“Ti posso dare la mia solitudine, le mie tenebre, la fame del mio cuore; cerco di allettarti con l’incertezza, il pericolo, la sconfitta.” Quando lesse per la prima volta queste parole, tratte da Two English Poems, María Kodama aveva solo cinque anni. Ancora non poteva sapere che l’uomo che aveva scritto quei versi, l’immenso Jorge Luis Borges, sarebbe diventato suo marito. Raccontare la loro storia non è semplice. In un’intervista a Repubblica di qualche tempo fa, fu proprio lei a ricordare come il loro amore sia stato osteggiato persino dalla sua famiglia.
Eravamo un po’ matti per l’epoca, nel senso che non avevamo pregiudizi. Mi telefonava ogni giorno e mia madre impazziva. Ripeteva che quel signore poteva essere mio nonno, che voleva ben altro.
La prima volta che lo vide, María Kodama era giovanissima, ma intravide subito in lui qualcosa che li univa.
I timidi si riconoscono come animali nella selva. Lo conobbi a una conferenza. Io sognavo di insegnare, ma ero timidissima. Vedendolo sul palco, cieco e impacciato, mi resi conto che anche lui lo era. Mi diede grande coraggio.
La prima volta che si parlarono, invece, fu nel centro di Buenos Aires, appena fuori da una libreria.
Avevo 16 anni, mi propose di studiare inglese antico insieme. Ci riunivamo nei caffè, fino a quando sua madre disse che sarebbe stato meglio a casa loro. Cercavo di sentire le discussioni di politica che provenivano dal salotto, ma lui mi diceva di non perdermi dietro a quelle sciocchezze, che l’importante era nei libri.
Iniziò così la storia di due persone che continuarono a darsi del lei per il resto della loro vita, ma che erano di fatto inseparabili. Nel 1975 María diventò non solo la sua assistente personale, ma anche i suoi occhi, dato che lui aveva perso la vista già da vent’anni.
Sfogliate la gallery per continuare a leggere la storia di María Kodama…
Di seguito, un elenco dei titoli più importanti di Borges:
Finzioni
Il libro degli esseri immaginari
Storia universale dell'infamia
L'aleph
Libro di sogni
María Kodama
Nata a Buenos Aires il 10 marzo del 1937, da padre giapponese e madre argentina di origine europea, María Kodama Schweizer vide per la prima volta Borges a una conferenza sulla letteratura islandese. Aveva solo 12 anni, ma rimase colpita: lui era già uno degli intellettuali più celebrati al mondo, autore di capolavori come Finzioni, L’Aleph e Storia Universale dell’infamia. Da una semplice amicizia, nel tempo il loro rapporto diventò affettivo.
María Kodama e Jorge Luis Borges
Dopo la morte della madre di Borges, nel 1975, María fu invitata dalla badante dello scrittore ad assisterlo nei suoi lunghi viaggi all’estero, per partecipare a eventi culturali o ricevere premi. Lei fece di più: lo aiutò anche a scrivere, collaborando con lui per Breve antología anglosajona (1978) e Atlas (1984), un racconto dei viaggi compiuti insieme.
La dedica per María Kodama
A dimostrazione dell’affetto sincero che legava María e Jorge, nel 1981 lui le dedicò la raccolta di poesie La Cifra.
Nella serie dei fatti inesplicabili che formano l’universo o il tempo, la dedica di un libro non è, certamente, il meno misterioso. La definiamo un dono, un regalo. Salvo il caso della indifferente moneta che la carità cristiana lascia cadere nella mano del povero, ogni vero regalo è reciproco. Colui che dà non si priva di ciò che dà. Dare e ricevere sono la stessa cosa.
Come tutti gli accadimenti dell’universo, la dedica di un libro è un gesto magico. La si potrebbe anche definire il modo più gradevole e sensibile di pronunciare un nome. Io pronuncio ora il suo nome: María Kodama. Quante mattine, quanti mari, quanti giardini dell’Oriente e dell’Occidente, quanto Virgilio.
María Kodama e l'ultimo desiderio di Jorge Luis Borges
Quando i medici dissero che rimaneva poco tempo andammo in Italia per l’ultima volta, per il premio Volterra, e poi in Svizzera. Pensai che fosse il suo addio al Paese in cui aveva vissuto da giovane, ma una volta lì mi disse che se lo amavo non dovevo farlo morire in Argentina, dove la sua agonia poteva essere un evento mediatico. Fu allora che mi chiese di sposarlo. Non volevo, non mi interessava, ma l’editore Franco Maria Ricci mi convinse che così sarebbe stato felice.
María Kodama e il matrimonio con Borges
Due mesi prima della scomparsa dello scrittore, il 26 aprile 1986 si sposarono per procura in Paraguay. Fu una scelta obbligata, dato che nel 1967 Borges si era sposato con Elsa Astete Millán, da cui si era separato tre anni dopo: per la legge argentina, che non prevedeva il divorzio, lui era ancora legato alla prima moglie. Il funzionario che li sposò “virtualmente”, davanti a due delegati, fu poi arrestato e processato per truffa.
María Kodama e la vita dopo Borges
Nel testamento del 1986, Borges indicò come María Kodama come sua unica erede. Da quel momento lei si occupò di gestire i diritti delle sue opere, non senza qualche polemica da parte delle case editrici e dei traduttori.
María Kodama e Jorge Luis Borges
Nei suoi racconti della vita privata con Borges, María Kodama raccontò anche la passione dello scrittore per la musica.
Beatles e Rolling Stones gli davano energia. Siccome odiava le canzoni di auguri, gli ultimi compleanni li festeggiammo con The Wall dei Pink Floyd. Li conobbe al cinema, quando uscì il film di Alan Parker. Ancora oggi, ogni 24 agosto metto su il disco, per lui.
- Storie di Donne
Cosa ne pensi?