La fabbrica delle nuvole
E anche se il diario proseguiva, prima di continuare a leggerlo c'era un unico pensiero che mi tormentava: che cosa era successo?
La fabbrica delle nuvole
Consigliato a
Chi ama le storie tormentate, dal finale non scontato, e soprattutto non si aspetta il lieto fine.
Il nostro voto
Recensione e trama
I segreti di un passato ma rivelato che improvvisamente tornano fuori, un diario recuperato per caso che diventa l’anello di congiunzione fra le vite di due donne lontanissime e molto diverse tra loro, eppure legate inestricabilmente, una tremenda storia di violenza su cui, nonostante tutto, vince comunque l’amore.
La fabbrica delle nuvole di Natascia Alibani, edito da L’Erudita nel dicembre 2018, è una storia intensa, appassionata, che porta il lettore a vivere su due piani completamente diversi, ma nonostante tutto intrecciati l’uno all’altro da destini, coincidenze, cose taciute troppo a lungo.
Rebecca, un’organizzatrice di eventi poco più che trentenne, è sempre vissuta con la nonna paterna, Giovanna, perché i suoi genitori si sono trasferiti per lavoro in Germania quando lei era molto piccola. Convive con un fidanzato spesso poco presente e molto preso dal suo lavoro di avvocato, avaro di complimenti e di “ti amo” che lei, in cuor suo, spera possa cambiare. Proprio per questo, l’incontro casuale con Gabriel, il primo ragazzo che, ai tempi dell’università, le ha fatto davvero battere il cuore, prima di spezzarglielo mettendosi con un’altra e cambiando facoltà e giro di amici, anche se inizialmente non sembra avere effetti sul suo rapporto col fidanzato, la spingerà a porsi quella fatidica domanda, “Come sarebbe andata se…”, dopo ogni litigio o discussione.
Un pomeriggio riceve una telefonata rivolta alla nonna. Le chiedono di andare a ritirare un pacco di oggetti appartenuti a un vecchia zia sconosciuta, morta quarant’anni prima in manicomio. Elvira, questo il nome della donna, è stata rinchiusa nella casa di cura dal marito, Giancarlo, un uomo crudele e violento, che non è mai più andato a riprenderla. Aprendo lo scatolone con gli effetti personali della sfortunata giovane, Rebecca sente istintivamente crescere dentro di sé il bisogno di andare a fondo in quella triste vicenda, e di scoprire i reali motivi per cui Elvira, descritta come una persona bellissima e solare, sia finita in manicomio per rimanerci il resto della sua vita. Questo la porterà a scavare nel suo passato familiare, che le farà scoprire una storia drammatica, scioccante, fatta di amore e di violenza, di dolore e di passione; tutto grazie al diario che Elvira ha scritto a partire dal 1946, che la porterà a conoscere una parte totalmente sconosciuta della sua famiglia, e un passato riuscito a portare le sue tragiche conseguenze fino al presente.
La fabbrica delle nuvole non è un romanzo d’amore, ma un romanzo di umanità: diviso tra il presente e il passato – quest’ultimo raccontato proprio dalle parole di Elvira attraverso il suo diario – è incentrato sulle vite di due donne estremamente differenti, per mentalità, ma anche per contesto storico in cui però, sorprendentemente, sembra essere proprio Elvira la più ribelle e anticonformista tra le due, nonostante i settant’anni di differenza che separano le loro vicende. Questa, infatti, intrappolata in un matrimonio celebrato con l’inganno dopo una violenza terribile, e costretta a sposare Giancarlo solo per l’esistenza del matrimonio d’onore, non rinuncerà mai al vero amore della sua vita, e lotterà contro tutto e tutti per averlo, arrivando persino a sacrificare se stessa e la propria libertà. Mentre Rebecca, che vive una trappola di tutt’altro tipo, quella dell’abitudine e dell’accettazione, solo conoscendo la storia di quella zia di cui nessuno le ha mai parlato arriverà a rimettere in discussione ogni suo modo di pensare, preoccupandosi finalmente di capire cosa davvero voglia per se stessa.
Dettagli
Informazioni sull'autore
Biografia non disponibile
- Natascia Alibani
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