Eroskitchen: "La mia arte della seduzione... tutta da assaggiare" - INTERVISTA

A tu per tu con Monica Micheli Panozzo, autrice di Eroskitchen, apparentemente un semplice libro di ricette afrodisiache che parte dalla cucina per diventare, con www.eroskitchen.com, un progetto di "arte delle seduzione" e riscoprire il potere naturale della sensualità: per piacersi, prima ancora che per piacere.

Monica Micheli Panozzo è bella, bionda e procace. Uno stereotipo perfetto, se fosse anche svaporata. Ma non lo è. Le parli insieme è ti trovi di fronte una donna dalle mille sfaccettature, di grande cultura e curiosità. Affascinante nelle parole e nella testa, prima ancora che nella sua fisicità.
Monica, inoltre, è l’autrice – insieme ad Alessandra Peri – di “Eroskitchen”, una sorta di manuale di seduzione in cucina, ma non solo: molto di più, in ogni caso, di un semplice libro di ricette afrodisiache (realizzate dallo chef Alessandro Salamone) e con prefazione niente meno che dell’attore hard Franco Trentalance (oltre che del giornalista e gastronomo Leonardo Romanelli). Ora vediamo il perché.
Non prima, però, di aver smontato un altro stereotipo. Monica è infatti, prima di tutto, moglie e mamma a tempo pieno (e, chiaro, project manager e blogger di www.eroskitchen.com, ormai diventato un progetto ad ampio raggio).

Brutte bestie le etichette, gli stereotipi e i pregiudizi. Soprattutto se si pretende di rinchiuderci una donna. Rischi di incontrare una come Monica Micheli Panozzo, che te li manda gambe all’aria e, anzi, ti invita a farlo, perché “Eroskitchen”, sottotitolo “L’Arte della Seduzione come non l’hai mai assaggiata”, è prima di tutto un invito a piacersi, prima ancora che a piacere, e un viaggio che ha solo poche semplici regole: liberarsi dai preconcetti, mettersi in ascolto di sé e dell’altro e ritrovare la gioia di amare.
Detto niente! Di sicuro vale la pena provare.

Ma lasciamo che sia Monica ad accompagnarci in quest’avventura, per nulla volgare ma molto intrigante.

Partiamo dagli esordi. Come nasce il progetto “Eroskitchen”?
Nasce per caso, un po’ come tutte le migliori storie d’amore. Galeotta, è il caso di dirlo, fu una cena tra amici. Io e Alessandra (Peri, visual artist che del libro firma le foto ed è coautrice, ndr) vivevamo ancora insieme. Arrivate al dolce, un muffin “con cuore di lava alla zenzero” (nel libro la controversa ricetta la trovate sotto il nome di Cioccolatissimo Mercalli, pag. 72, ndr), “rubato” allo Chef Alessandro Salamone, un amico dichiarò: “Ragazze, spero di non offendervi, ma sono indeciso se terminare la mia porzione…”. Poi raccontò che l’ultima volta che aveva mangianto l’apparentemente innocuo dolcetto, aveva passato una notte insonne in preda a pensieri mooolto piccanti. Prospettandosi quindi una notte solitaria, preferiva non replicare…
Potete immaginare l’ilarità e il clima gogliardico che ne è nato.
Quella sera stessa, un po’ per gioco, un po’ per curiosità, cominciai a cercare informazioni sulla cucina afrodisiaca, sulle reazioni biochimiche dei cibi e su quanto veniva tramandato dalle tradizioni popolari a riguardo.

Mi si è aperto un mondo. La cucina afrodisiaca è qualcosa di molto molto più sfaccettato e antico della pruderie in cui la si è trasformata oggi. Altro che banane, albicocche e gogliardate.

Così è nato il progetto “Eroskitchen”, con la volontà principale di ridare dignità al concetto di cucina afrodisiaca e, prima ancora, di erotismo e, quindi di eros, che nulla ha a che vedere con una scosciatone insaponata su una macchina americana, ma, secondo il termine antico, significa ricerca della bellezza e tendenza al bello. Nulla di volgare o lascivo insomma.

Spiegaci meglio il legame tra la ricerca della bellezza e “Eroskitchen”.
Una ricerca, per essere tale, deve prevedere un oggetto nascosto, velato, che mi sembra di intuire ma che non vedo chiaramente. Oggi con termini come erotismo e seduzione camuffiamo una pornografia costante che ha svilito questi concetti con la logica del vedo tutto e subito, sottraendoci il desiderio, la scoperta e, appunto, il linguaggio della seduzione. “Eroskitchen” punta a riappropriasi di questa capacità espressiva delle donna, ma anche dell’uomo, che è la seduzione, che parla per associazioni, non detti, incantesimi, al subconscio… Riscopriamo la meraviglia del nostro essere donne o uomini, nell’approcciarci a chi amiamo!

Come a dire che, in una società in cui tutto gira intorno al sesso, mostrato in ogni salsa e a ogni ora, abbiamo un po’ perso la capacita di sedurre?

Purtroppo sì. Abbiamo mercificato il sesso, quando è la cosa più naturale di questo mondo.
Dobbiamo un po’ recuperare la bellezza innata dell’eros. Lasciar andare i preconcetti e questa visione mediatica del sesso, per riscoprire una consapevolezza antica, che portiamo dentro di noi. Soprattutto se donne.

Perché ovviamente, per quanto si parli di emancipazione, noi donne continuiamo a pagare il prezzo più alto in termini di pregiudizi e, purtroppo, autocensure.
Noi donne paghiamo il fatto di avere molto timore a parlarne, non sono in pubblico, ma anche tra amiche. Temiamo di essere troppo scabrose, di essere giudicate e, così, ci perdiamo una modalità di confronto che farebbe bene alla nostra sessualità e al nostro benessere. Alcune di noi lasciano che il sesso, soprattutto quello coniugale e di lunga data, diventi una ginnastica, non una sessualità consapevole e felice.
Molte donne con cui parlo pensano alla seduzione come al soddisfare il maschio. Quello semmai è una conseguenza di un percorso di seduzione in cui, prima di tutto, dobbiamo imparare a esprimerci al meglio, sentendoci a nostro agio e vivendo il sesso in modo giocoso, stupito, ironico e con tanta meraviglia.

Dobbiamo riappropriarci di un percorso naturale e tornare a una sessualità libera, che non significa confusa, forsennata, extraconiugale o basata sulla quantità… Significa sessualità consapevole, appagante.

Il libro di ricette afrodisiache Eroskitchen
Il libro di ricette afrodisiache Eroskitchen

Possiamo chiederti la ricetta per essere seducenti e seduttive?
La vera ricetta è essere comunicative, aprire i canali di comunicazione nostri e metterci in ascolto di quelli degli altri. Mi spiego. Uomini e donne sono molto diversi tra loro: il mondo maschile è naturalmente dominato, per la maggior parte, dal senso della vista, quello femminile dall’udito. Per questo noi donne, per esempio, possiamo stare a lungo al telefono o arrivare a essere affascinate da una voce. Se voglio sedurre un uomo dovrò tenere presente il suo linguaggio dominante. Viceversa, lui dovrà usare una dinamica seduttiva diversa da quella che piacerebbe a lui e usare la mia modalità di comunicazione, più uditiva.

In  realtà sedurre significa semplicemente saper comunicare: se voglio parlare con uno straniero devo trovare una lingua condivisa, allo stesso modo se mi approccio a un bambino utilizzerò un registro adatto. Si tratta di prestare attenzione all’altro, mettersi in ascolto e capire qual è la nostra via di comunicazione, invece di imporre la nostra, come spesso accade.

Come hai detto tu, in realtà, si tratta di andare a riportare alla luce (e alla nostra consapevolezza appunto) un’arte nota sin dall’antichità.
Esatto. Il legame cucina e eros è noto da sempre. La Bibbia è piena di ambientazioni amorose dove dominano miele, aloe e cannella, così come accade anche nel Cantico dei Canti, dove amore e cibo sono strettamente intrecciati. Nell’Ecclesiaste si parla dei “cucunci”, dei capperi dal potere afrodisiaco. La cucina come mezzo seduttivo è nota agli egizi, ai romani, ai greci e a tutto il mondo orientale, che ha una vera e propria tradizione a questo proposito, comprese scuole per imparare l’arte della seduzione in cui grande spazio è dedicato alla cucina.

“Eroskitchen” è, prima di tutto, un libro di ricette in cui sviluppi 6 menu atti ad accompagnare il gioco della seduzione. Ma anche un sito con tanto di sit-com(mestibile), con Andrea Santonastaso, e un blog con ricette, consigli e rubriche, dai corsi di psico-burlesque al love coach a 4 ruote…
Diversificare è una delle parole d’ordine della seduzione. C’è chi seduce cucinando, chi parlando, chi danzando. La cucina è solo un passo in un gioco molto più ampio. Abbiamo detto che la seduzione è comunicazione, no? La comunicazione ha e deve avere tanti linguaggi, a seconda di quello che più ci mette a nostro agio o che è meglio percepito dal nostro interlocutore. È l’obiettivo che non cambia: la consapevolezza.

Diciamo anche cosa non è “Eroskitchen”: ovvero il classico manuale da “come sedurlo in 5 mosse” che, nel caso, sarebbe da rifuggire come i libretti che promettono la felicità in 5 minuti.
Per carità! “Eroskitchen” è un punto di partenza, un modo per risvegliare la fantasia e la consapevolezza di avere armi che sono già dentro di noi, naturalmente, solo che magari ci siamo dimenticati come usarle.

In un mondo in cui tutto è consumo e ha una data di scadenza, anche l’amore. “Eroskitchen” vuole essere un progetto che si tira fuori dal coro. Perché l’amore non si consuma e non è cosa cui dare un calcio dopo 6 mesi, esaurita la passione iniziale. L’amore è un’altra cosa e ha bisogno di attenzione, cure, dialogo, fatica, ma anche di tanto gioco. E se lo merita.
La differenza tra l’amore a scadenza e quest’ultimo è, per dirla in termini gastronomici, un po’ come quella che c’è tra i cibi surgelati e un piatto d’autore. I primi possono essere facili, veloci, magari anche piacevoli, ma non arriveranno mai ai picchi del secondo. Chiaro che la fatica è diversa.

Il cibo è un gesto d’amore oltre che di seduzione puramente sessuale.
Sì, il cibo è un linguaggio, che esprime anche l’amore. Prendiamo mia suocera: lei non ti dirà mai ti voglio bene, ma quando vado a mangiare da lei si premura di farmi i miei piatti preferiti. Ecco, quello è il suo modo di dirlo. 
Le nonne che riservano la parte migliore del pollo ai nipoti,  il marito che, anche se non sa cucinare, tenta di cucinare per noi, anche se ci riesce male… Sono messaggi, prove d’amore.

Cosa rende un piatto erotico?
Alcuni cibi, descritti nel libro, sono storicamente considerati afrodisiaci. Il resto lo fa il contesto: la luce giusta, la musica giusta, tu che sei accogliente rispetto all’altra persona…

Per ogni ricetta consigli vino e musica. E l’outfit?
Non esiste l’outfit seducente per antonomasia. L’importante è che sia in sintonia con chi lo indossa. Posso avere l’abito apparentemente più sexy del mondo indossato con tacco 14, ma se io non mi sento a mio agio non trasmetterò sensualità. Dobbiamo sentirci bene con quello che abbiamo addosso. La seduzione non è una ricetta predefinita da seguire passo passo: è naturalezza, gioia, piacere di fare quello che si sta facendo.

Gli uomini che cucinano sono sexy?
Moltissimo. Anche solo quando si preparano un caffè latte.

In attesa di leggerci il tuo libro, ci consigli una ricetta afrodisiaca da preparare questa sera?

Stupitelo con una crema di caprino con le noci, servita con un contorno di uva e pere.
Quest’ultime sono piene di zinco, come le ostriche. Pere e uva anche sono molto afrodisiache.
Non sottovalutiamo poi la mela: ha grandi proprietà in materia, anche perché agisce da umettante.

Avviso ai seduttori: fin qui la teoria, ora… a voi la sperimentazione!

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