“I libri. Sono stati i miei grandi amici, perché non c’è di meglio che viaggiare con qualcuno che ha fatto già la stessa strada, che ti racconta com’era per paragonare, per sentire un odore che non c’è più, o che c’è ancora.” Giunto quasi alla fine dei suoi giorni, Tiziano Terzani descrisse così i suoi più affidabili “compagni di viaggio” in Un altro giro di giostra, ultimo capitolo di una lunga carriera da giornalista, scrittore e soprattutto viaggiatore, segnata da molti incontri memorabili.

Tiziano Terzani nacque il 14 settembre 1938 a Firenze, nel quartiere popolare di Monticelli. Suo padre Gerardo gestiva una piccola officina meccanica, mentre la madre Lina lavorava come cappellaia in un negozio di sartoria. Sveglio, intelligente e curioso, si fece notare dai suoi insegnati fin da piccolissimo. Fu proprio un professore delle medie a convincere i genitori a iscriverlo al ginnasio: dopo aver impegnato alcuni averi, i coniugi Terzani decisero quindi di continuare a far studiare il figlio. Completato il liceo classico, proseguì con gli studi in giurisprudenza, durante i quali conosce Angela Staude, di origini tedesche, di cui si innamorò.

Dopo la laurea a pieni voti, nel 1962, la vita di Tiziano Terzani sembrava destinata a un lavoro sicuro presso l’Olivetti di Ivrea. Passò dalla catena di montaggio a un posto da impiegato nell’ufficio del personale, che gli permise di viaggiare in tutto il mondo. Nello stesso anno sposò Angela, con cui iniziò a costruire una casa a Orsigna, nella campagna pistoiese. In Sudafrica per lavoro, nel 1966 fu testimone delle violenze interne del paese e scrisse un reportage per la rivista L’Astrolabio. Fu in quel momento che comprese di voler essere giornalista. Lasciò il suo lavoro senza esitazione e partì per la Columbia University di New York.

Divenne giornalista professionista nel 1971, dopo aver conosciuto a fondo l’America ed essere diventato padre di due figli, FolcoSaskia. La svolta arrivò grazie al contratto di un anno da freelance offerto da Der Spiegel, per la copertura delle notizie dall’Asia. L’anno seguente Terzani partì per Singapore, dove venne raggiunto dalla sua famiglia. Grazie ai suoi continui viaggi tra Laos, Cambogia, Thailandia e in tutto il resto del continente, poté scrivere il suo primo libro, Pelle di leopardo. Era solo l’inizio: fu testimone di guerre, rivoluzioni e rischiò la vita, ma la minaccia più grande sembrò giungere da un incontro profetico.

Nel 1976, mentre si trovava a Hong Kong, un indovino cinese gli predisse un evento funesto. Secondo l’uomo, nel 1993 il giornalista avrebbe rischiato di morire: gli consigliò a tal proposito di non salire su nessun aereo durante quell’anno. Quindici anni dopo, Tiziano Terzani prese alla lettera il consiglio del divinatore e domandò a Der Spiegel di poter vivere per un anno spostandosi solo via terra e mare. Quei dodici mesi gli permisero di venire a contatto con la gente comune e di raccogliere materiale per un nuovo libro, che intitolò proprio Un indovino mi disse.

D’un tratto senza più la possibilità di correre a un aeroporto, pagare con una carta di credito, schizzar via, ed essere, in un baleno, letteralmente dovunque, sono stato costretto a riguardare al mondo come a un intreccio complicato di paesi divisi da bracci di mare che vanno attraversati, da fiumi che vanno superati, da frontiere per ognuna delle quali occorre un visto.

Nel 1994 si trasferì in India con la famiglia e, due anni dopo, decise di lasciare il lavoro e ritirarsi a vita privata. Nel 1997 gli venne diagnosticato un cancro, malattia che decise di affrontare come uno dei suoi tanti viaggi. Dopo essersi a lungo documentato, nel 1999 si ritirò sull’Himalaya per scrivere e curarsi. L’ultimo libro di Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra, fu pubblicato nel marzo 2004: quattro mesi più tardi, il 28 luglio, morì a Orsigna, nella provincia di Pistoia, proprio nel  luogo che aveva scelto come prima casa insieme alla moglie.

Tiziano Terzani e la profezia di un indovino che gli salvò la vita
Fonte: TEA e Longanesi
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