Il Buio. La lunga notte di Stefano Cucchi

Recensione e trama

La ricostruzione di ciò che è accaduto per noi è stato davvero il Buio. Il Buio in cui ci siamo trovati per tutte quelle ore e quei giorni prima di vedere il corpo martoriato di mio fratello Stefano. Il buio durato nove anni prima che un elemento portasse alla definizione di una verità che speriamo venga presto accertata.

Comincia così, con la prefazione della sorella Ilaria, la graphic novel che ripercorre la vicenda e la morte di Stefano Cucchi, arrestato nel 2009 e morto sei giorni più tardi in una stanza dell’ospedale Pertini di Roma.

La sua storia, che sono negli ultimi mesi sembra aver trovato qualche spiraglio di verità dopo le ammissioni del carabinieri Francesco Tedesco, che ha raccontato di aver assistito al pestaggio in caserma del giovane fermato per possesso di droga, è già diventata un film, intitolato Sulla mia pelle e interpretato da Alessandro Borghi, presentato anche a Venezia, e oggi rivive nei fumetti di Domenico Esposito e Claudia Giuliani, e nella penna di Emanuele Bissattini e Floriana Bulfon.

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Presentato il 27 novembre 2018 presso la libreria Ibs Libraccio, alla presenza di Ilaria Cucchi, dell’avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo, e del giornalista Marco Damilano, oltre che di tre dei quattro autori (Floriana Bulfon, Emanuele Bissattini e Claudia Giuliani), il libro a fumetti ripercorre fedelmente le tappe della vicenda, dall’arresto, avvenuto il 15 ottobre, fino alla scoperta del decesso, il 22. Antonino Monteleone, inviato de Le Iene che ha moderato la presentazione, ha ricordato come proprio la potenza delle immagini sia stata fondamentale per il prosieguo delle indagini e per smuovere l’opinione pubblica, dopo la morte di Stefano. Estremamente forte, in questo senso, è stata la scelta della famiglia di mostrare pubblicamente le foto scattate al corpo martoriato del giovane durante l’autopsia.

Ricordo che chiamai l’avvocato Anselmo la mattina dopo la notizia della morte di mio fratello – ha raccontato Ilaria Cucchi. come riportato da TPI -Lui mi disse: ‘fate scattare le foto durante l’autopsia. Dobbiamo poter dimostrare tutto’. Sul momento pensai a quanto fosse terribile una cosa del genere, ma poi ho pensato: menomale che abbiamo scattato quelle foto.