Una Bibbia al femminile: dimenticate e rivoluzionarie, le donne delle Sacre Scritture

Una Bibbia al femminile: dimenticate e rivoluzionarie, le donne delle Sacre Scritture
James Lewis
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Rivoluzionarie, potenti, eppure troppo spesso dimenticate: le figure femminili nelle Sacre Scritture sono molte, moltissime, ma, con l’eccezione di Maria, madre di Cristo, troppo spesso negli anni la loro importanza è stata taciuta, celata, minimizzata, in virtù di un’impronta chiaramente maschilista e patriarcale non solo della società, ma anche dell’istituzione religiosa cristiana.

Eppure, il ruolo di molte delle donne della Bibbia è tutt’altro che banale, e oggi, a ridare vita e il giusto peso a tutte loro ci hanno pensato 20 teologhe, protestanti e cattoliche, che hanno fatto una vera e propria rilettura della Bibbia in chiave femminista. Mostrando chiaramente che la figura femminile è tutt’altro che marginale e che, ammesso e non concesso che Dio non sia donna, come molti amano sostenere, nelle Sacre Scritture il loro ruolo è tutt’altro che limitato a quello di prostitute, dame di compagnia o comparse. Tanto che proseguendo la lettura della Prima lettera di Pietro,  dove si legge che “le mogli devono essere sottomesse ai mariti”, è scritta chiaramente l’esortazione dell’apostolo, rivolta ai mariti, ad “amare le loro consorti”. Posizione che è sicuramente in aperto contrasto con la visione patriarcale dell’epoca (accettando, ovviamente, la datazione storica data dalla Bibbia stessa, i cui libri, comunque, sono sicuramente stati scritti in tempi diversi).

Il risultato di tale revisione femminista è Une Bible des femmes (Una Bibbia delle donne), curato da Pierrette Daviau, Elisabeth Parmentier e Lauriane Savoy, pubblicato a ottobre 2018 dalla casa editrice svizzera Labor et Fides.

Le teologhe, partendo dallo spunto di Parmentier e Savoy, insegnanti di teologia a Ginevra, sono state coinvolte in un approfondito lavoro di ricerca che, dalla Francia al Canada, ha creato una fitta rete di dialogo e scambi di opinione.

Lauriane Savoy, come riportato in questo articolo, ha spiegato:

Abbiamo scoperto che c’era molta ignoranza dei testi biblici. Molte persone non li conoscono più o pensano che siano completamente fuori moda, non adeguati ai valori contemporanei dell’uguaglianza e della parità. Ma in realtà non è così, i valori femministi e la lettura della Bibbia non sono incompatibili.

Un’operazione simile era stata portata avanti anche dalle donne islamiche del movimento Musawah, che hanno riletto il Corano slegandolo dal’ottica maschilista. E, del resto, per scrivere Une Bible des femmes le autrici si sono ispirate alla Woman’s Bible scritta nel 1898 dalla suffragetta statunitense Elisabeth Cady Stanton, assieme a un comitato di 26 donne. Il testo, sicuramente controverso e scandaloso per l’epoca in cui venne pubblicato, diventò però allo stesso tempo uno dei più venduti negli Stati Uniti, dato che rappresentava il primo tentativo delle donne di lanciare la sfida al patriarcato, ridiscutendo i dogmi religiosi impartiti storicamente.

Inizialmente, Savoy, Parmentier e le altre volevano solo fornire una traduzione di quel libro, ma, rileggendolo, “ci siamo dette che nel frattempo erano state elaborate delle nuove teologie dalle quali non potevamo prescindere. Soprattutto nella seconda parte del XX secolo, specialmente da teologhe femministe, e quindi limitarci a tradurre la versione inglese sarebbe stato un vero peccato”.

La speranza delle autrici di Une Bible del femmes, oggi, è che il loro lavoro possa essere letto e compreso anche dagli uomini, e proprio da quei religiosi che, magari, potrebbero essere pronti a una reinterpretazione delle Sacre Scritture, non profana né blasfema, ma semplicemente secondo una nuova prospettiva.

Abbiamo subito le letture patriarcali dei testi biblici, e per secoli abbiamo letto testi che occultavano le grandi eroine della Bibbia, o che valorizzavano come donna soltanto Maria, la genitrice di Gesù, come vergine e madre insieme, un modello impossibile da raggiungere. Per non parlare di Eva, colpevole di aver rovinato l’umanità. Insomma, nella storia sono state le stesse donne a essere vittime di questi approcci che giustificavano la supremazia dell’uomo tentando di imporci un ruolo assai limitato. La nostra idea è quella di rompere con questi clichés.