Option B di Sheryl Sandberg: "Come ritrovare la felicità anche dopo il dolore più grande"

Superare un dolore, sia esso un lutto o un momento di difficoltà, non è affatto semplice. Lo sa benissimo anche Sheryl Sandberg, direttore generale di Facebook, che nel 2015 ha perso il marito in un drammatico incidente.

Essere una donna potente, con una brillante carriera e un ruolo importantissimo all’interno di una delle società più economicamente prolifiche del mondo non fa comunque di te una Wonder Woman, perché non ti rende immune all’imprevisto, all’inatteso… Al dolore.

Lo ha imparato a proprie spese Sheryl Sandberg, braccio destro di Mark Zuckerberg in qualità di direttore generale (COO) di Facebook, quando ha dovuto sperimentare sulla sua pelle cosa significhi perdere una delle persone più importanti della propria vita.

Era il 1° maggio del 2015, e Sheryl si trovava con il marito, Dave Goldberg, 47 anni, CEO di Survey Monkey, colosso nel settore dei sondaggi, in Messico, per festeggiare il cinquantesimo compleanno di un amico. Avevano lasciato i due figli, di dieci e sette anni, a casa della nonna materna, nel nord della California, in quella Silicon Valley di cui erano una delle coppie più potenti e affermate.

Ma quella vacanza che doveva essere solo di piacere e divertimento per i due, sposati dal 2004, dopo il divorzio di lei dal primo marito, si è trasformata nella peggiore delle tragedie, quelle capaci di spezzare per sempre la vitalità di una persona, di strapparle il sorriso, di farle perdere fiducia verso il mondo e il destino. Dave Goldberg è stato trovato morto dal fratello Robert, il volto cianotico, ai piedi del tapis roulant nella palestra del resort dove aveva deciso di allenarsi. Sono stati inutili i tentativi dell’uomo di prestare i primi soccorsi, così come la corsa in ambulanza verso l’ospedale: a Goldberg è stato fatale aver sbattuto la testa contro l’attrezzo da fitness, forse dopo una caduta accidentale.

Un incredibile, terribile incidente che ha stravolto per sempre la vita di Sheryl: lei, entrata più volte nella lista delle donne più potenti del mondo stilata da Forbes, con un passato da Segretario del tesoro durante la presidenza Clinton e già scelta da Hilary in caso di elezione come membro del gabinetto, con un patrimonio personale stimato in circa un miliardo di dollari, aveva perso il suo compagno, la sua guida… Il suo migliore amico. E non per modo di dire, perché Dave, prima di diventare suo sposo, lo era davvero.

Fonte: facebook @sheryl sandberg

Dopo quel gravissimo lutto, Sheryl aveva due scelte: mollare tutto per chiudersi nel suo ragionevole dolore, occupandosi esclusivamente dei due figli ancora troppo piccoli per accettare serenamente la morte del padre, oppure cercare di “elaborare” quanto successo per metterlo, in qualche modo, al servizio delle altre persone, per quelle che, come lei, avevano provato in prima persona cosa significasse perdere un marito, un compagno, un fratello, un figlio, insomma una figura fondamentale della propria vita.

E questa seconda opzione era, sicuramente, più nelle sue corde, per lei che si era sempre impegnata per gli altri, scendendo in campo in prima persona nella battaglia per la parità di genere, e aveva scritto un libro diventato un vero e proprio best seller, Facciamoci avanti – Le donne, il lavoro e la voglia di riuscire (titolo originale Lean in), pubblicato nel 2013, in cui analizzava le cause per cui le donne faticano ad affermarsi nel mondo del lavoro, suggerendo anche come  lavorare per riuscire a rimuovere questi ostacoli.

Sandberg ha scritto un lungo post su Facebook, dedicato al marito, pochi giorni dopo la scomparsa e i funerali, celebrati a Stanford, in California, dove la famiglia viveva; lo ha fatto non per dare in pasto al pubblico i suoi sentimenti e la sua sofferenza, ma per far comprendere quanto Dave fosse stato fondamentale, con il suo supporto e il suo costante appoggio, nella realizzazione di tutti i suoi obiettivi, professionali e personali.

Lui era il mio migliore amico – scrive in un passaggio Sheryl, che aveva incontrato Dave per la prima volta dopo il suo trasferimento a Las Vegas – Mi ha fatto conoscere internet […] mi ha fatto ridere. Abbiamo passato insieme 11 anni di amore profondo e di matrimonio felice.[…] Dave era la mia roccia. Quando ero sconvolta, lui era fermo. Quando ero preoccupata lui diceva che sarebbe andato tutto bene.

Il post di Sheryl è stato molto apprezzato dagli utenti del social network, tanto da ricevere tantissimi like, commenti e condivisioni. Ma il COO di Facebook non si è fermata qui, come è nelle sue abitudini ha voluto scavare più in profondità, cercare altre strade, altri modi, per mettere a disposizione degli altri la propria esperienza negativa, per trasformarla non in qualcosa da spettacolarizzare ma, piuttosto, su cui imparare razionalmente a riflettere.

È stato, in parte, merito dell’amico Adam Grant, psicologo e docente alla Wharton Business School dell’Università di Pennsylvania, se Sheryl ha deciso di non abbandonarsi al dolore, assolutamente naturale e totale, imparando invece ad affinare la propria resilienza, ovvero la propria capacità di affrontare il trauma e la difficoltà. Grant le ha insegnato che “… Esistono azioni concrete che una persona può intraprendere per guarire e riprendersi anche dalle esperienze più devastanti. Non siamo nati con una quantità fissa di resilienza. La resilienza è un muscolo, che ciascuno di noi può costruire e allenare“.

Così, dalla loro collaborazione, è nato  Option B, che coniuga le intuizioni personali di Sheryl Sandberg con le ricerche del professor Grant donando consigli fondamentali su come trovare la forza di andare avanti nonostante le avversità. Senza presunzione, senza ricercatezze accademiche o voluti indottrinamenti, ma con l’umanità semplice ed essenziale di chi l’ha dovuta cercare per prima dentro se stessa, quella forza.

Se pensate che Option B sia il racconto del superamento di un lutto personale, però, vi sbagliate di grosso: spingendosi oltre, allargando l’orizzonte delle possibilità a qualunque cosa sia fonte di dolore, il libro indaga l’esperienza di persone che hanno saputo superare difficoltà significative come una malattia, la perdita del lavoro, le aggressioni sessuali, i disastri naturali o la violenza della guerra.

Le loro storie sono la testimonianza vivida della capacità dello spirito umano di perseverare e di riscoprire la gioia, tramite quella resilienza che, nascendo dall’intimo, si rafforza grazie al sostegno di chi ci sta intorno. Se si volesse trovare una “morale”,  quella di Option B sarebbe che, persino dopo le esperienze più devastanti, è possibile crescere, trovando un significato più profondo e imparando ad apprezzare di più le nostre vite.

Oggi Sheryl sembra aver ritrovato il sorriso, accanto a Tom Bernthal, cofondatore e CEO di Kelton Global. I due sarebbero stati presentati proprio da Rob, migliore amico di Tom e fratello di Dave Goldberg, e quindi cognato della donna. La vita, insomma, sembra essere tornata a sorriderle, anche se il pensiero di Dave non potrà che restare con lei per tutta la vita.

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