Andrea G. Pinketts: la tenera lapide dedicatagli dalla madre e le altre donne
Le donne di Andrea G. Pinketts sono tra le più belle della letteratura: a partire da sua mamma Mirella, che gli ha dedicato un pensiero speciale sulla sua lapide.
Le donne di Andrea G. Pinketts sono tra le più belle della letteratura: a partire da sua mamma Mirella, che gli ha dedicato un pensiero speciale sulla sua lapide.
“La vita è un cortometraggio. Hai voglia di fare un kolossal ma non basta la pellicola.”
È l’incipit di uno dei più celebri romanzi di Andrea G. Pinketts, Nonostante Clizia. Lo scrittore ci lasciava il 20 dicembre 2018 a seguito di un cancro a soli 57 anni, ma per i suoi fan è ancora vivo, risorto tra le pieghe delle sue pagine come Lazzaro (Santandrea), il suo alter ego letterario.
Pinketts rappresenta un unicum nel panorama letterario internazionale: venerato in Francia, noto in Italia anche per le sue tante ospitate televisive, ci sono molte cose che è bene ricordare di quest’uomo incredibile che ci manca. Una di queste è il suo rapporto con le donne, a partire dalla madre Mirella Marabese, anche lei trasfigurata in modo da diventare un immancabile personaggio nei suoi libri.
Parlando di lui – ha detto la madre a Rolling Stone – non dirò mai le parole «riposa» o «morte», perché lui è vivo, palpitante, reattivo. Ho ereditato tutti i suoi amici. Che mi hanno cercata, mi sono vicini, mi sostengono. E loro mi hanno risposto: noi abbiamo ereditato te. Proseguiamo insieme questo grande discorso affinché Andrea non venga dimenticato, relegato nel cassetto come tanti celebri scrittori. Credo però che sarà difficile che accada, per i rapporti umani che ha instaurato. Lo commuovevano particolarmente i ragazzi con disabilità. In qualsiasi posto andasse si rivolgeva prima di tutti a loro, aveva questa sensibilità.
Nei primi romanzi è presente anche un’altra donna di famiglia, la nonna, capace di enorme saggezza espressa esclusivamente in dialetto.
Per te nonna – scrive all’inizio de Il senso della frase – ruvida e tenera adesso che a novanta anni sei costretta a bere con la cannuccia (se non altro bevi) vino. Per te che mi trovi bellissimo anche se preferiresti il nonno o Clarke Gable. Per te che mi accompagnavi ai giardini pubblici ora che hai un po’ paura di accedere al tuo giardino privato. Non preoccuparti. Stavolta ti accompagno io.
E poi c’è naturalmente l’universo femminile contenuto nei libri di Andrea G. Pinketts, da Clizia alla visione di Fuggevole Turchese, fino alle Miss Yogurt che vengono uccise in serie. E naturalmente la Madonna, non la Madonnina che nella sua Milano guarda tutto dall’alto, ma un’altra Madonna molto particolare.
L’artista è stato un importante esponente della cultura italiana. Lo è diventato esplorando anche il medium fumetto, citando (e cantando talvolta) Fred Buscaglione, riuscendo con la sua ironia a sovvertire le più basilari regole della fascia protetta. Come quando a L’Italia sul Due, mentre si disquisiva sul fatto che molte coppie sposate facessero l’amore una volta alla settimana, tendenzialmente il venerdì, lui commentò:
Venerdì… pesce!
Se non avete ancora letto i suoi libri, vi consigliamo di fare un salto su Amazon. Ci sono vari modi per approcciarvisi: si può partire dall’inizio e quindi da Lazzaro, vieni fuori! e leggere parallelamente raccolte di racconti come Sangue di yogurt oppure lo “psicanalitico” Io, non io, neanche lui, oppure andare a casaccio, attirate dai suoi titoli iperbolici – ma dovete ricordare che è importante leggere almeno due dei suoi romanzi in sequenza, Fuggevole Turchese prima e Nonostante Clizia dopo. Il suo ultimo romanzo, pubblicato postumo da Mondadori, si intitola E dopo tanta notte strizzami le occhiaie.
Sfogliamo insieme la gallery per scoprire le tante curiosità su Andrea G. Pinketts e ricordarlo al meglio.
Come riporta Fanpage, a novembre 2019 è stata apposta la lapide definitiva sulla tomba di Pinketts. Come sa chi ha avuto una perdita, viene apposta prima una lapide provvisoria sul tumulo del caro congiunto, poi rimpiazzata da quella definitiva. E ci vuole un tempo direttamente proporzionale all’originalità della lapide. Quella di Pinketts è decisamente originale. Intanto perché riporta il suo nome d’arte – Andrea G(enio) Pinketts, con la G puntata come sempre – e non quello vero, che è Andrea Giovanni Rodolfo Pinchetti. Manca anche la data, rimpiazzata dalla dicitura «senza tempo». Due rose decorano la toccante dedica della madre:
Con te, tenero bimbo mio. Con te, uomo forte, coraggioso, illustre.
Mirella, madre di Pinketts, dà l’idea di essere una donna straordinaria. Non solo per il modo in cui il figlio l’ha sempre dipinta nei suoi romanzi (indipendente, amorevole, portatrice di ottimo gusto), ma anche per il modo in cui si è posta nelle sue rare ospitate televisive, a L’Italia sul Due e Le Invasioni Barbariche.
Per me non è stato assolutamente imbarazzante e innaturale – raccontò Pinketts a DireDonna in merito alle ospitate della madre in tv – A volte i miei lettori credono che le mie storie siano autobiografiche ed entrano in empatia con il protagonista. Ma è semplicemente un modo per presentare il mio mondo.
Nei pressi di Le Trottoir (in foto l’ingresso con il saluto allo scrittore), il locale milanese in cui Pinketts scriveva i suoi romanzi – rigorosamente vergati a mano con una Montblanc – si è parlato a lungo di erigere una statua, scelta che però non è stata accolta con piacere da mamma Mirella. La ragione – al di là della questione estetica, opinabile – è comprensibile:
Nel caso venisse realizzata non vorrò mai vederla – ha detto la donna a Rolling Stone – perché è un colpo al cuore, mi ridice ancora una volta, straziandomi, che mio figlio non c’è più. E invece preferisco ricordarlo bello, aitante, elegante, rispetto a raffigurato in una statua, che mai riuscirà a realizzare la sua bellezza fisica e intellettuale.
Pinketts era un appassionato di fumetti, tanto che nel racconto Spara pure, è un papero – illustrato da Antonio Terenghi – spiega la sua predilezione per il Paperino di Carl Barks. Tra le varie opere di Pinketts, vale la pena ricordare la sceneggiatura di Laida Odius, disegnato da Maurizio Rosenweig. È un’opera molto interessante, che parla di un travestito che diventa un sicario, e che finisce nel mirino di Varla Satana – liberamente ispirata a Varla, il personaggio di Tura Satana nel film cult Faster, Pussycat! Kill, Kill!
I personaggi femminili di Pinketts costituiscono una gallery infinita di donne cui i lettori hanno dato un volto. Sono descritte sempre come sexy, intelligenti, interessanti, libere – è come se in questi personaggi l’autore avesse trasposto il suo amore e il suo rispetto per l’universo femminile. Anche quando il personaggio è quello di un’assassina riluce di una rara bellezza, quella del “senso della frase” che Pinketts ha donato al suo pubblico di lettori.
Un discorso a parte va fatto per un romanzo che si intitola Il conto dell’ultima cena, probabilmente uno dei più grandi capolavori di Pinketts. È un romanzo ma è anche didascalico e vede il protagonista Lazzaro Santandrea alla ricerca di una Madonna assassina – tanto che il titolo francese del romanzo è proprio La Madone assassine. Ogni capitolo racconta la cronaca di una visione: Lourdes, Fatima e altri aneddoti meno celebri sui presunti avvistamenti di Maria introducono nuovi dettagli della narrazione.
Ha lavorato per Esquire e Panorama. Tra le sue inchieste quella per smontare la bufala del processo ai Bambini di Satana e quella per cui si riuscì a risalire a Luigi Chiatti, il mostro di Foligno.
Andrea G. Pinketts e Lazzaro Santandrea sono stati molto simili. Entrambi sono stati pugili, giornalisti e modelli. Fumavano il sigaro e andavano a Le Trottoir. Per Sangue di Yogurt, Pinketts creò un alter ego eccessivo e alternativo, Lazarus Saint’André, ex asso degli assi dell’investigazione internazionale.
All’inizio del romanzo Fuggevole Turchese si può leggere il numero di telefono di Pinketts: lo scrisse per rintracciare una ragazza conosciuta ala Bit, di cui non ricordava il nome né l’aspetto fisico. Almeno è quello che scrisse lui.
Pinketts ha dedicato Io, non io, neanche lui a una grandissima esponente della letteratura italiana e internazionale: Fernanda Pivano.
Questo libro è per Fernanda Pivano – scrive – che, pur essendo rigorosamente astemia, ha frequentato i peggiori sbevazzoni della letteratura riuscendo con le sue istituzioni, la sua sensibilità e le sue traduzioni a renderne profumato persino l’alito.
Ha vinto numerosi premi letterari: il più celebre è il premio Scerbanenco.
Pinketts interpreta un piccolo cameo nella seconda stagione della webserie cult di Lory Del Santo The Lady. Oltre agli impegni televisivi, ha partecipato anche al film Via Montenapoleone negli anni ’80.
Nell’introduzione del racconto E chi porta le cicogne?, Pinketts presenta il suo cane, adottato dal canile di Monza, il dottor Benvenuto Pazzoni. Pinketts provò per molto tempo a intervistare Biagi, ma non ci riuscì e in uno degli ultimi tentativi, anziché qualificarsi al telefono come Andrea G. Pinketts, disse di essere il dottor Benvenuto Pazzoni del canile di Monza.
Io chiamavo e richiamavo, sembrava un racconto di Dino Buzzati – raccontò sempre a DireDonna – parlavo prima con l’assistente, poi con l’assistente dell’assistente, poi con l’assistente dell’assistente dell’assistente. Prima che mi passassero il custode della Rai ho desistito.
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