entusiasmo tra i suoi abitanti, anche perché fuori dai confini si continua a morire normalmente.
Eppure, l’euforia davanti alla scomparsa della oscura falciatrice è controbilanciata dai malumori di chi, grazie alla morte, faceva affari: che fine faranno adesso, ad esempio, gli impiegati e gli operai che lavorano alle pompe funebri, se non ci sono più cadaveri da sistemare? E la Chiesa, come potrà continuare a diffondere il suo messaggio di resurrezione e di vita dopo la morte se tutti sono improvvisamente diventati immortali? Insomma, un bel problema per chi traeva profitto dall’abituale situazione.
Così, come spesso accade quando si cerca di salvaguardare i propri interessi, ci si mette di mezzo la “maphia e i suoi maphiosi”, che organizzano veri e propri viaggi oltre confine al fine di far raggiungere a chi lo desiderasse la condizione di “caro estinto”, con tanto di cerimonia funebre.
Ma dopo sette mesi la Morte torna a farsi viva, recapitando una lettera viola scritta da una calligrafia femminile in cui annuncia il suo imminente ritorno. E in effetti tutto sembra tornare alla naturale condizione, con i decessi che riprendono regolarmente, salvo uno: un violoncellista infatti non è raggiunto dalla missiva, che viene rispedita per ben tre volte al mittente, fino a che la Morte stessa non decide di consegnare di “persona” il nefasto messaggio al suo destinatario.
La sorpresa però è sempre dietro l’angolo, al punto che la Morte, incarnata da una donna, desiderosa di scoprire tutto sulla vita ormai giunta al termine della sua vittima designata ed iniziando perciò a spiarlo, comincia a restare affascinata da lui, tanto da innamorarsene…
“e il giorno dopo non morì nessuno”
La spiritosa assurdità con cui Saramago delinea, attraverso lo sguardo di un narratore eterodiegetico in grado di fornire pareri personali, una trama irreale che non desidera presentarsi diversa da quello che è, ossia inverosimile, impossibile, al limite del fantascientifico, cela in realtà una forte denuncia ai poteri dello stato, della Chiesa, ma anche una critica decisa all’uomo contemporaneo, alla perenne ricerca di un’eternità che, tuttavia, se raggiunta, non servirebbe che a fargli riscoprire la sua estrema fragilità.
Quello che Saramago chiede ai suoi lettori è di sospendere ogni giudizio razionale ed immergersi in un mondo immaginifico e irrealizzabile, perché solo mettendosi in questa prospettiva sarà possibile cogliere a fondo il messaggio e lo spirito critico del romanzo.
Dettagli
Informazioni sull'autore
José Saramago, scrittore, giornalista, drammaturgo e critico letterario portoghese, è nato nel 1922. La sua produzione letteraria è iniziata nel...
- José Saramago
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