Si chiamava Marguerite Germaine Marie Donnadieu, ma per tutti è stata semplicemente Marguerite Duras.
Per la particolarità e la modernità delle sue opere, che portarono grande rinnovamento alla scena letteraria europea e mondiale, è considerata una della figure più importanti del Novecento. La sua vita, però, merita di essere raccontata non solo per la sua attività letteraria, oltre che teatrale e cinematografica, come ricordato anche in un articolo del New York Times Magazine. Marguerite Duras visse infatti un’esistenza a modo suo, senza preoccuparsi delle convenzioni sociali e della morale.
Dall’amante cinese, con cui ebbe una storia (raccontata nel suo libro più famoso, L’amante), passando per il triangolo con il marito e l’amante negli anni della Seconda Guerra Mondiale e infine il tenero legame intrecciato con un giovanissimo omosessuale: la Duras non si pose mai dei limiti.
“Un giorno, ero già avanti negli anni, in una hall mi è venuto incontro un uomo. Si è presentato e mi ha detto: ‘La conosco da sempre. Tutti dicono che da giovane lei era bella, io sono venuto a dirle che la trovo più bella ora, preferisco il suo volto devastato a quello che aveva da giovane’.”
Marguerite Duras - L'amante
Marguerite Duras con la madre e i fratelli in Cambogia
Marguerite Duras nacque il 4 aprile 1914 a Gia Dinh, vicino Saigon, a quel tempo colonia francese dell’Indocina. Il padre Henri era direttore di una scuola, sua madre Marie lavorava come istitutrice. A parte un breve periodo trascorso in Francia dopo la morte del padre, nel 1918, Marguerite trascorse tutta la sua infanzia e la sua adolescenza nelle colonie, insieme alla madre e ai fratelli Paul e Pierre.
Marguerite Duras da adolescente
L’Indocina è indissolubilmente legata alla vita e all’opera di Marguerite Duras. Lei e il fratello minore, con cui aveva un rapporto intenso e morboso, erano inseparabili. Con lui amava perlustrare i suggestivi territori del sud est asiatico, fare il bagno nel fiume e mangiare cibo cinese. Ed entrambi detestavano il tentativo della madre di far diventare l’Indocina una copia della Francia. Proprio per portare avanti il progetto di colonizzazione europea, Marie acquistò un terreno, che però non diede mai alcun frutto, visto che era sempre sommerso dall’acqua dell’oceano. In quel periodò il rapporto tra lei e la figlia Marguerite si incrinò definitivamente.
Marguerite Duras con la madre
Marguerite Duras amava molto sua madre Marie, nonostante fosse una donna difficile: era debole e forte allo stesso tempo, violenta, psicologicamente fragile, ma anche dolcissima con il figlio maggiore e spietata con gli altri due. Marguerite soffrì moltissimo per l’inclinazione della mamma verso il fratello Pierre, che era un fumatore d’oppio e un accanito giocatore d’azzardo.
Marguerite Duras da adolescente
Fu così che Marguerite iniziò a creare un mondo tutto suo, coltivando un forte desiderio di avventura e spregiudicatezza. All’età di 15 anni, su un traghetto che la portava in collegio a Saigon, conobbe un ricco uomo cinese, Huynh Thuy Le, che divenne il suo amante.
Una scena del film "L'Amante" (1992)
Marguerite Duras raccontò la sua relazione con l’uomo nel libro L’amante, pubblicato nel 1984 e di grande successo, che nel 1992 divenne anche un film, con l’attrice Jane March nei panni della scrittrice.
Una scena del film "L'Amante" (1992)
“Nei libri in cui racconto la mia infanzia, ad un tratto non so più che cosa ho tralasciato e che cosa ho raccontato, credo di aver parlato del nostro amore per nostra madre, ma non so se ho parlato anche dell’odio, di quanto ci amavamo e di quanto anche riuscivamo a odiarci, vivendo quella storia di rovina e di morte che era la storia della nostra famiglia, una storia fatta di amore e odio, che sfugge ancora ad ogni mio intendere, che mi è ancora inaccessibile, celata nella profondità della mia carne, cieca come un neonato il primo giorno”. (tratto dal libro “L’amante” di Marguerite Dumas)
Marguerite Duras con i due fratelli e l'amante cinese Huynh Thuy Le
Fu un amore infelice fin da subito, visto che la famiglia di lui si opponeva perché Marguerite era una “bianca” e i familiari di lei disprezzavano “il cinese”, ma approfittavano comunque della sua ricchezza.
Marguerite Duras nella sua casa (1930)
Marguerite e il suo amante erano innamoratissimi, ma lui doveva seguire il suo destino e sposare la donna che suo padre aveva scelto per lui. Molti anni dopo l’uomo si recò a Parigi con la moglie e i figli e telefonò al suo grande amore di gioventù solo per sentire la sua voce. Le disse che non avrebbe potuto mai smettere di amarla e che l’avrebbe fatto fino alla morte.
Marguerite Duras
Nel 1932, a 18 anni, la Duras si trasferì in Francia, per studiare diritto, matematica e scienze politiche, ma non smise mai di pensare all’Indocina. Allora decise di iniziare a scrivere. Nei suoi diari disse, a proposito dell’infanzia: “Da otto anni a diciassette ho visto, vicino a Vinh-Long, il sole tramontare fra le risaie… detesto la montagna che mi angoscia e mi nasconde i tramonti. Non mi sono mai abituata ai frutti europei”.
Un intenso ritratto di Marguerite Duras
All’università conobbe Robert Antelme, che sposò poi nel 1939 e con il quale ebbe un figlio, che morì poco dopo la nascita. Marguerite iniziò a lavorare al Ministero delle Colonie. Nel 1942 pubblicò il suo primo libro, Gli Impudenti. Sul lavoro conobbe però Dyonis Mascolo, del quale si innamorò, pur continuando ad amare anche Robert Antelme: i due uomini divennero amici.
Durante la guerra
Nel frattempo la guerra si stava avvicinando: dal 1943 Marguerite si unì alla Resistenza insieme al marito e all’amante, conoscendo persone determinanti per la sua maturazione culturale e umana, come François Mitterrand. Suo marito venne deportato nel 1944 nei campi di concentramento in Germania: Marguerite fece di tutto per ritrovarlo, tanto da arrivare a sedurre Charles Delval, l’agente della Gestapo che l’aveva arrestato. Tale esperienza di angoscia portò la Duras a scrivere La douleur (1985).
Marguerite Duras alla sua scrivania
Dopo la guerra Marguerite Duras iniziò a dedicare tutte le sue energie alla scrittura. La sua storia pubblica con Mascolo, da cui ebbe il figlio Jean nel 1947, e Antelme, ormai ex marito dopo la separazione del 1946, era oggetto di critiche, soprattutto del Partito Comunista, di cui lei faceva parte. Dagli anni Cinquanta Marguerite, nel frattempo impegnata politicamente contro la guerra in Algeria e dedita alla scrittura e al cinema (fra il ’69 e l’84 girò più di 15 fra film cortometraggi, con attori come Gerard Depardieu e Lucia Bosé), venne attaccata dall’opinione pubblica per la sua condotta, lontanissima dalla morale borghese comune. Iniziò a bere, tanto da essere ricoverata più volte in ospedale e da dover affrontare più tardi, nel 1983, una cura di disintossicazione.
Marguerite Duras nell'ultima fase della sua vita
Dal 1980 la Duras collaborò con il giornale francese Libération e iniziò anche il legame e la convivenza con il giovane omosessuale Yann Lemée, alla cui figura dedicò Occhi blu capelli neri (1986). Conosciuto nel 1981 dopo uno spettacolo teatrale, il ragazzo era un suo ammiratore e aveva solo 27 anni. Yann Andrea, come lei l’aveva ribattezzato, beveva quanto lei: ufficialmente era il suo segretario, ma il rapporto tra i due era intenso e molto affettuoso, tanto da far storcere il naso ai vicini di casa. Nel giovane, forse la Duras rivedeva il suo fratellino preferito, Paul, morto tanti anni prima e con cui aveva passato l’infanzia in Indocina. Malata gravemente, la scrittrice morì a Parigi nel 1996 per un tumore alla gola. Yann le rimase accanto fino alla fine, insieme a Dyonis Mascolo e al figlio Jean.
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