10 libri gender censurati (o contestati) che andrebbero letti contro l'ignoranza
Non esistono i libri gender, così come non esiste una teoria gender. Questi volumi vengono contestati: ecco le ragioni per cui vale assolutamente la pena di leggerli.
Non esistono i libri gender, così come non esiste una teoria gender. Questi volumi vengono contestati: ecco le ragioni per cui vale assolutamente la pena di leggerli.
In un’epoca in cui la post-verità – ossia il concetto secondo cui la realtà abbia un’importanza secondaria – impera, concetti come «libri gender» appaiono reali ad alcune persone. Questi concetti vengono propagandati come opinioni plausibili, si parla di un presunto «pensiero unico» del politicamente corretto a tutti i costi, ma stiamo parlando invece di concetti divisivi che, in casi come questi, ci rimandano ai periodi più bui della nostra Storia. Non ci fa piacere sentire di libri messi all’indice o roghi di libri: la cultura arricchisce sempre e comunque. Oscar Wilde ne Il ritratto di Dorian Gray scrive che non esistono libri morali o libri immorali, ma solo libri scritti bene o scritti male. E lui era uno che la sapeva lunga sulla censura letteraria.
Facciamo un passo indietro per capire il fenomeno. Il concetto di libri gender è collegato alla cosiddetta teoria gender. Questa rappresenta una sorta di deformazione di quegli studi – i gender studies – che spiegano come non solo l’identità sessuale sia qualcosa di legato alla percezione personale, ma soprattutto che essa non corrisponde alla sessualità, di come stia cambiando la società e in particolare il ruolo della donna. La teoria gender è solo una specie di fantasma che aleggia su di noi, e come tutti i fantasmi non esiste. Come si legge su 27esima Ora del Corriere, che riporta un discorso di Sara Garbagnoli alla Casa delle Donne di Milano:
L’espressione «la teoria del genere» è un’etichetta usata dal Vaticano a partire dall’inizio degli anni 2000 per opporsi ai movimenti femministi e Lgbtqi e alle lotte, alle rivendicazioni, ai saperi, alle teorie che tali movimenti hanno elaborato e prodotto.
I libri gender quindi non sono altro che volumi – in particolare per bambini – che tra le righe parlano di diversità. Non si tratta semplicemente di raccontare, per esempio, omosessualità e famiglie omogenitoriali – ma naturalmente in questi volumi che qualcuno vorrebbe mettere all’indice vengono riportati anche questi concetti. Si parla di diversità in generale: un diverso colore della pelle, una diversa religione, l’essere stati adottati, l’essere sovrappeso e così via. Oppure in questi libri si dà un’idea non convenzionale dei generi, in particolare delle figure femminili, con principesse che combattono e vincono draghi le quali suggeriscono a loro volta come una donna possa fare ed essere tutto quello che vuole nella vita.
Secondo alcuni questo è un problema. Se ne parla sui social network, ma a volte queste storie finiscono anche nelle cronache – come il bambino ritirato dalla scuola in cui veniva letto un libro di Bianca Pitzorno. Naturalmente a noi sembra assurdo, come potrebbe esserlo una caccia alle streghe. Cerchiamo di insegnare ai nostri figli – e la cultura in questo ha sempre un ruolo preponderante – a essere rispettosi con tutti, facciamo sì che siano fiduciosi in loro stessi e in tutte le sfide che la vita pone loro quotidianamente, spieghiamo loro che il bullismo è il male e va contrastato. Ma tutto questo è chiaramente un sovvertimento dello status quo – come la concessione dei diritti al mondo Lgbtqai* – ed è quindi ritenuto pericoloso da chi non vuole comprendere che se i diritti non sono di tutti si chiamano privilegi. In questa gallery vi presentiamo alcuni dei volumi contestati negli ultimi anni. Siamo sicure che alcuni – molto famosi tra l’altro – vi stupiranno tantissimo. Provate a leggerli, a guardare con occhi diversi. L’ignoranza si combatte solo attraverso la cultura.
Come spesso accade per questi che vengono definiti libri gender, si cercano di affrontare tematiche per la comprensione e la percezione della diversità di ognuno di noi. Questo in particolare affronta la tematica delle famiglie omogenitoriali, che da un po’ di anni costituiscono un argomento di attualità in Italia per una questione di mancati diritti.
Un altro libro di Francesca Pardi che analizza un tema inerente all’omosessualità. Il papà e la mamma si sono lasciati e i loro due figli cercano di scoprire il segreto del loro babbo – be’, non vogliamo fare spoiler e non ve lo diciamo.
Leo Lionni è, accanto a Pardi e tanti ancora, un altro di quegli autori pregevoli che in questi anni è stato messo sotto accusa. Eppure questo libro – che viene letto in tantissimi asili – parla semplicemente di amicizia. E se dentro c’è una teoria è quella dei colori, che dice come blu e giallo diano il verde.
È una specie di variante sul fil rouge de Il Principe e il Povero, solo che in questo caso lo scambio non avviene tra due persone identiche ma tra una bimba e una draghessa.
La diversità è una questione statistica. Anche un predatore naturale come un lupo può sentirsi emarginato e in minoranza in una classe di maialini che lo bullizzano. È questa la storia del lupetto Lu, che però ha una risorsa che ancora non conosce: un buon amico.
Assomiglia un po’ alla storia di cui parlavamo prima: una pecorella smarrita e un lupo fanno amicizia. In barba a tutti gli stereotipi.
Siamo tutti uguali, perché siamo diversi. Questo libro è la storia di un bambino che comprende la ricchezza della diversità, che è poi quello che ci accomuna: ognuno di noi ha dei punti di forza ed è questa la nostra bellezza.
Questo volume ha anche le illustrazioni di Altan. Parla di un uovo che non vuole nascere, ma nel suo percorso di consapevolezza conosce molte famiglie diverse.
Una storia che mette al centro tre bambine, che come tre eroine combattono contro l’ingiustizia.
È la storia di un postino pasticcione che recapita i cuccioli appena nati a diverse famiglie. Ma non sempre le sue consegne sono quello che uno si aspetta. E sono davvero sorprendenti.
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