Cagna

Recensione e trama

“E pensare che si trattava di un libro che avevo scritto per me senza il desiderio di pubblicarlo“.

Sono le prime parole che Louise Chennevière, giovanissima autrice francese classe 1994, usa per parlare di Cagna, il suo primo romanzo arrivato in Italia l’8 ottobre 2020, edito da Giulio Perrone Editore.

Cagna

Il libro scandalo della giovane autrice francese Louise Chennevière che colleziona più voci di donne contro la violenza di genere.

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Una, dieci, tante storie di donne vittime della violenza di genere, ma anche degli stereotipi della società, che Louise ha raccolto, plasmato, vestendole del dolore e della rabbia che spesso non tutte le donne riescono a esprimere per come è trattato il loro corpo, la loro persona.

Il destino di una donna è essere come la cagna, come il lupo: deve appartenere a tutti quelli che la vogliono.

Scriveva il Marchese de Sade nel suo Filosofia nel boudoir, e proprio questo sentore, che non ci ha mai abbandonato, riveste il libro della ventiseienne francese, che grida vendetta, ma anche attenzione, desiderio di essere ascoltate, che certe cose siano conosciute e non le si nasconda più sotto l’etichetta della “normalità”, dato che di normale non hanno nulla. Un libro che parla al femminile, ma può essere declinato in mille modi, e che soprattutto ha bisogno di un pubblico più ampio per raggiungere il suo scopo. Lei lo definisce “un’esplorazione di queste terre dell’immaginario collettivo che modellano la nostra individualità, un tentativo di comprendere come ci si ritrova a diventare donne un bel giorno, e perché, quando ci si credeva ormai al riparo da quel futuro prestabilito, da quel destino femminile, questo, all’improvviso, ci sbatte in faccia la sua presenza“.