Perché non c'è niente da ridere nell'essere Stanlio e Ollio

Perché non c'è niente da ridere nell'essere Stanlio e Ollio
Fonte: Wikimedia
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Nel corso della storia sono state raccontate innumerevoli vite drammatiche di comici, che non hanno fatto altro che avvalorare l’idea che dietro il volto forzatamente allegro di un clown si nasconda spesso una grande tristezza. Non fanno eccezione nemmeno Stanlio e Ollio, almeno secondo John Connolly, che ha ricostruito la loro vita nella biografia romanzata He, non ancora tradotta per il mercato italiano. Il libro, uscito nel 2018, racconta in particolare la tumultuosa vita di Stan Laurel, la parte “sottile” del celebre duo.

Il romanzo inizia e continua a tornare soprattutto alla fase finale della vita del comico, come se ripercorresse i ricordi che vanno sbiadendosi. Ovviamente ricorre spesso anche la figura dell’altra metà della coppia, quella del corpulento Oliver Hardy, descritto come un buon amico e un’ancora emotiva nella girandola di relazioni effimere di Stan. E poi c’è il dramma per quel confronto con Charlie Chaplin, il cui successo lo tormentava, e lo sfruttamento spietato e cinico da parte del mondo di Hollywood.

“Il pubblico riderà vedendo qualcuno dare fuoco a un gatto. Il pubblico riderà perché gli altri ridono”, fa dire lo scrittore americano al suo Stan, sottolineando il rapporto conflittuale con la cosiddetta audience.  Ovvero quella massa di esseri umani in grado di decidere o no il suo successo. Come raccontato dal New York Times, Laurel viene presentato come un uomo in cerca di un personaggio, tra gelosie professionali, problemi di ingaggi e un numero imbarazzante di mogli.

La vita dei due comici è stata raccontata anche nel film Stan and Ollie del regista Jon C. Baird con Steve Coogan nei panni di Laurel e John C. Reilly in quelli di Hardy. La pellicola, uscita negli Stati Uniti a fine 2018, prende spunto proprio dal momento più drammatico per il duo: nel 1952, nel punto più basso della loro carriera e ormai “fuori moda”, si lanciarono in un disperato tour britannico, nel tentativo di recuperare soldi e onore. Il malinconico ritratto che ne emerge non fa però che confermare la loro grandezza, soprattutto nel momento in cui il mondo sembrava volersi dimenticare di loro.

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