Killers of the Flower Moon

Recensione e trama

I rumors dicono che Leonardo Di Caprio potrebbe presto essere diretto nuovamente da Martin Scorsese, che ne curerà la trasposizione cinematografica.

Sicuramente, Killers of the Flower Moon è stato uno dei casi letterari del 2017, tanto da aggiudicarsi un posto tra i dieci migliori libri di saggistica dell’anno passato, stilata dal Time.

Il libro del giornalista americano David Grann indaga su una serie di omicidi di ricchi Osage, una popolazione di nativi americani, che hanno avuto luogo nella contea di Osage, in Oklahoma, nei primi anni del 1920, dopo che alcuni grandi giacimenti di petrolio sono stati scoperti sotto la loro terra. Ufficialmente, almeno 20 Osage sono stati uccisi in quegli anni, ma Grann sospetta che altre centinaia possano aver trovato la morte proprio a causa dei loro legami con il petrolio. Il libro sostiene che il bovaro William Hale, già mandante di diversi omicidi, fra cui quello della moglie, della suocera del nipote e della sorella, condannato nel 1929 per aver ordinato gli omicidi e imprigionato per poi essere rilasciato nel 1947, fosse la mente dietro gli omicidi, e presenta prove dettagliate a sostegno di tale tesi. Del resto, anche la polizia dell’epoca sospettava fortemente di Hale, ma in realtà venne condannato davanti a un tribunale distrettuale federale nel 1929 per un solo omicidio, quello della sparatoria del cugino di Anna Brown, Henry Roan, e inviato alla prigione di Leavenworth nel Kansas.

Le riprese della versione cinematografica diretta da Scorsese dovrebbero iniziare nella primavera del 2019, e, fra gli altri attori che potrebbero entrare a far parte del cast, si vocifera di un ruolo anche per Robert De Niro, cosa che renderebbe l’uscita del film come uno degli eventi del prossimo anno.