"Perché non sei felice?": quando Fernanda Pivano intervistò Jack Kerouac ubriaco
Gli ultimi tragici e infelici anni di Jack Kerouac, autore di "Sulla strada" e re della Beat Generation, tra alcol e risse da bar
Gli ultimi tragici e infelici anni di Jack Kerouac, autore di "Sulla strada" e re della Beat Generation, tra alcol e risse da bar
Nel 1966 Fernanda Pivano intervistò Jack Kerouac, uno dei massimi scrittori del Novecento. Avrebbe potuto essere un momento sublime di televisione, ma dopo pochi secondi si trasformò in un disastro. Visibilmente ebbro, l’autore di Sulla strada esordì dicendole che era una bella ragazza e proponendo di chiacchierare in francese, salvo poi cambiare idea e accennare qualche parola in uno stentato spagnolo.
Non uscì molto altro dall’intervista, ma forse lo stato d’animo di Kerouac fu meglio spiegato dalla domanda che gli fece la Pivano. “Perché non sei felice?”, ma lui non rispose, se non con un gesto vago della mano, il quale forse fu però più significativo di mille parole. Alla fine invece finì per raccontare che, se non avesse dovuto guadagnarsi da vivere scrivendo, gli sarebbe piaciuto essere un postino.
Eroe della Beat Generation, nonostante il successo faticava a trovare la felicità. A partire dalla fine degli Anni Cinquanta, ogni suo libro venne sistematicamente demolito dalla critica e dileggiato da altri scrittori famosi, come Truman Capote. Nella casa di Long Island dove viveva con la madre, circondato da cittadini modello, lui era quello che non tagliava l’erba e che girava per strada ubriaco a piedi nudi o in ciabatte.
In un articolo del New York Times, i vicini ricordano quei suoi anni infelici in cui tentava senza successo di piegarsi alla vita dell’americano medio. Non aveva una macchina e nemmeno un lavoro, ma si faceva consegnare pile di libri dalla biblioteca locale, rifiutandosi di entrare. Beveva fino a notte fonda, ascoltando musica. Non era come gli altri, ecco perché se ne andò nel 1960, diretto verso la California.
Dall’esperienza californiana nacque Big Sur, ma per Jack Kerouac le cose non stavano migliorando. Sperando di stimolare la sua vena creativa, nel 1965 la sua casa editrice gli pagò un viaggio prima in Francia e poi in Italia, per promuovere il suo ultimo libro. Tornato in America nel 1967, in Florida, cadde in depressione in seguito alla morte dell’amico Neal Cassady, trovato morto assiderato sui binari di una ferrovia in Messico.
Beveva, litigava, beveva e poi litigava ancora: i suoi ultimi due anni furono puntellati da una successione di risse da bar. Il 20 ottobre 1969, dopo l’ennesima sbornia, sentì forti dolori addominali e vomitò sangue: era la cirrosi epatica. Jack Kerouac morì il giorno dopo, a soli 47 anni, in seguito a una grave emorragia.
Jack Kerouac, nato Jean-Louis Kerouac, nacque il 12 marzo 1922 a Lowell, nel Massachusetts. Figlio di immigrati franco-canadesi, dopo un’iniziale educazione in francese, nel 1932, venne iscritto alla Barlett Junior High School, dove ebbe grandi difficoltà a comunicare in inglese, lingua che non veniva parlata in famiglia. Nel 1940 si immatricolò alla Columbia University di New York, grazie a una borsa di studio ottenuta per meriti sportivi, e lì iniziò a passare il suo tempo tra locali jazz, musei, cinema e biblioteche. In seguito all’attacco a Pearl Harbor, nel 1941, lasciò la Columbia University per arruolarsi. Nel 1942 entrò nella marina mercantile e un anno dopo iniziò il servizio militare come marinaio. A causa di diversi problemi di salute, fu visitato da un medico militare, che lo dichiarò schizofrenico e quindi inadatto a servire il suo Paese.
Dopo aver lavorato sulle navi, nel 1944 si sposò con Edie Parker e andò a vivere con lei in Michigan, dove trovò un lavoro come operaio in una fabbrica. Due mesi dopo il matrimonio finì perché Jack si sentiva inferiore rispetto alla ricca famiglia della moglie. Tornato a New York, entrò in un giro di artisti che lo introdusse alla droga. Nello stesso anno conobbe William S. Burroughs e Allen Ginsberg, con i quali diede vita al nucleo originario della Beat Generation.
Nel luglio del 1947 intraprese il primo viaggio attraverso il Nord America, verso Denver, viaggio che costituì la prima parte del libro Sulla strada. Poi andò a San Francisco, dove lavorò come guardia notturna, ma decise quindi si spostarsi in autostop verso Bakersfield, dove conobbe Beatrice Kozera, una ragazza di Los Angeles, che sarà immortalata nel romanzo come Terry, la ragazza messicana con cui passò due settimane in albergo a Los Angeles. Il romanzo uscì solo nel 1957, ma fu un grandissimo successo mondiale.
Dopo un altro matrimonio fallito, con Joan Haverty, una figlia non riconosciuta e diversi amori, si avvicinò al buddismo, che lo portò a scrivere il libro I vagabondi del Dharma.
Mentre la sua vita colava a picco, uscì Big Sur, racconto di una sua estate in California, alla prese con alcol e droghe.
Fernanda Pivano intervistò Kerouac nel 1966, tre anni prima della sua morte.
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