"Donne difficili" getta luce sulle più importanti – e meno note – battaglie per i diritti delle donne. Un'avvincente, impavida, a volte scioccante narrazione storica che dimostra come il movimento femminista abbia saputo superare molti ostacoli, e cosa ancora possa ottenere
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Alle donne che danno per scontati alcuni diritti acquisiti, e agli uomini che credono che il femminismo sia la volontà delle donne di ritenersi “superiori” a loro.
Se il femminismo ha avuto successo, il merito è di alcune donne, che lottavano per se stesse ma anche per le altre, affinché i diritti scontati per gli uomini lo diventassero anche per tutte loro.
Donne complicate, contraddittorie, sicuramente imperfette, che hanno avuto il merito di guadagnare quello che oggi tutte noi abbiamo; ma che la storia e il tempo hanno edulcorato, se non addirittura dimenticato. È quanto sostiene la giornalista britannica Helen Lewis nel suo primo libro, Donne difficili. Storia del femminismo in 11 battaglie, che ripercorre proprio la storia di queste donne “problematiche” ma che hanno lasciato il segno e l’impronta nella società.
Lewis spazia con maestria dalle suffragette della classe operaia che si facevano largo a suon di attentati, laddove necessario, alla principessa che intuì il motivo per cui così tante donne vivevano un sesso insoddisfacente, dalla politica lesbica che scandalizzò un intero Paese, alle scioperanti vestite di sari che terrorizzarono Margaret Thatcher. Senza dimenticare, ovviamente, la lotta per il diritto all’aborto, che qualcuno tenta tuttora di mettere in discussione.
Questo saggio, apparso nel New Statesman nella categoria “Libri da leggere nel 2020” e nell’elenco dell‘Observer dei “Libri di saggistica da tenere d’occhio nel 2020”, è un’analisi lucida e limpida sulle battaglie femminista, fatta attraverso una narrazione storica avvincente e puntuale che ci fa comprendere quanto il femminismo abbia dato alle donne, e quanto possa ancora dare.
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