Chiedi alla polvere

Recensione e trama

Un giovane squattrinato alla ricerca del successo capace di guardare il mondo con l’aria sprezzante e scanzonata di chi non ha nulla da chiedere né da imparare.

“Chiedi alla polvere“, romanzo dell’italo americano John Fante, pubblicato per la prima volta nel 1939, è la storia di Arturo Bandini, giovane figlio di immigrati italiani che altri non è se non l’alter ego dell’autore stesso.

Arturo è un aspirante scrittore che, dopo essere riuscito a pubblicare il suo primo racconto, decide di trasferirsi dal Colorado a Los Angeles nel tentativo di sfondare. Qui, alloggiando in una pensione nel quartiere di Bunker Hill, avrà l’opportunità di entrare in contatto con un universo di persone, esperienze e sensazioni diverse, guardate sempre attraverso uno sguardo talvolta irriverente e sprezzante nei confronti di quelli che in realtà sono, dal punto di vista sociale, suoi pari. In uno dei suoi girovagare per la città incontrerà Camilla  Lopez, una splendida quanto bizzarra cameriera messicana, spesso dedita alla marjiuana, che lo metterà di fronte ad una delle prove più dure della sua esistenza: quella con l’amore, che Arturo dovrà imparare a riconoscere e a gestire consapevolmente, trovandosi di colpo a fronteggiare anche l’esperienza più brutta che questo sentimento possa comportare, quella dell’abbandono.

Nel 2006 è stata fatta del libro una famosa rivisitazione cinematografica, dove Arturo era interpretato da Colin Farrell e Camilla dall’attrice messicana Salma Hayek.

“Chiedi alla polvere” fa parte del ciclo autobiografico di John  Fante, iniziato con nel 1933 con “La strada per Los Angeles” e terminato nell’82 con “Sogni di Bunker Hill“.