Dal tuo terrazzo si vede casa mia
Per quanto ci si possa sforzare, nessun italiano potrà mai scrivere questa storia. Qui c’è un mondo nuovo, qualcosa che fino a una decina di anni fa non esisteva e che solo adesso qualcuno sta iniziando a raccontare. Leggendolo, ho improvvisamente avvertito la distanza tra quanto viene scritto e pubblicato dagli “italiani da sempre” e questo racconto – e ho provato a immaginare come sarà la letteratura italiana tra venti o trent’anni, e poi ho provato a domandarmi come vorrei che fosse, e ho iniziato a sperare che le opere di Malaj non siano un caso isolato, che esista, o che inizi a formarsi, una letteratura nuova, piena di contaminazioni, dove non è diversa la lingua, o l’intenzione, o la struttura, ma la materia stessa di cui si compone
Paolo Zardi
Consigliato a
Chi cerca un libro intenso, sincero, dove l’empatia e la capacità di ridiscutere i propri ruoli e le proprie convinzioni personali per mettersi in gioco siano l’elemento fondante e centrale di una trama quantomai attuale.
Il nostro voto
Recensione e trama
Un libro d’esordio che è un invito all’umanità, alla fratellanza e all’abbandono delle discriminazioni. Dal tuo terrazzo si vede casa mia è l’opera prima di Elvis Malaj che, trasferitosi in Italia dall’Albania a 15 anni, ha deciso di scrivere il suo romanzo di debutto direttamente in italiano, e con esso è finito, forse persino con sua grande sorpresa, tra i dodici finalisti dell’edizione numero 72 del Premio Strega.
Fra due case che si vedono reciprocamente potrebbe esserci tutto un orizzonte: una strada, a volte sicura altre tortuosa, oppure un mare, come quello che separa l’Italia e l’Albania. Il viaggio che le divide è agitato e complesso come le onde di quel grande specchio d’acqua che le allontana, faticoso come una lingua da imparare, mentre si pensa una cosa e ne si dice un’altra. O come il modo di rapportarsi alle persone nuove che incontriamo lungo il percorso, i fatti, i volti incrociati per strada.
Ponendosi come uno spettatore a metà tra i due punti di vista Elvis Malaj ci restituisce qualche tappa di questo percorso difficile dove, contrapposti, ci sono due mondi, due lingue, un universo intero fra “noi e loro”, “me e te”.
Perché dobbiamo sempre tutti trovare una collocazione, un’etichetta, si chiede Elvis? Perché deve essere sempre o noi o loro, e non un “noi” e basta? Perché una prima volta non sarà mai abbastanza bella, o abbastanza prima, un approccio mai abbastanza azzeccato, una battuta mai capita fino in fondo. Perché ci si deve imporre sempre di indossare una maschera per guadagnare la stima, il rispetto, e schierarsi apertamente per paura di non essere accettati, di essere emarginati, di essere giudicati “sbagliati”, che, in fondo, è la più grande paura dell’essere umano?
Dal tuo terrazzo si vede casa mia è un vero e proprio invito a venire dall’altra parte, a scendere di casa e passare per quella strada. Una sorta di rivisitazione contemporanea de Il buio oltre la siepe, che invita a guardare oltre, a smetterla di avere paura dell’ignoto solo perché qualcuno ci spinge a pensare che così debba essere, a mettersi alla prova con se stessi per superare barricate e barriere, per essere finalmente in grado di sentire, respirare, vivere, anche con una pelle diversa dalla nostra.
Dettagli
Informazioni sull'autore
Nato in Albania, Elvis Malaj si è trasferito in Italia a 15 anni, con la famiglia. Dal tuo terrazzo si vede casa mia è la sua opera di debutto, f...
- Elvis Malaj
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