Un cuore pensante

Recensione e trama

Un cuore pensante di Susanna Tamaro è un libro che ci racconta di una bambina, la stessa autrice, diversa dalle altre bambine, che ama la solitudine e le domande; un viaggio nell’anima di una giovane donna capace di cogliere il sacro nella quotidianità e di interrogarsi su se stessa e su quella che lo circondava.

A metà tra il diario autobiografico e un’opera filosofica, è il racconto di chi, un po’ a metà tra terra e cielo, racconta della ricerca di se stessi e della propria unicità, nutrito da pensieri puri e seguendo il filo conduttore che è Dio.

Susanna ci racconta con semplicità delle sue gioie di bambina, che si concretizzano nel regalo di un vestito da cowboy o da carabiniere, nella collezione di sassi che trova sula spiaggia, della gentilezza che si cela dietro la sua diffidenza, dell’amore per il silenzio e del suo passare inosservata. Ma, soprattutto, ci racconta dell’infelicità provata e del suo desiderio di diventare invisibile.

Un’anima come quella di Susanna poco si trovava con gli altri bambini, che litigavano e si picchiavano, così alla ricerca di un senso nonostante la giovane età.

Poi l’autrice ci racconta della sua adolescenza, dei suoi turbamenti, del suo avere indossato una gonna per un solo giorno, invece dei soliti pantaloni e maglietta, per far colpo su un ragazzo, sentendosi umiliata, del suo domandarsi di Dio, del perché delle cose e del loro nome.

Un cuore pensante è un libro che guarda al passato per interpretare il presente, un passato anche difficile ma visto con gli occhi calmi di chi ha già vissuto; una narrazione senza rimpianti, ma consapevole di porsi domande su questioni a cui pochi prestano attenzione.

La storia di una donna che ha imparato ad accettare il mondo e la vita e in questo ha trovato la pace, nella comprensione che la vita di ognuno ha in sé una scheggia dell’eternità e che per questa va coltivata e amata.