Il bambino gender creative
Questo libro è dedicato a tutti quei genitori che alla mattina si sentono insistentemente dire dal proprio figlio che vorrebbe mettersi un vestitino rosa, invece che la felpa con i dinosauri (e viceversa per le bambine).
Odoya Edizioni
Consigliato a
Chi è interessato ad approfondire davvero una tematica che è spesso oggetto di dibattiti accesi e che non si può ridurre a un semplice “capriccio” infantile in molti casi.
Il nostro voto
Recensione e trama
La questione del genere, argomento di dibattiti molto accesi decisamente attuale, viene spesso banalizzata o distorta rispetto a ciò che la tematica si proporrebbe davvero di affrontare; perché quello dei bambini che non si riconoscono nel genere assegnato alla nascita non è un problema ascrivibile a un “momento di confusione” o a una “crisi passeggera”, né si può generalizzare e ridurre il tutto a una semplice fase che attraversano tutti durante l’infanzia, perché, se questo è vero per molti, non corrisponde comunque a una verità universale.
Per questo il libro della psicologa Diane Ehrensaft, direttrice del Child and Adolescent Gender Center di San Francisco, Il bambino gender creative, che sta per arrivare in Italia tradotto e pubblicato da Odoya Edizione può rappresentare un valido supporto per tutti per fare chiarezza sul tema.
Il volume raccoglie infatti preziosi consigli per genitori, educatori ed insegnanti, sottolineando la necessità di strumenti nuovi per affrontare la questione e coniando il termine gender creative child.
Il lavoro di Diane Ehrensaft consiste nell’ascoltare e comprendere le espressioni di identità dei bambini e nel consigliare le terapie più adatate per affrontare la disforia di genere, che interessa quanti detestano il genere assegnato alla nascita e vorrebbero appartenere a un altro genere (giovani transgender), oppure sfumare il confine tra i generi (bambini gender fluid).
Del resto, da quando la transessualità non è più considerata una “malattia”, anche dall’OMS, le terapie volte a far forzatamente accettare come proprio il genere “biologico” sono considerate sempre più e sempre più spesso inadeguate, se non addirittura illegali; questo perché è dimostrato che privare i bambini della possibilità di iniziare un procedimento volto al cambio di sesso (quindi a sposare il genere al quale si sentono di appartenere) è molto rischioso, e può condurli, una volta adulti, all’alcolismo, alla depressione, alla non accettazione di sé che può sfociare nell’autolesionismo e persino nel suicidio. La dottoressa Ehrensaft fornisce una serie di esempi e aneddoti che lo dimostrano.
Diane Ehrensaft è un medico psicologo dello sviluppo, membro fondatore e direttrice del centro di salute mentale del Child and Adolescent Gender Center di San Francisco, una struttura sostenuta dall’Università della California per sostenere bambini e ragazzi transgender/di genere non conforme e le loro famiglie. La sua ricerca si concentra sulle aree dello sviluppo infantile, dei generi, dei bambini e giovani transgender, della genitorialità e delle relazioni genitore-figlio, di famiglie LGBTQI e famiglie che utilizzano la tecnologia della riproduzione assistita. Il libro Il bambino gender creative arriverà in Italia il 14 novembre.
Dettagli
Informazioni sull'autore
Biografia non disponibile
- Diane Eherensaft
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